Baci scagliati altrove
Letteratura italiana
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altrove
Difficile parlare di questo libro, perchè i racconti di Veronesi sono proprio come i baci; delicati, inaspettati emozionanti sia che essi siano tra due innamorati, tra amici o il bacio della nonna che unisce due realtà e due tempi così lontani ma magicamente vicini.
I suoi racconti sono improvvisi, sono come i baci che attendiamo o che vorremo aver ricevuto ed è così che ho accolto ogni singolo racconto.
La vita in un momento viene scagliata nella vita di chi legge, e questo è il modo più naturale per relazionarsi con i vari personaggi dei suoi racconti.
La sensazione di entrare e comprendere lo svolgimento degli avvenimenti del singolo racconto e improvvisamente sentire la rotta che cambia è l'elemento comune, elemento che spiazza il lettore...
non facendo comprendere del tutto il senso della storia, lasciando domande e dubbi.
Non c'è una vera fine delle storie, è come se la fine fosse altrove, ed è forse questa la loro forza la loro non conclusione, la loro non definizione la loro incertezza.
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BACIAMI ANCORA SANDRO
Scrivere di Sandro Veronesi e' dura.
Posso farlo di tutti, ma con lui e' sempre un problema.
Consigliare Sandro Veronesi e' dura.
Anche qui, posso farlo con qualsiasi autore, ma consigliare lui e' sempre rischioso.
Sandro Veronesi, non ve l'ho ancora detto, e' il mio autore preferito.
IO odio i racconti, in genere. Ma se LUI decide di scrivere racconti, io compro racconti. Io leggo racconti.
Che dire, la penna e' una meraviglia. Ha uno stile tutto suo, cristallino, diretto, distaccato, emozionante, prorompente, passionale. Passionale. Sandro Veronesi per me e' la passionalita'. Sostantivo.
Di qualsiasi cosa scriva, e' spiazzante come anche in quest'opera.
Tanti racconti, tante storie, diverse tra loro ma i cui protagonisti , sotto un comune denominatore, sono sempre i medesimi : gli uomini.
Storie comuni , di tutti i giorni, piccoli gesti, piccoli oggetti, talvolta aneddoti fantasiosi.
Spinge al massimo il racconto e poi per ognuno di essi un finale che lì per lì disorienta.
Mi ritrovo lì, col mio libretto bianco fra le mani. Sandro come sei riuscito a lasciarmi a bocca aperta ad ogni racconto ?
Parla di un figlio, che accompagna il padre alla morte.
Parla di un ragazzino, che sperimenta il male.
Parla della solitudine di una donna.
Parla del senso perenne di insoddisfazione dell'uomo che mira sempre a quello che non ha e quando lo raggiunge , non basta piu'.
Parla di amori che spariscono per poi ritornare.
Eccetera, eccetera,eccetera... Son tanti.
E' come un buon vino quel che nasce dalle sue mani di scrittore: inutile buttarsi a capofitto. Lo lasci decantare, il tempo che ci vuole. SEi spiazzato nell'attesa, ma poi lascia il segno inevitabilmente.
A volte lo capisci, altre no. Ma i suoi baci non si scordan mai.
Buona lettura.
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I Baci di Veronesi
Non ci conoscevamo, io e Veronesi. Non c’eravamo mai incrociati, neppure per sbaglio in una citazione, in uno stralcio di romanzo, in una sua considerazione, e meno che mai nella visione di Caos Calmo tratto dal suo romanzo probabilmente più noto.
Così, siamo partiti da zero; lui con tutti i suoi Baci da Scagliare Altrove ed io incuriosita dal titolo e da pregresse recensioni positive ed accattivanti sulle sue opere.
Una raccolta di racconti non è facile da valutare, ma se non altro ci si può industriare nel tentativo di individuarne il filo conduttore. Nei Baci di Veronesi, la “guida” non può essere che il dolore, l’angoscia di affrontare il quotidiano traendo la giusta forza dalle proprie debolezze - ad ogni età e per qualsiasi ceto sociale - , la consapevolezza di accettare il male, che alberga dentro ciascuno, ma senza perdere la speranza di poterlo in qualche modo debellare.
Detta così, tuttavia, la questione può apparire abbastanza semplicistica; e invece no! Perché, come ha già scritto qualcuno, quest’ uomo è un genio; e la passarella di personaggi che è in grado di proporci va ben oltre la semplice e comune immaginazione.
