Le favole di Zoolandia
Letteratura italiana
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Le favole di zoolandia
La prima cosa che colpisce ne “Le favole di zoolandia”, favole che traggono la loro matrice ed ispirazione dagli insegnamenti di Esòpo, è l'immagine di copertina.
Un cigno che si muove maestoso su onde increspate, bianco come la neve e puro come i sogni.
Sono proprio essi, i sogni, il centro e l'elemento che fanno da filo conduttore a queste storie che hanno per protagonisti animali umanizzati; racconti pensati probabilmente per i bambini, ma allo stesso tempo destinati soprattutto ad un pubblico adulto.
E' nel raccontare, che una madre narra con la voce ai suoi figli, storie di altri mondi ed è attraverso essa che i protagonisti delle storie, quasi in un’ottica pirandelliana, prendono vita.
Narrare significa trasmettere, incantare, indurre al sogno ed è questo che accade leggendo le diciotto favole di Massimo Baldi. I protagonisti prendono vita e assistiamo ad uno scenario incredibile, una sorta di palcoscenico sul quale poco alla volta prendono posto una farfalla, una formica, uno scoiattolo e una rana, un gallo ed un cane, un’ape ed un rospo e così via.
Tanti animali che diventano simili all’uomo, non solo per il linguaggio sapientemente coniato per loro dall’autore, ma anche per i sentimenti che li contraddistinguono e che li animano, alla stessa maniera degli esseri umani.
L’autore ci conduce per mano, con un linguaggio semplice e libero da fronzoli, ad intraprendere un viaggio attraverso i fantastici mondi delle favole, facendo conoscere al lettore, storie che lo portano direttamente verso quella che potremmo chiamare "l'isola che non c'è".
Se è vero che le favole sono destinate ai bambini, è altrettanto vero che esse vanno spiegate, perché celano tra le parole insegnamenti che vanno al di là di una semplice spiegazione.
Tutti questi elementi stanno alla base di "Le favole di zoolandia", prima raccolta di narrativa del poeta Massimo Baldi, che ci consegna con questo libro, racconti solo apparentemente semplici e come dicevo sopra, destinati ad un pubblico infantile.
In realtà addentrandosi nelle storie, diventa chiaro che la morale va al di là dell'apparenza e della semplicità della narrazione e ne è prova il fatto che, a chiusura di ogni storia, l’autore spiega quella che è la "sua " morale, ovvero il messaggio di fondo che egli ha voluto donarci racconto dopo racconto.
A corredo delle favole, ci sono splendidi disegni che rappresentano la parte fondamentale di ciascuna storia, tavole tratteggiate delicatamente e lievemente, così come lo sono questi racconti, destinate ad incantare il un vasto pubblico di lettori, che giungono fino in fondo al libro quasi senza rendersene conto.
Storie capaci di sublimare la realtà con la fantasia da un lato e di stimolare una serie di riflessioni dall'altra.
Complimenti all’autore per questa prima opera di narrativa con l’augurio che a questa opera prima ne seguano molte altre.
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Non solo per bambini
Parlare di favole al giorno d’oggi sembra quasi anacronistico, un’epoca questa dove nulla è lasciato agli immensi spazi della fantasia, quella capacità di creare e immaginare che è indispensabile nello sviluppo dei bimbi.
Eppure questo genere letterario, fornito sempre di una morale e i cui protagonisti sono normalmente animali che sviluppano vicende metaforiche, riesce a resistere all’incalzante omologazione tesa a rendere gli uomini più simili alle macchine che a esseri viventi e pensanti.
Non stupisce quindi l’uscita di una nuova raccolta, scritta da Massimo Baldi che ha già al suo attivo la pubblicazione di una silloge poetica. Anzi, se devo essere sincero, queste favole, elaborate da un artista che trova soprattutto nei versi la sua forma espressiva più idonea, valgono a rafforzare il concetto della simbiosi fra narrativa per bambini e liriche, accomunate entrambe da diversi elementi, ma soprattutto appunto dalla metafora.
Questi testi, dal linguaggio semplice, ma non elementare, in realtà nascondono riflessioni che si adattano bene anche a un lettore adulto, troppo preso in genere dal pragmatismo di un’epoca nella quale, per rincorrere chimere, ci si dimentica facilmente di quel che si è e del senso della vita.
Baldi, con i suoi animali umanizzati, sembra ricordarcelo a ogni favola, arrivando al punto di esprimerne i concetti con una breve didascalia finale, in cui viene esplicitata quella morale altrimenti esposta metaforicamente.
Si va così dallo scambio di identità fra la formica e la farfalla, ovvero dal desiderio di essere un altro individuo, dimenticando che per ognuno di noi ci sono pro e contro, all’inevitabile conflitto fra l’ippopotamo e il coccodrillo, in cui la cattiveria genera altra cattiveria, un invito quindi al reciproco rispetto e a vivere in pace.
Quanti adulti hanno dimenticano queste logiche, quanti uomini maturi nascondono dietro una facciata di austero perbenismo un’immaturità che li porta a dimenticare che nella vita siamo in tanti, ognuno con le proprie caratteristiche e le proprie aspirazioni, legittime queste ultime, purché consapevoli che ogni ruolo ha i suoi vantaggi e i suoi difetti, e che in ogni caso deve sempre coesistere con le esigenze degli altri.
Se queste favole brevi, aggraziate, quasi inclini alla poesia saranno di piacevole lezione ai più piccini, anche chi le leggerà per loro finirà pertanto con il trovare più di un motivo per non considerarle solo delle favole per bambini.