Farfalle sul Mekong
Letteratura italiana
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Il viaggiatore ed il turista
Corrado Ruggeri è un giornalista ed ha all'attivo diversi racconti di viaggio, tra cui Farfalle sul Mekong, frutto di un percorso tra Thailandia e Vietnam negli anni Novanta.
Tra queste pagine non vi è la pretesa di esaustività né descrizioni generaliste dei paesi attraversati, bensì la voglia e la necessità di fissare con la penna le impressioni ricevute ed i momenti più curiosi ed emblematici.
Ruggeri non veste i panni del classico turista, ma quelli del viaggiatore, avvezzo a qualche disagio, lontano dai circuiti stellati e dotato di tanto spirito di adattamento.
Il resoconto dei momenti salienti vissuti nei due paesi è piacevole e genuino, senza prosopopee e banalità.
La scrittura è avvolgente, figlia di un professionista senza dubbio, lontana dalla freddezza di taluni diari prodotti da non addetti ai lavori.
Opera paragonabile ad un antipasto letterario che stuzzica l'appetito ma non sazia la conoscenza, quindi è basilare approcciarlo consapevoli di non poter trovare tra queste pagine tutta l'essenza del Vietnam e della Thailandia, ma solamente qualche immagine, qualche viso, qualche costume e qualche accenno storico.
Sicuramente un genere letterario che è nato in sordina e si sta evolvendo, un utilizzo della penna intelligente e divulgativo, in cui è possibile trovare una finestra affacciata su territori del pianeta che non sempre potremo visitare; un genere che diventa mezzo di trasporto per catapultarsi in ogni parte del mondo ed arricchire il proprio bagaglio.
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Farfalle sul Mekong
Scritto quasi venti anni fa questo libro vi farà respirare splendidi scenari d'oriente.
Il testo sostanzialmente si divide tra Tailandia e Vietnam con una piccola dose di umorismo che fa capolino di tanto in tanto tra le pagine, mentre marito e moglie inerpicano in quella che risulta essere una piccola avventura nel Sud Est Asiatico.
Durante la scoperta del primo Stato vengono fatte riflessioni sulla direzione di uniformità in cui versa il mondo, l’esempio comune è quello delle catene di alberghi. Per cui non si riescono a fare distinzioni tra strutture distanti migliaia di chilometri l’una dall’altra, dove all’interno delle quali troveremo gli stessi arredamenti, le stesse scelte di colore e addirittura gli stessi formalismi. Passando poi per il dress code che anch’esso avvicina tutti e, sempre meno, sono le persone che riescono a rimanere aggrappate alle proprie tradizioni.
Anticipando così di ben dieci anni il filosofo Onfray che tratterà indipendentemente il tema, scrivendone un saggio e chiarendo in termini filosofici ogni punto trattato in questa parte del libro (1997 prima edizione di “Farfalle sul Mekong”, 2007 prima edizione di “Filosofia del viaggio”).
Dalla penna del protagonista vengono descritti tutti i momenti di dialogo e i retroscena di una realtà che si sta ancora riassestando. È un volto in parte in ombra quello del Vietnam nel periodo post guerra che preoccupa sensibilmente i due viaggiatori, essi infatti troveranno piccole difficoltà fin dalla richiesta del visto e non riusciranno a nascondere tra le righe le proprie paure.
Il tutto non pregiudica però la stesura del testo che è sempre ricca di dettagli, sotto una pesante impronta giornalistica incapace di farsi sfuggire qualcosa, l'autore sarà in grado di farci percepire ogni sfaccettatura del paesaggio che lo circonda.
Non mancano innovative (quindici anni fa lo erano sicuramente) scoperte gastronomiche come cobra, cane o coccodrillo. E culturali come la cerimonia di matrimonio all’interno di un villaggio Vietnamita.
Bellissima inoltre la scoperta del significato di “Farfalle sul Mekong” ma questa storia lascio che la scopriate leggendo.
Il protagonista, con incessante impegno farà di tutto per comprendere a pieno abitudini, tradizioni e storia dei locali ma per tutto il viaggio non lo vedremo mai abbandonare le scarpe del turista per inoltrarsi in quei percorsi meno battuti che il viaggiatore troverebbe per portamento. Un vero peccato per un testo scritto con tanta ricercatezza ma la battaglia che impelle da sempre e che vede come protagonisti viaggiatori e turisti non accenna ad affievolirsi neppure alle porte del 2013 e Ruggeri non ne è che un altra vittima.
Recensione di R.C. aka Spack Lele