Il meglio deve ancora venire
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
Voto medio dell'autore: 3 user(s)
L'isola di un arcipelago
Chi non ha pensato almeno una volta nella vita di mollare tutto e partire verso un posto lontano,magari con la sua metà?
Penso chiunque!Peccato che poi arrivano puntuali i dubbi della coscienza su quanto questa scelta possa giovare al proprio futuro lavorativo,economico e sociale.
Quello che si tende a dimenticare,o meglio a non valutare,è quanto quest'esperienza possa giovare alla coppia o al proprio semplice benessere.
Sara,la protagonista di questo romanzo che per mille motivi possiamo definire autobiografico,viene convinta dal suo ragazzo,Lorenzo,ad intraprendere un viaggio tramite il W.W.O.O.F.
Questa è un'associazione di volontariato che permette alle fattorie associate di ottenere aiuto da ragazzi in cambio di vitto e alloggio.
(Per inciso,già solo per il fatto di aver portato alla conoscenza dell'esistenza di quest'associazione,bisognerebbe fare un applauso all'autrice Chiara Ruggiero).
Sara,dicevamo,come tutte le ragazze ha paura di qualcosa che non sa cosa sia,di un qualcosa che non ha mai programmato,ma grazie all'insistenza di Lorenzo,più "spericolato",riuscirà a farsi trasportare dall'incertezza di non sapere cosa accadrà domani."Cosa ci aspetta in Cornovaglia?"
Un romanzo che abbiamo già definito autobiografico,ma che non possiamo certamente definire un diario di viaggio o un diario personale:sarebbe riduttivo e fuori luogo!
L'autrice,infatti,traccia un perfetto specchio di come dovrebbe essere la vita delle persone forzando i contorni nel momento in cui lo stress,la società,le autorità,ci impongono di essere tutt'altro.
Inoltre,riesce a marcare con una penna attenta alcuni pregi e difetti dell'Italia paragonandola all'Inghilterra.
Un bel libro,piacevole per contenuti,forse da curare di più nello stile,non sempre scorrevole e per tratti ancora "acerbo di ragazza liceale",ma pur sempre una goccia giovane nell'oceano dei libri.
Ci sono piccoli accorgimenti che gli autori riescono a cogliere solo con il tempo,ma c'è molto in questo libro:molto di Sara/Chiara,molto degli italiani,molto degli inglesi...molto degli uomini,e quando si arriva a generalizzare si arriva a qualcosa di universale,e sono in pochi che sanno scrivere di piccole cose e farle diventare grandi.
Quindi per quest'autrice,a cui auguro il meglio,posso solo dire che "Il meglio deve ancora venire!".
Per il resto sono solo piccolezze che il tempo limerà...
"Ogni essere umano è come un'isola situata in un grande arcipelago ognuna dotata di una propria individuale bellezza,ma se guardate tutte insieme dall'alto,donano alla vista un quadro molto più prezioso e affascinante"...
Ecco,questa per me è la fotografia di questo libro.
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Il viaggio: un'esperienza di vita
Un libro che si inizia ad assaporare sin dal titolo “Il meglio deve ancora venire” : un inno all'ottimismo e ai sogni chiusi nel cassetto, lì pronti da realizzare. Il sogno di Sara, la protagonista del libro, è quello di viaggiare, di effettuare nuove scoperte. Ma a volte il suo pessimismo innato ed il suo animo calcolatore non le permettono di lasciarsi andare. Accanto a lei però c’è il suo amore, Lorenzo, un ragazzo continuamente stimolato dalle novità, un inguaribile ottimista, instancabile cercatore e fonte inesauribile di idee. Insieme decidono di partire per il Regno Unito, da sempre considerata una meta “giovane”, adatta come tappa per la propria crescita personale. Decidono di associarsi al W.W.O.O.F (World Wide Opportunities Organic Farm) un’organizzazione di volontariato che prevede la permanenza presso una fattoria inglese in cambio di un impegno giornaliero con le attività di coltivazione e non solo. Questa nuova esperienza è certamente un modo per Sara di superare le proprie paure, trovando dentro di sé il coraggio per “abbattere” gli ostacoli . Chi nella propria vita ha compiuto almeno un viaggio (lungo o breve che sia) sa perfettamente che dalla pianificazione fino al ritorno ci sono mille imprevisti da superare. Infondo il viaggio può essere considerato una metafora della vita, fatta di attese, corse, problemi da risolvere e “labirinti” tra i quali districarsi. I temi trattati sono più che mai attuali. Infatti nel corso del libro vi è una descrizione attenta delle peculiarità del popolo britannico nella sua compostezza, in contrapposizione con gli italiani, sempre pronti a lamentarsi. Viene illustrato un quadro (tristemente reale) dell’italiano : criticone, incline alla protesta fine a sé stessa, dalla quale, il più delle volte, non nasce nulla, finendo per generare solo malcontento. Attraverso questo racconto di viaggio, con uno stile piacevole e scorrevole, Chiara Ruggiero fa emergere alcuni spunti costruttivi per risanare il nostro Bel Paese, spinto alla deriva da scelte e pensieri sbagliati. Sebbene il pensiero del futuro sia oggi nebuloso e senza certezze, tra le righe si percepisce chiaramente un forte entusiasmo costruttivo. Durante il racconto emerge la necessità di bloccare il consumismo “ a tutti i costi” per privilegiare una vita fatta di emozioni, nella quale poter trovare (o ritrovare) un piccolo spazio per i propri desideri. Si tratta di quelle stesse emozioni che ti porti dietro al termine di un viaggio. Quest’ultimo rappresenta un’esperienza unica che permette di creare dei termini di paragone, di analizzare con più consapevolezza i punti di forza e di debolezza di sé stessi e del proprio Paese. Le emozioni ed i ricordi lasciati da un viaggio sono unici e Chiara Ruggiero ha saputo condensarle in questo libro, da leggere con calma, per assaporarne ogni singolo capitolo, il quale rappresenta il “souvenir” di una grande esperienza di vita.