Certo, ce ne sono alcuni di Baci che lui Scaglia veramente Altrove; ma lontano lontano che si fa una faticaccia ad afferrarli e a comprenderne fino in fondo il senso. Ma se ci si abbandona con il giusto trasporto, proprio come quando si riceve un bacio, e non si pretende di razionalizzare il tutto ma di interpretare in base agli spunti, allora l’Amore per questi uomini, apparentemente così strambi eppure cosi umani e comuni, il cui profilo è delineato da una delle penne a mio parere più strabilianti degli ultimi tempi, è un Amore senz’ombra di dubbio assicurato.
Se potessi, rivolgerei a Veronesi anche una brevissima ed intima intervista su alcuni interrogativi che mi sono rimasti tra un Bacio e l’altro. Gli chiederei:
-Signor Veronesi, c’è qualcosa di autobiografico in ciascun racconto? Ad esempio, è realmente Lei il figlio che riceve la Profezia di come accompagnerà suo padre, il suo fiero padre, verso la fine dolorosa ed inevitabile che solo una malattia come il cancro può infliggere? Ed è ancora Lei, o buona parte di Lei “scrittore”, che passeggia lungo i campi Elisi affiancato da due differenti figure di scrittori che la condurranno ad una scelta precisa di quale scrittore essere?
-Perché tutti i protagonisti dei racconti sono di sesso maschile? Si tratta di una scelta ponderata e voluta o è solo un caso dettato dal suo sentire di uomo/scrittore?
-Lo sa che per il resto dei miei giorni non riuscirò mai più a guardare una tartaruga? Perché la scelta è caduta proprio su una tartaruga per un racconto intitolato la Furia dell’agnello ed il cui protagonista è un bambino? (Qui le esporrei volentieri la mia interpretazione personale, ma non posso, si tratterebbe di spoiler all’interno di una recensione).
-Insomma, io ho decretato la sua assoluta genialità di acuto osservatore al penultimo racconto: Il ventre della macchina. Ma come le è venuto in mente di analizzare così a fondo il rapporto tra un uomo ed il suo accendino? Sorride, eh. Tanto io l’ho afferrata la metafora; ed in nome di questa comprensione, giuro solennemente di leggere tutte le sue opere passate e tutte quelle future di cui vorrà farci dono.
Grazie dei Baci, Sandro!
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Mah...
Mah... è l'unica cosa che riesco ad esprimere dopo averlo letto... Dopo Caos Calmo e XY non ho esitato nemmeno un attimo a comprare il libro a scatola chiusa. Invece... a parte Profezia che, comunque, mi sembra sopravvalutato, gli altri racconti li ho trovati noiosi e, come dire, inutili; più un esercizio di stile (niente da dire su quello) che altro. Aspetto, sperando, il prossimo libro di Veronesi.
Lettura consigliata o meno? I libri sono come i film : bisogna comunque leggerli e vederli!
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Sarai pastore del suo corpo
Questa raccolta di racconti di Veronesi ci regala una galleria di personaggi interessantissima di padri e figli,mariti,mogli e amanti,tutti alle prese con il dolore nelle sue varie manifestazioni fisiche e psicologiche.Quello più bello, a mio modesto parere è "Profezia" che apre la raccolta raccontando una storia che ,ahimè molti di noi, hanno avuto la sfortuna di vivere, quella di una malattia chiamata cancro.Avremmo fatto volentieri a meno di conoscere Asl,pratiche burocratiche,specialisti e con l'andare del tempo ,come il personaggio del racconto,avremmo preferito dimenticare la terminologia medica,la posologia dei medicinali e tutte quelle metodologie,tutti quei protocolli che chi è sottoposto alla chemio impara a conoscere,pratiche che ti entrano non solo nel corpo ma nell'anima concime chimico di speranze che spesso non danno frutti.Eppure , in questo immane disastro, c'è una luce che poche volte rischiara le ombre delle nostre piccole vite, quella della solidarietà , dell'amore per il prossimo. Quando sei di fronte alla sofferenza di un uomo e con umiltà,coraggio,rabbia e testardaggine impari a diventarne il pastore del corpo, a seguire quel gregge impazzito di metastasi che pascola il suo corpo martoriato,avrai capito cosa vuol dire essere umano e cosa non lo è.