Pelle di leopardo
Letteratura italiana
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 3
Un acerbo Terzani
Ogni qual volta mi accingo alla lettura di un libro di Tiziano Terzani vengo assediato da piccoli dubbi e paure. Puntualmente, dopo pochi istanti, i dubbi sono spariti, sorpreso ancora una volta ad aver fatto notte fonda; oppure a rischiare di perdere la fermata di casa. Sono li che trito rigo su rigo nella speranza di giungere ad un punto di poco interesse per smettere, tirare il fiato, e scendere ... Questo però non accade mai, di conseguenza mestamente segno la pagina e rimango con una voglia matta di ributtarmi tra il vissuto di questo grande Viaggiatore Umano.
“Pelle di Leopardo” non si è sottratto a tutto questo rituale quotidiano, anzi , Terzani mi ha caricato nel suo zainetto, e tramite i suoi occhi e il suo naso, mi ha scorrazzato in lungo e largo per il Vietnam del Sud.
E’ doveroso sottolineare che questo libro è composto da due libri o meglio: un diario e un reportage.Il primo si dipana tra la fine del 1972 e l’inizio del ’73, in queste pagine avremo il privilegio di condividere sensazioni e emozioni di un Terzani corrispondente di guerra. Ci regala i suoi pensieri e le sue idee riguardanti questa sordida e sporca guerra,che è ovunque, tranne forse a Saigon. Saigon quindi come Casablanca, porto franco che regge la sua economia grazie alle tragedie umane, e ai loschi traffici . Ma non mancheranno le curiose escursioni nel delta del Mekong, alla ricerca del vero Vietnam. Quello fatto dai contadini, dai vecchi e dai bambini che per lo più, scandiscono da oltre cento anni, i loro ritmi vedendo i figli morire in qualche guerra, e le figlie stuprate e ammazzate dal esercito liberatore di turno, tranne che dal vero esercito liberatore, quello fatto dai figli dei contadini stessi i Vietcong. E non mancheranno i Vietcong, perche l’audace e intraprendente Terzani riesce a imbucarsi, concedetemi il termine, in un villaggio conteso che notte tempo cambiava bandiera e diventava rifugio dei ‘cong.
Ma è nella seconda parte del libro, “Giai Phong!”, che emerge il Terzani vero, quello che nel diario per quanto presente non si erà ancora mostrato in tutta la sua profondità. Emerge la sua stima per un popolo che finalmente vince una guerra, e non si accanisce sul vinto, anzi lo incita, lo invita a protendere le braccia al cielo unendosi così ai vincitori per festeggiare l’unificazione e la fine di un imperialismo oppressore durato oltre cento anni (di solitudine direi). Nei tre mesi , in cui con coraggio Terzani resta in Vietnam del sud, quindi dopo la caduta di Saigon e la cacciata del ultimo cittadino americano, lo sterminio di massa annunciato dai “Fantocci” da parte dei Vietcong non avviene, anzi, a Saigon le cose sembrano solo sospese in un limbo fuori dallo spazio e del tempo. Giovani Vietcong aiutano i profughi, rifugiati e i residenti sconfitti a nutrirsi e a salvarsi dai linciaggi. La politica è quella del perdono. Saremo anche testimoni grazie a lui della fuga da codardi degli americani e di tanti Vietnamiti filo americani che, in preda al panico, si lanciavano sulle piste di decollo, o si inerpicavano sui palazzi adibiti a punti di prelievo per elicotteri, per trovare scampo ad un massacro a cui avrebbero dovuto crederci tutti ed è finito per convincere solo chi la propaganda la faceva. Leggendo tutto questo ci troveremo tra le mani i veri motivi per cui gli americani, nonostante la tecnologia a loro disposizione e la schiacciante forza economica e aerea in campo non sia riuscita a sconfiggere un esercito di contadini. Di come spesso le guerre e le loro atrocità e menzogne emergono solo una volta seppellita l’ultima vittima.
