I diari della tartaruga
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
On the road by bus
Sin dai tempi più antichi la letteratura di viaggio è stata popolare e amata. In fondo l'Odissea scritta dall'immortale Omero intorno al VI secolo A.C. altro non è che il resoconto di un viaggio sia pur lunghissimo, fantastico e allegorico e un altro viaggio può essere quello di Dante nei tre regni dell'oltretomba ne La Divina Commedia o ancora quello di Lucifero dal cielo alla terra e dei nostri progenitori dall'Eden alla vita reale secondo quanto descritto da John Milton in Paradiso Perduto. Per giungere in epoca più recente si passa a narrazioni sicuramente più realistiche come quelle di Defoe per il suo Le avventure di Robinson Crusoe o a narrazioni paradossali ma egualmente minuziose come si addice alla redazione di un diario di viaggio secondo quanto accade ne I viaggi di Gulliver. Facendo un salto cronologico non indifferente si arriva a Sulla strada di Jack Kerouac, Bibbia autentica per i giovani della Beat generation. Sulla strada è "il viaggio" in assoluto e consacra la moda di attraversare gli Stati Uniti Coast to Coast e di percorrere la mitica Road 66.
L'autore de I diari della tartaruga, novello Kerouac e novello Chatwin quest'ultimo il non plus ultra della travel literature, più modestamente a bordo di un vecchio e scalcagnato bus della compagnia Tortuga verde, descrive la sua esperienza di traversata degli Stati Uniti.
Il viaggio è una metafora della vita, come dava a intendere Chaucer ne I racconti di Canterbury e i compagni di viaggio sono allegoriche figure indispensabili alla crescita spirituale dell'individuo. I sodali di Nones quasi tutti giovani e quasi tutti europei, vengono descritti nei loro difetti, ma anche nei momenti di solidarietà espressi nella catena per preparare il cibo o nella selvaggia gioia durante le pause nei pressi di laghetti e fiumi celati ai più.
L'autore non manca di fare delle riflessioni sugli Stati Uniti: territorio vastissimo che passa da centri fortementi urbanizzati, a metropoli estese e a vaste aree dove è quasi impossibile vedere anima viva.Ma a parte la sua concentrazione sulla relazione uomo-natura che fortissima si avverte osservando boschi e laghi, Nones parla anche del contradditorio way of life degli abitanti. Un paese dove le differenze di reddito creano dei forti divari, un paese che confida in Dio come si legge sulle banconote e al contempo si lascia andare al lusso sfrenato o a atteggiamenti decisamente lontanissimi dall'essere cristiani.
Un libro che si legge rapidamente perché interessante nella descrizione e che sicuramente merita un posticino accanto ad altri tomi di letteratura da viaggio malgrado qualche ingenutà di stile da parte del Nones, alla sua prima esperienza letteraria.