Un'idea dell'India
Letteratura italiana
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L'India secondo Moravia
Stesso viaggio, visioni e sensazioni differenti.
Moravia e Pasolini furono compagni di un'esperienza forte come solo la visita dell'India può esserlo sotto tanti aspetti, vuoi per l'eclatante diversità culturale rispetto all'Occidente vuoi per un territorio di una vastità imponente che riunisce sotto un unico tetto etnie differenti con un proprio bagaglio socio-antropologico e religioso che ne costituisce linfa vitale.
Se il diario lasciatoci da Pier Paolo Pasolini è scritto con cuore e passionalità, quasi un rapimento sentimentale dei luoghi calpestati, quello di Moravia è uno scritto più cerebrale, a tratti tecnico-saggistico.
Pur riportando fervide immagini del paese, vizi e virtù di una terra millenaria, spaccati di vita quotidiana colti ai bordi delle strade, Moravia rimane lucido e composto, dando esiguo spazio ad opinioni personali.
Il lavoro contiene tuttavia riflessioni di ampio respiro culturale e politico, religioso e storico, in cui l'autore si avvale di materiali documentaristici e bibliografici.
Tessendo una valutazione dell'intero contenuto raccolto in “Un'idea dell'India”, questa non può che essere positiva ed interessante nonostante siano trascorsi oltre cinquant'anni dalla stesura; eppure percorrendo queste pagine, fa capolino il pensiero di come il tempo anziché sanare le piaghe, le abbia semplicemente cristallizzate, traghettandole fino ad oggi.
Il tempo sembra non scalfire radici culturali che sono l'humus su cui è nata l'India di ieri e di oggi.
Un libretto che a pieno titolo può ritenersi buona letteratura, che mette in luce l'ottima penna di un Moravia che devia dal genere romanzo per raccontare alla sua maniera un pezzo di umanità.
Indicazioni utili
Un'esperienza straordinaria
Il libro di Moravia, frutto di un esperienza di viaggio in India nel 1961, deve essere letto assieme a quello del suo compagno di viaggio, Pier Paolo Pasolini (L'odore dell'India). I due testi sono complementari perchè racchiudono un diverso approccio alle contraddizioni e alla ricchezza culturale indiana. Già dai titoli che i due viaggiatori (assieme a loro c'era anche la moglie di Moravia, Elsa Morante) hanno dato ai propri racconti è possibile delineare la grande diversità del loro pensare all'India. Moravia si interroga sul futuro di quel grande paese (al tempo del viaggio non erano passati 15 anni dall'indipendenza), ricco di magnifiche testimonianze del passato, dal presente incerto, complesso e talvolta penoso, ma da un futuro sicuro. Pasolini invece, proprio per sua natura, si immerge nelle strade dove la gente vive, ne assapora i ritmi del pulsare di un'umanità vivace, ne percepisce l'intimo odore, senza porsi molti interrogativi se non di natura estetica ed emotiva.
Da questi due diversi approcci, la necessità di di leggere entrambi i testi, in un raffronto che guida il lettore verso un'immagine di un paese, in cui pensieri ed emozioni si fondono in una magnifica amalgama.