Il calamaro gigante Il calamaro gigante

Il calamaro gigante

Letteratura italiana

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Del mare non sappiamo nulla, però ci illudiamo del contrario: passiamo una giornata in spiaggia e pensiamo di guardare il mare, invece vediamo solo «la sua buccia, la sua pelle salata e luccicante». Forse perché appena sotto, e poi giù fino agli abissi, c'è una vita così diversa e strabiliante da sembrarci assurda, impossibile. Come per secoli è sembrata impossibile l'esistenza del calamaro gigante, il mostro marino che ha mosso alla sua ricerca gli esploratori più diversi. Come il sacerdote Francesco Negri, che nel 1663 a quarant'anni compiuti parte da Ravenna per la Scandinavia misteriosa, diventando il primo viaggiatore a raggiungere Capo Nord. O come il capitano Bouyer dell'Alecton (a cui si ispirerà Jules Verne per scrivere Ventimila leghe sotto i mari), che mentre naviga verso la Guyana nota all'orizzonte qualcosa di inaudito: è la prima testimonianza del calamaro gigante, dei suoi occhi enormi e intelligenti, dei tentacoli come terribili serpenti marini avvinghiati alla nave. Ma nessuno gli crederà. Sono pochi infatti gli scienziati che ascoltano le parole degli uomini di mare – naviganti, pescatori, indigeni... –, i più le credono bugie da marinai o allucinazioni collettive: quel che hanno visto contraddice tutte le teorie che abbiamo scritto finora, e quindi non l'hanno visto. Fabio Genovesi racconta la vera storia di questo impossibile, del calamaro gigante e di chi lo ha cercato a dispetto di tutto, insieme a mille altre storie che come tentacoli si stendono dall'oceano a casa nostra.



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Il calamaro gigante 2021-11-09 07:56:28 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    09 Novembre, 2021
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Disegniamo il nostro calamaro gigante

Non è altro che un bambino con dieci nonni, un bambino chiamato a disegnare il suo animale preferito e che non resiste alla tentazione di disegnare quel calamaro che tanto ama e tanto lo incuriosisce. Con i suoi tentacoli, con il suo poter esplorare le profondità marine. Un animale spesso considerato come inesistente e/o protagonista delle fantasie e dei racconti dei marinai che dopo lunghi viaggi facevano ritorno a casa. Eppure, eppure, eppure, quel calamaro con le sue grandi e abnormi dimensioni sembra esistere davvero. E i protagonisti di questa storia a firma Fabio Genovesi lo sanno bene.

«Perché mica lo sanno, che del mare non sappiamo nulla. Che dietro il tendone ci sono le tigri, le scimmie, i mangiatori di spade, gli sputafuoco, le donne con la barba e i lanciatori di coltelli. E i calamari giganti.»

Ed è davanti a questo che apprendiamo la consapevolezza più vera: del mare non sappiamo nulla. Conosciamo soltanto la sua buccia, il suo strato più esterno. Per il resto ci affidiamo al sentito dire, alle storie che vengono tramandate. E lo stesso vale per quel ragazzino che quelle storie ascolta e fa proprie tra giorni di derisione e rivincita perché tra quei banchi di scuola ha avuto il coraggio di disegnare il calamaro gigante e cioè il suo animale preferito.

«Si spandono nell’aria, ti entrano dalle orecchie e dagli occhi, se ne fregano del cervello che crede sempre di sapere tutto, colano giù fino al cuore e addio.»

Non dobbiamo quindi temere di spingerci oltre, di guardare al cosmo e alle sue bellezze, all’infinito e alla sua indeterminatezza, allo stupore che solo i sogni e le storie sanno suscitarci perché questo e questo ancora è il nostro vivere, la nostra linfa. Ed è ancora questo il filone attorno al quale ruota questo ultimo lavoro di Fabio Genovesi, uno scritto che spazia portandoci sempre più “al largo” in una narrazione senza confini.

«[...] la risposta a chi ha dubbi sul proprio amore per qualcuno. È chiara e semplice, e in realtà è una domanda: Hai ancora voglia di raccontargli storie? Storie su quel che fai, che pensi, che hai visto o sentito. È così che capisci se siete ancora innamorati. [...] L'amore è un bisogno urgente di raccontare, di ascoltare, di condividere e mescolare tutto quello che vivete, che avete fatto dal primo giorno di asilo fino a oggi, ogni cosa ha senso solo adesso che siete insieme e potete raccontarvela.»

Perché Genovesi ci ricorda e ricorda ancora quanto sia importante narrare, raccontare, osservare e far proprie le storie che ci circondano per fare nostri quegli insegnamenti e guardare davvero al mondo circostante.
Un libro che per i suoi connotati o si ama o si odia, uno scritto che spazia prima di tutto nella fantasia e che dunque è adatto a chi ama in primo luogo la scrittura del narratore ma anche quell’immaginazione che la fa da padrona.

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