Io, te e il mare Io, te e il mare

Io, te e il mare

Letteratura italiana

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«Ti sei mai sentito solo al mondo? Ti sei mai sentito senza un senso, diviso a metà, come se ti mancasse qualcosa? Ecco, quando ti ho visto per la prima volta è stato come ritrovare la parte di me che avevo perso, forse, quando ho messo piede in questo mondo». Eccola, l'essenza del primo, vero amore, che travolge i protagonisti di questa storia: la sensazione meravigliosa che, tutto a un tratto, il caos che hanno dentro trovi finalmente un punto intorno al quale sciogliersi, permettendogli di accarezzare quella felicità di cui fino a un momento prima avevano solo fantasticato. Perché quando si è ragazzi e ci si ama, si può davvero tutto, persino regalarsi il mare. Che poi, a pensarci bene, ogni cosa bella comincia sempre da lì, dal mare, metafora perfetta di quell'esplosione di emozioni che senti dentro quando ti innamori. Il mare, che quando ci entri lo fai velocemente, senza pensare alle conseguenze: ti tuffi e basta. Il mare che, da solo, è in grado di curarti il cuore e che, persino quando ti tramortisce con le sue onde, è talmente bello che proprio non riesci a concepire che potrebbe anche farti del male. Eppure potrebbe, potrebbe eccome. E infatti, la lei e il lui di questo romanzo in cui i sentimenti si muovono liberamente attraverso le poesie e la prosa, ben presto saranno costretti ad affrontare le loro personali tempeste: un misto di insicurezze, fragilità, paura di non essere "abbastanza" con il rischio, inevitabile, di andare alla deriva, l'uno lontano dall'altra. Pure loro mare, un mare mai calmo, che distrugge tutto ma che vale sempre la pena guardare, respirare, vivere, anche se fa male, fin che ce n'è.



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Io, te e il mare 2018-05-14 17:06:31 Belmi
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Belmi Opinione inserita da Belmi    14 Mag, 2018
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Una ventata di freschezza

Prima di iniziare ho sfogliato qualche pagina senza leggerle e subito mi è presa la noia, un’altra ragazza giovane che non è capace di scrivere un libro e deve utilizzare pezzi presi qua e là, con molti spazi bianchi che intervallano le varie parti.

Ma è bastato iniziare la lettura che subito ho capito che in questo caso la situazione era diversa.

Marzia Sicignano ha vent’anni, anche lei come molte altre ha avuto la possibilità di pubblicare il suo primo libro grazie alla rete che l’ha fatta conoscere, quello che la distingue da molte altre è l’approccio che l’autrice ha.

La Sicignano parla di un argomento che prima o poi tocca un po’ tutti, il “primo amore”, quello con la “A maiuscola”, quello che per la prima volta ti toglie il fiato e ti fa pensare che il prima è solo una vecchia storia. So di essere un po’ troppo poetica, ma la giovane autrice, con questo libro, mi ha fatto sentire un po’ Proust con la sua madeleine. Difficile, dopo aver letto le sue parole, non pensare al proprio di primo amore.

In un alternarsi di prosa, poesia “moderna” e disegni, siamo catapultati nel mondo giovanile del primo amore, quello che mostra le fragilità e le insicurezze; quello che non ti fa dormire la notte e che per paura di vederlo finire non te lo fa vivere fino in fondo.

Il cambiamento fra prosa e poesia invece di impoverire, arricchisce, e le immagini poi sono davvero molto significative e ben fatte. Non conoscevo l’autrice, ma il suo libro mi ha coinvolta ed emozionata e mi piace soprattutto il fatto che leggendo le interviste che ha rilasciato, non si sia montata la testa e che tenga i piedi ben saldi a terra. Brava!

“Forse è solo un puntino,
la nostra storia,
tra tutti gli altri puntini
che sono le storie degli altri
e che,
messi insieme,
fanno una terra fatta
a tratteggi,
forse la nostra storia
non avrà cambiato il mondo
forse non avrà fatto nessuna differenza
ed è solo una storia come un’altra
ma per me è speciale,
io dico che è speciale
perché è la nostra”.

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