Dove il vento grida più forte
Letteratura italiana
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Groenlandia
Questo libro è stata una piacevolissima sorpresa.
Solitamente non amo questo genere, ma gli aneddoti e le storie raccontate all'interno mi hanno fatto davvero appassionare, e soprattutto, riflettere su una cultura praticamente sconosciuta: gli inuit, o semplicemente gli eschimesi.
Noi li abbiamo sempre immaginati come piccoli abitanti in igloo di ghiaccio, e questa immagine infantile ci rimane anche da adulti perchè, ammettiamolo, non è che gli inuit sono molto noti... non compaiono spesso in tv (direi mai), è quasi impossibile che alla domanda "da dove vieni?" qualcuno ti risponda dalla Groenlandia e così per noi sono sempre rimasti quei simpatici ometti che vivono in un igloo e che quando si salutano si strofinano il naso (cosa che realmente fanno perchè credono che il profumo dell'anima esca dal naso).
è stato affascinante scoprire gli usi e i costumi del popolo inuit, le magie e le credenze che fanno di loro quel popolo così particolare.
Gli inuit sono un popolo semplice, dalle usanze fino al linguaggio che, a differenza dal nostro, non ha molteplici parole per rappresentare le tante piccole sfumature di un unico concetto. Loro non sanno cosa significhi essere depressi, demoralizzati, tristi, infelici, scontenti, ecc, loro stanno semplicemente "male". Sembra un atteggiamento semplice, viene da pensare, perchè noi usiamo ogni concetto separatamente e per noi rappresenta un determinato umore, ma ammettiamolo, è inutile girare intorno ad un concetto, quando non stiamo bene, stiamo male. Punto.
è stato meraviglioso scoprire il rispetto che il popolo inuit ha per la natura, il loro atteggiamento verso le cose e verso le persone, così aperto e genuino...
è proprio per questo motivo che sono rimasta così sorpresa nell'apprendere dell'accanimento di associazioni come Greenpeace contro questo popolo così mite. Gli hanno tolto non solo il sostentamento, ma soprattutto la loro unica ragione di vita.
Sì, è vero, la caccia alle foche può sembrare un attività barbara a noi che basta aprire il frigo per poterci sfamare, ma loro non cacciano per sport, lo fanno per vivere, per mangiare, per coprirsi, perchè con le pelli fanno anche questo...
Spero che il destino di questo popolo non sia segnato come invece sostiene lo scrittore Robert Peroni, e la speranza forse è proprio nelle nuove generazioni, più aperte verso le diversità e quindo forse anche verso il popolo inuit, la cui diversità deve essere preservata come quella di tutti i popoli.
Questo e molto altro ho letto in "Dove il vento grida più forte"..