Terzani in questi due libri ci racconta una verità nota a tutti e una che pochi conoscono: che i Vietcong meritavano la loro vittoria e che gli (usa) erano solo degli aguzzini e dei profittatori. Lo fa palesando gli aspetti meno evidenti ma forse più indicativi. Non mancheranno interviste e testimonianze, cronache di guerra e di vita quotidiana sotto le bombe e la quotidianità nel immediato dopo guerra. Un libro per certi versi ancora acerbo che però ha già incise nel suo dna come prerogativa una qualità superiore.
Buona lettura.
Indicazioni utili
Top 10 opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
La guerra in Vietnam
La guerra in Vietnam come non l’avete mai letta, un reportage eccezionale scritto da chi la vissuta in prima persona e che arriva fino alla caduta di Saigon.
Il Terzani giornalista è riuscito a creare, con gli articoli da lui scritti sull’argomento, una narrazione di straordinaria efficacia, ma senza cedere al sensazionalismo o, peggio, al deja vu. La sua è una cronaca minuta, attenta, a volte forse pedante di un conflitto che i media hanno ampiamente presentato, anche in diretta, ma senza quell’umanità, quella sensibilità che è propria di Tiziano.
I libri in effetti sono due, benché riuniti in uno solo.
“Pelle di Leopardo”, scritto nel 1973, parla delle esperienze di Terzani arrivato in Vietnam l’anno precedente.
“Giai Phong” , pubblicato nel 1976, invece tratta dell’ultimo periodo del conflitto, con la liberazione di Saigon e i primi anni post bellici.
In ogni caso riesce a trasmettere emozioni palpabili, con quella capacità di Terzani di scavare in fondo alla notizia, cercarne i retroscena, descrivere ammirevolmente la sofferenza di quel popolo e il suo cambiamento, morale e materiale, dopo il termine delle ostilità.
Benché cerchi di essere imparziale, lascia trapelare la simpatia per i vietcong, mentre è netta la sua presa di posizione nei confronti del regime corrotto e fantoccio di Saigon e degli americani, imbarcatisi in una guerra, spesso feroce, e da cui se ne sarebbero usciti a capo chino.
Da leggere, sicuramente, per capire, ricordare questo altro dramma del XX Secolo.
Indicazioni utili
LA (VERA) GUERRA DEL VIETNAM
Questo libro, prestatomi da un amico al quale a mia volta ho prestato "Un Altro Giro di Giostra" sempre di Terzani, è stato un libro che mi ha insegnato tutto sulla guerra in Vietnam. Tutto ciò che sapevo prima di leggere questo libro erano soltanto dei concetti astratti e molti addirittura privi di fondamento. Lo stile di Terzani è sempre piacevole anche se il libro, essendo per larghi tratti politico, se non letto con continuità potrebbe annoiare un po'. Come tutti i libri d'inchiesta d'altronde.
Terzani, in veste di giornalista, con soltanto la sua penna come arma di difesa dagli ak47 e dalle bombe sganciate dai B52, scrive un diario di guerra unico. Mettendo costantemente a rischio la sua vita, l'autore ci racconta un Vietnam molto più unito di quanto si pensi, molto più sano, scrivendo direttamente dal fronte. Terzani scrive cercando di essere "super partes", ma ad un certo punto, anche lui farà le sue valutazioni. Questo libro ci descrive i fatti che sono REALMENTE accaduti, non come i film di Hollywood che ci fanno vedere solo quello che vogliono. Un racconto della guerra più stupida, ingiustificata, cruenta e inutile della seconda metà del '900, un reportage dei retroscena diplomatici del conflitto, con la figura della guerra fredda che incombe con gli USA da una parte e la Cina e l'Urss dall'altra. Un libro che ci insegna il valore del coraggio. Se oggi abbiamo tutte queste informazioni e sappiamo davvero come sono andate le cose in quella maledetta guerra, l'umanità lo deve a Tiziano Terzani.
Buona lettura