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Ricordi di viaggio e di vita
Un soggiorno in Cornovaglia dà lo spunto a Chiara Ruggiero per scrivere le sue “memorie di viaggio”.
L'impostazione del racconto, però, evade dallo schema riduttivo di un mero diario, per approdare ad un lavoro più completo, in grado di abbracciare riflessioni sulla vita, sulla voglia di conoscere il mondo, sul rapporto con gli altri e con se stessi.
Si parla di incontri con realtà sociali e ambientali diverse da quelle di casa nostra, di incontri con persone abituate ad altri ritmi di vita; insomma l'autrice ci rammenta il fascino immenso del viaggio e della conoscenza ,grazie a questo, di usi e consuetudini delle popolazioni locali.
Le potenzialità di scoperta ed arricchimento che ti regala “girare per il mondo”sono incomparabili ed i ricordi che ti lasciano queste esperienze si solidificano nella memoria, pronti ad essere visti e rivisti come una pellicola.
In queste pagine traspare tanta emozione e tanta soddisfazione per aver avuto il coraggio di scegliere di sperimentare un soggiorno-lavoro lontano da casa, abbandonandosi alle incognite che una tale esperienza avrebbe potuto avere.
Le descrizioni dei luoghi e dello scorrere dei giorni sono suggestive e capaci di trasmettere al lettore tutto lo stupore, la gioia, la curiosità di colei che scrive.
A prescindere dall'esperienza di viaggio, la componente autobiografica è forte nel corso dell'intero racconto; con molta compostezza l'autrice apre il suo cuore e la sua mente a chi la legge, rendendolo parte di tante sensazioni, sogni, paure,dubbi, scelte.
E' così che le memorie di viaggio si fondono con le riflessioni di una giovane donna; riflessioni e osservazioni acute e ponderate sugli obiettivi raggiunti e ancora da raggiungere, sul valore delle radici e degli affetti, sull'importanza del rapportarsi agli altri ed avere un confronto sereno e costruttivo.
Quella della Ruggiero è una penna fresca e giovane, ma occorre dire che, ad uno stile a tratti ancora acerbo, fa da contraltare un'ottima capacità di raccontare le emozioni e di coinvolgere il pubblico.
E' una lettura piacevole e delicata volta a qualunque fascia di età, in quanto ben si presta ai giovani poiché racconta di un modo di viaggiare ancora poco conosciuto in Italia, ma altrettanto si presta alla lettura di adulti che già abbiano avuto modo di confrontarsi con altre culture in Europa e nel mondo.
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Opinioni inserite: 1
Sulla Cornovaglia e non solo
Questo libro è il resoconto di un viaggio un po' fuori dagli schemi, una vacanza-lavoro che la giovane autrice trascorre col fidanzato in una fattoria della Cornovaglia, associandosi ad un'organizzazione di volontariato ambientale.
Ma è anche la descrizione dettagliata di paure ed emozioni provate prima, durante e dopo il soggiorno nel Regno Unito, e di una relazione sentimentale che grazie a questa esperienza sembra crescere e consolidarsi. La protagonista racconta con dovizia di particolari tutto ciò che le passa per la mente e il cuore, soffermandosi su argomenti privati e problematiche sociali. Il lettore segue lo scorrere dei suoi pensieri e il trascorrere dei giorni fino a farsi un quadro abbastanza preciso della sua personalità, di quella del suo compagno e del rapporto che li lega, in un ambiente che i due ragazzi esplorano con entusiamo.
Le parole della protagonista rivelano un certo gusto per il dettaglio, con un tocco inconfondibilmente italiano: “La pasta era reperibile in ogni supermercato, anche se non disponibile in tutti i formati, bensì solo spaghetti, penne, linguine, farfalle o fusilli e mediamente ogni pacco da 500 grammi costava fra £. 0.79 e £. 0.90”.
Di fronte alle esperienze esaltanti e agli incontri interessanti che malgrado i piccoli contrattempi solo un viaggio può offrire, la routine quotidiana, lasciata alle spalle, appare grigia e monotona, e infondati i timori provati prima della partenza.
Quella che si trovano a vivere è una vita “in sintonia con la natura” e i due giovani, oltre a dare una mano in fattoria, nel cottage dove alloggiano condividono le mansioni:
“[...] lui, estremamente divertito da quell'idea, si dava molto da fare con alcune faccende domestiche, senza mai perdere la virilità, e disapprovando il mio operato quando non corrispondeva esattamente ai suoi canoni”. E' l'occasione per puntare il dito contro certi schemi maschilisti che ancora oggi incredibilmente la società impone, affidando solo alla donna la cura della casa.
L'aura romantica che percorre l'intera narrazione, nonostante riflessioni di ampio respiro che sarebbe troppo lungo citare, culmina con un finale in rosa e una sorpresa che può definirsi la ciliegina “on the cake”.