Narrativa italiana Libri per ragazzi Viki che voleva andare a scuola
 

Viki che voleva andare a scuola Viki che voleva andare a scuola

Viki che voleva andare a scuola

Letteratura italiana

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La presentazione e le recensioni di Viki che voleva andare a scuola, opera di Fabrizio Gatti edita da Rizzoli. Questa è la storia vera di Viki, un bambino arrivato in Italia dall'Albania. Una sera d'inverno un cronista, perlustrando la perifia di Milano, ha visto un bambino fare ritorno da solo in una baraccopoli popolata da clandestini. Viki e la sua famiglia vengono dall'Albania e stanno cercando di inventarsi una nuova vita in Italia. Viki ha una marcia in più: è bravo a scuola e vuole imparare.

Fabrizio Gatti lavora come inviato per il settimanale “L’Espresso”. Le sue inchieste da infiltrato sotto copertura sullo sfruttamento criminale del lavoro e sul viaggio dei clandestini verso l’Europa, raccontato anche in Bilal (Rizzoli, 2007), hanno fatto il giro del mondo. Per ragazzi aveva già pubblicato nel 2003 Viki che voleva andare a scuola.



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Viki che voleva andare a scuola 2013-03-12 19:28:03 Pia Sgarbossa
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Pia Sgarbossa Opinione inserita da Pia Sgarbossa    12 Marzo, 2013
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IL LIBRO CUORE dei nostri giorni.

Chi sono i fantasmi della società? Vi siete mai sentiti un fantasma?
Io per esempio vorrei esserlo quando mi sento aggredita ingiustamente e vorrei tanto essere invisibile, giusto il tempo che la morsa in cui si trova il mio cuore passa , e torna in esso di nuovo la calma...ma questa è un'altra storia.
E' la storia vera di un bambino: non si chiama Marco. Il suo nome è Viky: un bambino intelligente che ama andare a scuola ad imparare.
Non va dagli Appennini alle Ande. Dall'Albania viene in Italia con la mamma e la sorellina, per riunirsi al papà che lavora a Milano.
Prima di partire la nonna confeziona per la piccola un orsetto blu di stoffa, perchè le trasmetta conforto e serenità : Burrel sarà il suo nome.Regala anche a Viky l'unico libro che ha : "Il piccolo principe".
Il viaggio in gommone è un'esperienza traumatica che a fatica sono riuscita a leggere , tanta è stata la commozione che mi ha preso...e Burrel cade in acqua...e per la bambina acquisterà significato diverso!
Giunti dal papà scopriranno che la vita che conduce non è poi così migliore che in Albania : le condizioni sono pessime ed incivili ... siamo in una baraccopoli...dove ci sono persone che vivono come... fantasmi della società...
Ma la scuola per fortuna accoglie senza pregiudi e mi ritrovo a rivivere alcune mie esperienze lavorative. Una scuola accogliente, una scuola che crede nell'integrazione... non è molto, ma è già qualcosa !!!
E Viky a scuola trova un buon ambiente, dove maestre e compagni lo fanno sentire bene.
Ma ritornerà nuovamente Burrel , sotto una nuova veste!
Per fortuna nella nostra società ci sono anche persone sensibili , attenti e che soprattutto si attivano a fare qualcosa...
Un grazie al giornalista Fabrizio Gatti , alla sua importante opera di solidarietà nei confronti di Viky e della sua famiglia: magari ce ne fossero di numerose persone così !
La professoressa nella classe del bambino dice che i banditi e gli assassini sono le persone che si nascondono nella società...e Viky pensa: ma anche io devo naacondermi , perciò sono un fantasma?...Io, Brunilda, mamma e papà siamo dei fantasmi?
A VIKY.
No, caro Viky, non sei un fantasma, e mi spiace che la vita ti abbia fatto credere di esserlo... e mi spiace di non poter far nulla per tutti e soprattutto per quei bambini che ogni giorno come te vivono simili tristi situazioni...
A TUTTI
Se vi capita di vedere una baracca in cui vivono delle persone, pensate che lì dentro ci potrebbe essere un bambino che come Viky ama la scuola.

Cari amici lettori, caldeggio di cuore la lettura un libro simile... un libro che ha trovato me...il caso ha voluto che mi trovasse e io sono felice di essere stata scelta ...
Termino questo mio scritto inviando un abbraccio simbolico a tutte le persone di questo mondo che per forze maggiori si sentono di vivere come dei fantasmi...persone invisibili per la società.

Pia

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Ai ragazzi a partire dagli otto anni in su. A tutti coloro che sono sensibili e attenti alle sofferenze contemporanee.
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