Dei, demoni e oracoli
Letteratura italiana
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1933 missione Tibet
Nato nel 1894, orientalista ed esploratore, Giuseppe Tucci era considerato uno dei piu' grandi tibetologi dei suoi tempi.
Tra le otto spedizioni nel Paese che egli affronto' nel corso di un ventennio, il volume "Dei, demoni e oracoli " propone l'esplorazione del 1933 nel Guge, regione del Tibet occidentale di rado raggiunta dai viaggiatori . Cime altissime oltre i cinquemila metri, un clima ostile e sentieri impervi erano luoghi ancora avvolti da un 'aura leggendaria, dove la realta' era tratteggiata dall'incerto passaparola di sporadici visitatori, visto che - oltre alle difficolta' del territorio- la regione era vietata agli occidentali.
Avanzando lentamente con la carovana di Tucci in un percorso durato circa quattro mesi potremo perlustarare paesaggi ameni ed affascinanti, picchi montagnosi ricoperti di neve e ripidi pendii rocciosi nel cui desolato e ammaliante panorama venivano costruiti piccoli villaggi o innalzati storici, imponenti templi ormai destinati ad un lento ed inesorabile sgretolamento.
Ma un viaggio nel Tibet piu' blindato non era solo raccolta di oggetti da studiare e destinare a musei, non solo scattare fotografie e girare filmati. Si trattava di entrare in sintonia con un popolo che abitava un paesaggio piu' psicologico che fisico, dove mente e natura si confondevano, dove l'ambiente non era piegato a misura d'uomo ma l'uomo cercava di adattarsi armoniosamente ad esso. Ecco quindi che la ricerca scientifica di Tucci diventa uno studio dell'occulto, una fusione spirituale per accedere profondamente alla tradizione della antica civilta' tibetana.
Interessantissima la biografia dell'autore, di buon livello la penna, accattivante ed elitario il contenuto proposto, purtroppo lo stile diaristico ha fortemente disatteso le mie esigenti aspettative.
Le pagine trattano la spedizione giorno per giorno, le fitte descrizioni dei luoghi e degli uomini incontrati non godono di quella tridimensionalita' di scrittura che renderebbe la narrazione avvincente ed emozionante. Ho trovato il testo piuttosto piatto e , purtroppo, a lungo andare noioso e ripetitivo, sebbene sia innegabile il valore dell'apporto documentaristico. Forse non lo rileggerei con tanto entusiamo a priori ma di sicuro ricomprerei il libro, del resto non conosco altri mezzi che mi conducano nel Guge, nell'anno 1933.