La fortuna viene a chi sorride
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
A caccia di sorrisi
Ci vuole un bel coraggio per lasciare tutte le proprie sicurezze, un lavoro fisso e le abitudini di una vita e decidere di girare il mondo alla ricerca della conoscenza e della felicità, con la sola sicurezza di una vasta rete di amicizie internazionali costruita negli anni e le proprie abilità di artista di strada, sempre pronto a esibirsi per grandi e piccoli pur di strappare un sorriso.
Luca, il protagonista del romanzo-diario “La fortuna viene a chi sorride”, questo coraggio lo trova. Anzi, si mette in viaggio con una gran gioia nel cuore, desideroso di immergersi nell’atmosfera di Paesi lontani e conoscere gente nuova, abitudini differenti.
Assistiamo così alle sue peregrinazioni e leggiamo dei suoi contatti con gente di tutto il globo.
Per Luca (che poi altri non è che l’autore stesso sotto pseudonimo) i sorrisi sono il motore che fa girare il mondo. Le cose belle, la fortuna, sono attratte da chi sa sorridere e lui se ne rende prova vivente più e più volte durante l’intera narrazione.
Dopo un paio di tappe europee, Luca parte per l’India, dove peregrina da un luogo all’altro assaporando le abitudini del luogo, la cordialità della gente e dove trova conoscenze vecchie e nuove, tra cui giocolieri suoi colleghi. Ci porta in Thailandia, in Australia, e poi di nuovo nel Sud-Est asiatico, in un viaggio del corpo e dell'anima che lo riporterà in Italia per una fortunata (appunto) intuizione: un male invisibile gli sta minando la salute e minaccia la sua vita. Serviranno tutto il suo coraggio e la sua positività per ricominciare.
Sono due i punti di forza di questo libro, edito da “Il Ponte Vecchio”: il linguaggio e la variegata casistica umana che vi compare. Zaganelli trascrive i fatti e le conversazioni con lo stesso tono informale della vita di tutti i giorni, senza cercare di rendere più “letterario” il suo stile, conservando una freschezza e una immediatezza che si sposano perfettamente con il carattere del testo.
I volti, le voci e le abitudini che ci vengono mostrati di pagina in pagina, poi, sono un dipinto multicolore di un’umanità varia e traboccante di vita. Gente il cui intrinseco valore non risiede solo nella diversa cultura, ma nella capacità – da noi quasi scomparsa – di godere delle cose belle della vita, della conoscenza del prossimo per il puro gusto di avvicinare un altro essere umano, senza interessi reconditi.
A questa gente “bella” si contrappone, anche se non è intento dell’autore creare due categorie, un’umanità occidentale in viaggio per ritrovare se stessa, spesso confusa e non ancora pronta ad aprirsi davvero a esperienze diverse dal consueto se non per una forma di snobismo nel ritenersi “alternativo” e frequentare solo luoghi “di grido”.
La principale pecca, come purtroppo accade fin troppo spesso negli ultimi anni, è una mancata (o quantomeno approssimata) correzione delle bozze. Non mancano errori di battitura e di punteggiatura, che fortunatamente non tolgono nulla alla bellezza di questo diario di viaggio ma sicuramente risultano poco graditi.
Zaganelli ci regala uno scorcio luminoso della sua esperienza di vita. Da leggere tutto d'un fiato.