Tre volte te
Letteratura italiana
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Tre volte NO
Step è tornato. Sono passati ormai sei anni da quando lo abbiamo lasciato sotto casa di Gin, paziente, colpevole, speranzoso di un perdono.
In questo terzo e ultimo capitolo troviamo uno Step più maturo che si trova a dover fare i conti con le decisioni prese fino ad ora, ma soprattutto con quelle che dovrà prendere nell'immediato futuro. Step è tornato, ma insieme a lui sono tornati anche Gin, Babi, Pallina, i ricordi di Pollo, i Budokani e tutti i personaggi che tanto ci hanno tenuto compagnia nei due capitoli precedenti.
La mio Io adolescente aveva fatto i salti di gioia all'idea di questo sequel e soprattutto al ritorno di tutti questi personaggi che avevo amato. Se solo fossero tornati per davvero.
'Tre volte te' dice Step nel romanzo, 'Tre volte NO' dico io.
NO per lo stile. Lo stile di Moccia è sempre stato piacevole, scorrevole, alternava dialoghi a descrizioni e riflessioni; l'impressione che invece ho avuto leggendo questo suo ultimo libro è stata quella di una lunga, lunghissima sceneggiatura. Pagine di dialoghi che, di fatto, non dicono nulla e che non aggiungono assolutamente alcunché alla trama che già di per se è abbastanza debole.
Ed infatti NO per la trama. Scontata, a tratti banale e costruita con il chiaro ed unico scopo di poter 'salvare' i personaggi principali, quasi come a volerli riabilitare agli occhi del lettore.
Non mi è piaciuta l'idea di dover per forza trovare una conclusione a tutto, anche per episodi che si credevano belli che conclusi nei due libri precedenti (come la morte di Pollo).
La vita a volte non dà delle conclusioni, lascia domande e le risposte spetta a noi trovarle, forse avrei apprezzato di più questo realismo nel libro.
Infine il NO più grande ai personaggi.
Ho provato a ritrovare quelli che avevo tanto apprezzato nei capitoli precedenti, ma non riuscendoci ho cercato di apprezzare questa loro nuova versione, senza però successo.
Che fine ha fatto Step? Seppellito sotto righe e righe di una trama inutile e di un finale già annunciato nelle prime pagine. Un personaggio da sempre forte e allo stesso tempo pieno di fragilità che in questo capitolo conclusivo si mostra debole, in balia degli eventi e dei suoi stessi pensieri, incapace di mantenere una posizione per più di una pagina e che, a parer mio, si fatica ormai a giustificare.
Premetto di non essere mai stata una fan di Babi, ma non mi sono nemmeno potuta ricredere: viziata, manipolatrice, arrogante e sì, parecchio egoista, ma non mi dilungo perché tutti gli aggettivi che aggiungerei sarebbero di questa stoffa.
Ed infine il solo personaggio che salvo è Gin, l'unica che per paura di amare, paradossalmente, ama troppo e per davvero.
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- sì
- no
Speravo meglio!
Nel complesso è stata una piacevole lettura sotto l'ombrellone. Un tuffo nel l'adolescenza in cui avevo letto i due libri precedenti. Come già letto su altre recensioni la descrizione così dettagliata del lavoro di step risulta essere inutile e porta via tempo alla Storia dei protagonisti. Però situazioni surreali, ragazzi delle peggio borgate di Roma che mangiavano panini in piazza che ora come per miracolo bevono champagne come se fosse acqua. Ostentano ricchezza ovunque..Descrizioni di rapporti sessuali che ricordano 50 sfumature. E poi 40 capitoli di intrecci lavorativi quasi inutile e la storia dei 3 protagonisti che si chiude negli ultimi 2 capitoli? Meritavano più spazio. Comunque e in attesa che esca il film mi rileggo 3 metri sopra al cielo per ritrovare uno di magia! Per chi no avesse letto i 2 libri precedenti non vi preoccupate nel racconto ci sono molte descrizioni di fatti avvenuti prima che vi permetteranno di capire fino in fondo tutta la storia!
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Che amarezza!
Tre metri sopra il cielo l'ho trovato bellissimo perché con la sua semplicità è riuscito a descrivere alla perfezione un amore puro e vero, per nulla scontato e penso che abbia fatto sentire chi l'ha letto un po' parte di quella storia. Purtroppo non posso dire lo stesso di Tre volte te... personalmente l'ho trovato per certi versi scontato e in alcuni punti ha persino sfiorato il ridicolo, andando a rimarcare spesso e volentieri anche i marchi dei vestiti, oggetti, ecc... cosa per quanto mi riguarda non necessaria. Inoltre ho trovato pesante le continue descrizioni sul lavoro di Step e su quell'ambiente in generale, troppo dispersivo. Ho trovato scontato anche il fatto che Babi torna dopo 6 anni, proprio quando Step sta andando bene con la sua agenzia, è famoso e si sta affermando (guarda caso). Ci stava alla grande il suo ritorno (magari un po' prima) e anche il finale ma secondo me si potevano trovare altri modi per arrivare alla medesima conclusione perché per quanto mi riguarda è stato ingiusto e anche troppo semplicistico anche il ruolo che si è dato a Gin. Belli tutti i ricordi di Step che rimandavano al primo libro e anche le sue riflessioni, nel complesso piacevole da leggere, anche se visto come inizia il primo capitolo è abbastanza scontata da subito la conclusione. Mi aspettavo di meglio, un po' di quella magia che mi aveva lasciato Tre metri sopra il cielo.
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Ho voglia di te
Delusa
Sono un po' combattuta nel scrivere questa recensione.
Ho tanto aspettato e sperato in un seguito che potesse ridarmi l'amore di Babi e Step, ma adesso che l'ho finito non riesco a capire se ne valeva la pena o no.
Non fraintendetemi, io avrei voluto che tutto finisse a quella pagina con scritto: Io e te... tre metri sopra il cielo, quindi meglio così che niente.
Ma che senso ha avuto questa storia?!
Babi ha continuato ad essere la persona diversa che si era presentata al secondo libro e che non aveva niente a che fare con la persona del primo, Step irriconoscibile, senza polso, diventato così come non avrebbe mai voluto senza neanche aver mantenuto qualcosa di quello che era, Gin da manipolatrice pronta a tutto a santa.
Per più di metà libro Babi si è vista tipo 2 volte, mentre tutto andava avanti a rilento, con narrazioni inutili sulla vita lavorativa di Step (credo che questa sia l'unica cosa che accomuna tutte le recensioni)! E poi che cavolo è quella storia della casa in affitto?! Ma per piacere! Era tutto troppo surreale per essere apprezzabile!
Mi sarebbe piaciuto vedere lo stesso finale con un cammino diverso... perché diciamocelo l'inizio era promettente.
Peccato che la scrittura di Moccia sia cambiata così tanto, prima di leggere questo ho ripreso per mano il primo e è tutto così diverso da non sembrare neanche lo stesso autore.
Quel libro era per il cuore, questi sono delle sceneggiature per film.
In ogni caso lo rileggerei, dovevo sapere.