In piedi nella neve In piedi nella neve

In piedi nella neve

Letteratura italiana

Editore

Casa editrice

1942, Kiev. "Giocate per perdere, se vincete morite". Sasha ha quasi tredici anni quando, nella famosa "partita di calcio della morte" tra soldati nazisti e prigionieri ucraini, ex campioni del Dinamo, sente l'ufficiale tedesco minacciare i macilenti avversari. E suo padre. Sasha è figlia del portiere Nikola Trusevich. Sasha è fortissima nel calcio, ma ha un solo difetto: è femmina. Il suo migliore amico Maxsym, figlio del terzino Alexsey Kuzmenko, è invece fortissimo nel ballo, ma ha un solo difetto: è maschio. Gli ultimi minuti del secondo tempo scorrono veloci e il lungo inverno della steppa è alle porte. Troverà Sasha il coraggio di compiere in partita quell'azione memorabile che cambierà la storia e realizzerà il suo sogno? Riusciranno i giocatori del Dinamo a sopravvivere dopo l'ultimo gol?



Recensione Utenti

Opinioni inserite: 1

Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0  (1)
Contenuto 
 
5.0  (1)
Piacevolezza 
 
5.0  (1)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Stile*  
Assegna un voto allo stile di questa opera
Contenuto*  
Assegna un voto al contenuto
Piacevolezza*  
Esprimi un giudizio finale: quale è il tuo grado di soddisfazione al termine della lettura?
Commenti*
Prima di scrivere una recensione ricorda che su QLibri:
- le opinioni devono essere argomentate ed esaustive;
- il testo non deve contenere abbreviazioni in stile sms o errori grammaticali;
- qualora siano presenti anticipazioni importanti sul finale, la recensione deve iniziare riportando l'avviso che il testo contiene spoiler;
- non inserire oltre 2 nuove recensioni al giorno.
Indicazioni utili
 sì
 no
 
In piedi nella neve 2015-02-10 03:59:38 Bruno Elpis
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    10 Febbraio, 2015
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

We are the champions

Da oggi, 10 febbraio 2015, nella collana “Einaudi ragazzi” è disponibile “In piedi nella neve” di Nicoletta Bortolotti.
L’opera romanza il celebre incontro-scontro di football, disputato nel 1942 da ufficiali tedeschi e calciatori ucraini per lo più campioni della Dinamo Kiev.

Nel 1942 l’Ucraina è dilaniata tra il totalitarismo di Stalin (“Nazismo o comunismo a me non importa niente, sbotta papà. Io voglio solo giocare a calcio”) e l’occupazione nazista (“La borsa nera, invece, fa affari d’oro: per il latte e il burro bisogna pagare lo stesso prezzo di una bicicletta”). I campioni del calcio vengono impiegati come prigionieri di guerra nel panificio diretto da Kordik (“Un po’ farabutto, perché pur di stare a galla fa l’amico dei nazisti…”) e sono selezionati nello Start, il team che affronta la squadra nemica una prima volta nel luglio del 1942 (5-1), poi nella rivincita passata alla storia come “partita della morte” (5-3).
Nonostante le minacce subite, un arbitro di parte e la prospettiva della deportazione, i giocatori dello Start diedero una dimostrazione di orgoglio e dignità, battendosi per la vittoria dopo un attimo di esitazione che consentì ai tedeschi di agguantare un temporaneo pareggio, intervenuto dopo che un ufficiale tedesco - nella pausa tra primo e secondo tempo - raggiunse gli ucraini nello spogliatoio e intimò loro di perdere. Molto famoso è l’episodio che umiliò i tedeschi nel secondo tempo: l’attaccante Klymenko scartò tutti gli avversari, portiere compreso, e anziché insaccare la palla per la sesta volta nella rete, si fermò sulla linea di porta e calciò il pallone verso il centro del campo. Questa prestazione sportiva segnò la sorte dei campioni: furono deportati, torturati e, quasi tutti, uccisi per rappresaglia…

In qualità di narratrice, Nicoletta Bortolotti veste i panni di Sasha, la figlia del portiere (“Mi sento come… Come mio padre, adesso che non può più giocare a calcio”), e attraverso gli occhi ora atterriti, ora increduli della quattordicenne, immagina la vicenda dal punto di vista di una ragazzina che - con gli amici Maksym, figlio di un terzino, e Ania, figlia di una soprano ebrea vittima delle persecuzioni razziali – sperimenta sulla propria pelle gli orrori, le miserie (“Una gustosissima zuppa cucinata con le ortiche che ho raccolto dietro il muretto lungo il lato esterno della panetteria”) e l’odio della guerra.
Questa prospettiva adolescenziale (“Quanto tempo è ‘prima di quanto tu pensi’? Esiste un orologio abbastanza grande per misurarlo?”) consente di affrontare in modo credibile ed emotivamente coinvolgente i drammi personali (“Vorrei essere la figlia che desiderava lei: generosa, gentile, femminile, e invece le è toccata una ladra, invidiosa, ribelle, che si diverte coi giochi da maschi”), familiari (“Le chiamano tessere dei sogni. O della fame. Ci scrivono la quantità di viveri cui ognuno ha diritto… Mia madre custodisce le nostre tessere come una sacerdotessa”) e storici (“Io non sono quelli della razza ariana… ma sicuramente appartengo a una razza superiore alla tua!”) che i ragazzi sono costretti a vivere: Sasha è femmina, ma ama il calcio (“Sasha, tu non devi più giocare a calcio”); Maksym è maschio, ma ama la danza (“Lui se ne va lontano dall’area a provare i passi di quel ballerino americano che batte sempre i tacchi e si chiama Fred Astaire”); Ania sembra vivere all’ombra del ricordo della madre, il cui fantasma ancora si aggira in una Kiev inquietante e occupata, mentre sulle rive del Dnper i giochi infantili (“Abbiamo nascosto un tesoro lungo le sponde del Dnepr, fra le canne piumate e i gechi di palude”) cedono il passo alle prime delicate e accennate esperienze sentimentali.

Con grazia compositiva Nicoletta Bortolotti dosa passaggi psicologici, colloqui e pensieri, intercalando ai dialoghi gli eventi storici e interpolando la trama con una fantasia (“Io e Maksym abbiamo deposto il tesoro in un bauletto di legno, poi lo abbiamo seppellito ai piedi di un carpino”) degna dell’età dei protagonisti.
Ritengo l’opera particolarmente indicata a mantenere viva la memoria e l’attenzione su eventi che hanno macchiato la coscienza dell’uomo; l’interesse calcistico si rivela strumento privilegiato per catturare l’attenzione delle nuovissime generazioni e costituisce per gli adulti un nuovo spunto per rivivere i racconti di genitori e nonni che hanno vissuto direttamente il secondo conflitto mondiale.

Bruno Elpis

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
... le altre opere dell'autrice e romanzi di formazione
Trovi utile questa opinione? 
240
Segnala questa recensione ad un moderatore
 

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)
L'ora blu
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Malempin
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Morte in Alabama
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La città e le sue mura incerte
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Per sempre
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Lo spirito bambino
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Le avventure di Cipollino
Il ragazzo contro la guerra
Bambini perfetti
Cosplay girl
Di impossibile non c'è niente
Fabbricante di lacrime
Le domande di Emma
Uno spazio senza tempo
Anomalya
La seconda avventura
Il cinema
La notte delle malombre
Le belve
La bambinaia francese
Trilogia delle ragazze
Casa Lampedusa. Semplicemente eroi