Tutto quello che siamo
Letteratura italiana
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MARINA E LA SUA VITA DI ADOLESCENTE
Tutto quello che siamo, racconta la storia di Marina una diciannovenne che vive un periodo difficile della sua vita.
Si sente inadeguata nel mondo in cui vive, si sente fuori posto e incompresa come se fosse dentro un labirinto e non riuscisse a trovare l’uscita.
Sua madre non c’è più,ha un padre severo e autoritario, che non la considera e che ha poca fiducia in lei, la sua opinione non conta nulla e basta poco per farlo arrabbiare.
Marina potrebbe scappare via lontano, lasciare il paese, la casa in cui vive ma che non sente sua, ma deve pensare al suo fratellino Filippo che non può lasciare da solo.
Il padre si è risposato con una donna odiosa, fissata con la dieta e ogni occasione è buona per mettere in cattiva luce Marina, nei confronti del padre.
La protagonista ha un sogno quello di poter studiare all’Accademia delle Belle Arti, ma per il momento può solo sognare ad occhi aperti lì in quel bar di fronte all’istituto, dove lei lavora per poter mettere da parte qualcosa, forse per un futuro da sola con il fratello.
Il pomeriggio lavora nel negozio dell’amico Dario, un ragazzo mantenuto dalla madre, che non sa cosa vuole fare dalla vita e si ubriaca ogni sera a delle feste assurde.
Ad aiutare la protagonista c’è anche Ginevra, la sua amica del cuore, che si lascia coinvolgere in una storia con un uomo più vecchio di lei.
L’inizio del libro è molto duro e triste, Marina non vive bene la sua età, ricorda che nemmeno la madre l’ha mai fatto, lei non era felice ma è rimasta ugualmente con il padre perché”Le era stato insegnato che un matrimonio è per sempre e questa era l’unica cosa che importava”.
Nonostante tutto quello che doveva subire, anche se era stata tradita e picchiata, la madre di Marina era sempre rimasta insieme al padre.
La ragazza è convinta che nella vita la ruota non giri, non è che de da piccolo se sei uno sfigato crescendo hai un riscatto, no, se le cose iniziano male poi non possono che andare peggio.
E quando in tutta una vita Marina non mai ricevuto l’amore che merita, in quell’età ,a diciannove , per un po’ d’amore si commettono degli errori.
“E quando si è disposti a tutto pur di mendicare briciole di affetto, si finisce per incontrare un sacco di gente che se ne approfitta”.
Come nel caso di Christo, brasiliano che con la sua aria da ragazzo di strada, con i suoi dread e il suo sorriso, fa innamorare Marina solo che lei non riesce a parlarci, ma un giorno le cose cambiano i due escono insieme, ma la loro relazione non è proprio quella di cui Marina ha bisogno.
I loro incontri sono pressoché fisici e privi di sentimenti, fanno solo che aumentare l’estremo bisogno che ha la ragazza di essere amata, di trovare una persona che si prenda cura di lei.
Ma Marina ci casca ancora e ancora, deve scontrarsi con la dura realtà della vita, fino almeno quando incontra Nic, il classico principe azzurro che al posto del cavallo ha lo skate.
Nic è dolce, attento, simpatico ma ha un segreto che mantiene per quasi tutta la storia e che spiazzerà e devasterà ancora una volta Marina.
“Quando il cervello subisce un forte trauma psicologico, entra in uno stato di stress molto intenso e crea dei meccanismi di difesa per garantirsi la sopravvivenza e contenere il dolore”.
Per la sua giovane età, Marina, ha già subito una serie di perdite e di traumi ai quali poche persone sarebbero riuscite a tirare fuori il coraggio, che invece la ragazza è riuscita a far uscire in queste situazioni.
Io l’ho apprezzata moltissimo, quella sua estrema fragilità, ma anche la sua ricerca costante di un po’ d’affetto, anche se in alcuni casi si è intrufolata in situazioni sbagliate.
“Mi aveva preso il cuore, l’aveva accarezzato, cullato e protetto e poi sul più bello lo aveva scagliato contro il muro.”
Molte volte parliamo di seconde occasioni,e contrariamente a cosa pensa Marina all’inizio forse la ruota girerà anche per lei, ci potrebbe essere da un momento all’altro, una possibilità anche per lei.
Adoro Federica Bosco, il suo stile inconfondibile, unico che ti colpisce sempre anche quando scrive un genere diverso dalla chick lit e quando ti trasporta all’interno della storia.
I personaggi sono ben delineati e definiti,ho apprezzato moltissimo Marina, la sua fragilità e allo stesso tempo la sua forza e anche Dario con la sua ironia e la sua completa confusione nei confronti della sua vita.
Non sono abituata a leggere Federica in questa veste, in questo modo così drammatico e così triste, di solito leggiamo storie di single che si prendono un po’ in giro, autoironiche e diciamo che si cacciano in situazione assurde e divertenti.
Anche in questa veste l’autrice non delude e ci regala una storia reale, piena di buoni sentimenti, e dove la protagonista cresce con l’evolversi della storia, ma in un certo senso rimanendo sempre Marina, con il suo sogno di disegnare e con il suo estremo bisogno di trovare l’amore che merita.
Indicazioni utili
Un'adolescente allo specchio
Un’adolescente arrabbiata. Questo è lo schiaffo che prendi quando tieni in mano questo libro. Nel leggerlo ti scorre fra le mani la sua vita, le sue difficoltà, i suoi dolori. Conosci i suoi occhi che sono laghi pieni di tristezza e di paura. E i punti a cui si aggrappa: l’amica del cuore, il suo migliore amico e soprattutto il fratellino, col quale il rapporto è di una tenerezza incredibile. Lo stile è molto immediato, vivace, però queste pagine stancano un po’. Sembrano fin eccessive, costruite, forse una storia un po’ troppo trascinata, che poteva essere più breve. Un libro scritto per adolescenti, un po’ alla Moccia, un po’ alla After. Questa è l’impressione che hai. Verso metà libro c’è una lettera che Marina scrive a sua madre. Questa lettera ti smuove qualcosa dentro. Riprendi la lettura ed ancora ci trovi qualcosa di fittizio. Però le impressioni cominciano ad essere altalenanti. Finchè poi leggi i ringraziamenti. E capisci che il libro non è così costruito come pensavi, che quel dolore che hai visto negli occhi di Marina, forse è stato anche negli occhi e nel cuore di Federica. Forse il libro è un po’ autobiografico e comunque non è solo una storia. E’ vita. Allora lo riconsideri. Capisci che forse non l’ha raccontato poi così bene questo dolore, perché era un dolore vero, un dolore suo, troppo forte per essere trasferito nelle pagine di un libro. E forse, dopo tanti libri scherzosi, questo è il suo primo libro vero. La Bosco è un’autrice molto ironica, molto frizzante. Con questa sua opera mi stava un po’ deludendo, perché ho pensato che si fosse piegata alle leggi del mercato, invece la leggerò ancora. Può essere che questo libro sia un po’ uno scivolone, almeno stilisticamente, però forse è un suo nuovo punto di partenza. Perché sicuramente l’autrice si porta dentro stati emotivi difficili. Mi aspetto che ne scriva ancora, forse in modo un po’ più maturo. Forse guardando ancora più se stessa, senza pensare al pubblico per cui scrive.