Annibale Annibale

Annibale

Letteratura italiana

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Quanto pesano le ceneri di Annibale? Si chiedevano i romani al termine della seconda guerra punica. Niente, era la risposta. Eppure lo spauracchio si trasformò in eroe, l'eroe in mito e il mito in leggenda. Ed è questa leggenda che invade il Mediterraneo fino a lambire le porte dell'Asia. Quella che ci viene incontro è la storia di un uomo, temuto e rispettato, e dei luoghi che lo hanno reso celebre. Con una scrittura che illumina e che rende i fatti storici più contemporanei della cronaca, Paolo Rumiz si imbarca in un viaggio che parte dalla Sardegna -"l'isola che profuma di Oriente" -, passa per il Rodano, il Trebbia, la leggenda delle Alpi e degli elefanti, l'inferno di Canne, e arriva fino in Turchia, sulla tomba del condottiero.



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Annibale 2016-12-07 20:19:06 Anna_Reads
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Anna_Reads Opinione inserita da Anna_Reads    07 Dicembre, 2016
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Vincere scis, Hannibal, victoria uti nescis.

Annibale, un viaggio – Paolo Rumiz, 2008

Vincere scis, Hannibal, victoria uti nescis.
(Sai vincere, Annibale, ma non sai sfruttare la vittoria)
Premessa.

Libro approcciato per questioni di “lavoro” cercando di appassionare i virgulti più o meno giovani alla Storia.
Approcciato quasi di malavoglia perché sia alle elementari che alle medie era per Scipione che il mio cuore batteva. Per i Romani in genere e per Scipione in particolare. Ricordo di aver saccheggiato la biblioteca del paesello sulle tracce del mio eroe e di aver scovato un tomo dal poetico titolo “Con le Legioni di Scipione”. Ci ho passato su l’estate della terza elementare, se non ricordo male, la bibliotecaria mi ha pure scritto perché lo restituissi dopo tre rinnovi (giusto per dimostrare che son sempre demente uguale, l’ho appena comprato su ebay, giusto per vedere se lo so ancora a memoria).
Comunque il mio amore per la civiltà Romana è continuato al liceo ed aumentato studiando il latino (allo scientifico), ho amato l’idea di civiltà dei Romani che passava attraverso strade, ponti e acquedotti, attraverso una meravigliosa lingua comune, attraverso la cittadinanza come privilegio, attraverso imperatori di Roma nati in Spagna e in Africa.
Traiano, Settimio Severo… fino all’ultimo grande fuoco di Giuliano.
(E poi ci ha pensato il cristianesimo a mandare tutto in vacca. Ma questa è un’altra storia).
Una civiltà pragmatica, ma che amava l’otium (il tempo libero utilmente impiegato) e detestava il negotium (il dovere che – appunto – negava l’otium).
Alle medie avevamo letto un libello – che ovviamente ho rimosso – su Annibale in Italia, ma adesso che gli ardori di son sopiti, ho pensato di riavvicinarmi al cartaginese e provare a conoscerlo un po’ meglio e non solo come l’avversario di Scipione.
Rumiz fa un gran lavoro, con il suo protagonista. Lo segue da Cartagine, alla Spagna, attraverso le Alpi, lungo la “mia” Val di Susa, sull’Appennino, Trebbia, Trasimeno, Canne, Capua… e poi via, Zama, Turchia…
Annibale si nasconde, ma si rivela sorprendentemente in una quantità spropositata di toponimi, ovunque sia passato, diversamente dall’Africano. Si palesa in un nugolo di personaggi che si sono dedicati a lui e alla sua parabola e che l’autore incontra per fare un pezzo di strada assieme. Si mostra in Livio e Polibio in brevi ritratti, aneddoti, guizzi.
Insomma, la storia la conosciamo tutti, ma letta così fa davvero palpitare e costringe ad inchinarsi all’ingegno del generale e anche alla grandezza di Roma.
Restano impresse la traversata delle Alpi, la Via Emilia e il pantano che era la Pianura Padana, la della carneficina di Canne ("Sessantamila morti fanno seicento cataste di cento corpi ciascuna. Il doppio di Austerlitz. Più dei caduti americani in anni di guerra in Vietnam. Canne è la più orrenda strage del mondo antico, l'epifania di una morte sconcia, deturpante.
Una morte "moderna"; la stessa che racconta Remarque a proposito della Grande guerra. A Canne si celebra l'epitaffio del duello omerico, quello che finisce con i corpi lavati e profumati da consegnare all'eternità. La battaglia di Cheronea fu un trauma per i Greci, ed ebbe quattromila caduti. Al confronto, Canne è l'inferno").
Così come restano le descrizioni dei popoli italici dell’appennino, di solito liquidati in poche righe, sui libri di storia.
Ed alla fine persino io mi sono affezionata a questo personaggio sfuggente ed alla fine sfuggito, ma sempre lì, pronto a saltar fuori nel nome di un passo di montagna, di una fonte, di un ponte.
O in città che portano il suo cognome (Barcellona, per dire. Ok, non è certo, ma importa?).
Suicida per la ruffianeria di uno sciocco, non fu più fortunato Scipione, morto in disgrazia e dimenticato.
Ataturk ha fatto costruire un monumento funebre per celebrare il cartaginese.
A Scipione non resta che essere strombazzato (e storpiato) allo stadio quando si suona il tremendo inno nazionale italico (pare che sia suo l’elmo di cui l’italia s’è cinta la testa).

Mi sa che alla fine, essere il mio eroe porta veramente male.

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Annibale 2013-11-04 18:31:49 Allepg
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Allepg Opinione inserita da Allepg    04 Novembre, 2013
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Magico viaggio sulle traccie di Annibale

si viaggia alla ricerca delle traccie lasciate dal mitico condottiero cartaginese. Dalla discesa delle Alpi, al Trasimeno, alla battaglia di Canne che diventa una tragica tonnara di fenicia memoria per l'esercito romano. La scrittura è piacevole e scorrevole, i luoghi sono fotografati dalla curiosità e dalla ricerca appassionata dell'autore. La storia e le battaglie rivivono nella loro cruda realtà con una ricostruzione dettagliata e documentata. Poesia, mito, ricordo, mistero, tutto in questo libro.

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Annibale 2009-08-20 20:46:05 andrea porzio
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Opinione inserita da andrea porzio    20 Agosto, 2009

il narcisistico viaggio di paolo rumiz

secondo me è un libro truffa. si dovrebbe chiamare il viaggio di paolo rumiz che ripercorre gli stessi luoghi da dove è passato annibale. mi aspettavo di la ricostruzione storica del viaggio di annibale invece ho letto solo il narcisistico viaggio di questo erudito autore che scorrazza per il mediterraneo dando solo qualche cenno storico e compiace se stesso nel dire che è stato in tanti posti. si intravede nel libro l'essere colto dell'autore ma alla fine è un inganno. 16 euro buttati

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