Narrativa italiana Libri per ragazzi Il giornalino di Gian Burrasca
 

Il giornalino di Gian Burrasca Il giornalino di Gian Burrasca

Il giornalino di Gian Burrasca

Letteratura italiana

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Giannino Stoppani è un ragazzino a dir poco irrequieto, soprannominato dai suoi stessi esasperati genitori "Gian Burrasca". Ogni giorno annota su un diario gli avvenimenti che coinvolgono, o meglio sconvolgono, la sua vita e quella dei suoi famigliari. Che lo faccia intenzionalmente o per ingenuità, Gian Burrasca con la sua candida, irriverente ma spesso maliziosa sincerità, riesce a mettere zizzania e creare situazioni spiacevoli e imbarazzanti ovunque: fa scappare i fidanzati delle sorelle, dipinge di rosso il cane di zia Bettina, appende il cugino all'albero, strappa l'unico dente dalla bocca di zio Venanzio! Giannino è sempre più irrefrenabile, e i genitori decidono di mandarlo in collegio. Ma in questo ambiente così tirannico, lo spirito ribelle di Gian Burrasca insorge e con lui tutti i collegiali.



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Il giornalino di Gian Burrasca 2022-08-22 01:50:09 Laura V.
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Laura V. Opinione inserita da Laura V.    22 Agosto, 2022
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Incompreso e vittima degli eventi

Pubblicato più di un secolo fa, "Il giornalino di Gian Burrasca" rientra a pieno titolo in quel genere di letteratura, destinata a un pubblico giovanile, che dall’Ottocento in poi, ebbe grande diffusione e fortuna. Si pensi alle avventure di Pinocchio di Collodi e a quelle di Ciuffettino di Yambo.
Anche Vamba, al secolo Luigi Bertelli (1860-1927), proprio come i due autori citati, era uno scrittore toscano; questo libro, uscito dapprima a puntate su una rivista per ragazzi, gli diede notevole fama e si rivelò un successo non soltanto in Italia. Tra queste pagine, la vicenda viene narrata in forma di diario e chi scrive in prima persona porta il nome di Giannino Stoppani, detto in famiglia Gian Burrasca a causa delle reiterate birbanterie che, una dietro l’altra, finiscono per costellare un’infanzia vissuta molto intensamente e senza possibilità alcuna di annoiarsi. Un vero tormento per i genitori e le tre sorelle più grandi, ma anche per gli altri parenti, inclusi quelli acquisiti! Ovunque vada e si giri, il bambino – di estrazione borghese – riesce a fare danni certi, mostrando una naturale e insanabile propensione a cacciarsi nei guai e a combinarne, come si suol dire, di tutti i colori, tant’è che qualcuno, a un certo punto della storia, gli urla contro quanto lui sia “peggio di Tiburzi”, il famoso brigante maremmano dell’Ottocento. Il padre prende così la decisione di schiaffare il figlio in collegio e poi, dopo ulteriori disastri, medita addirittura di rinchiuderlo in una casa di correzione. Ma Giannino si reputa incompreso e vittima degli eventi poiché agisce spesso a fin di bene, convinto che verità e giustizia debbano sempre trionfare; in effetti, diverse sue considerazioni stupiscono non poco in bocca a un ragazzino di nemmeno dieci anni e non mancano di mettere in luce la costante ipocrisia del mondo degli adulti.

"[...] Ma l'esperienza, purtroppo, mi avvertiva che i piccini, di fronte ai più grandi, hanno sempre torto, specialmente quando hanno ragione. [...]"

Fa da sfondo a questa narrazione molto movimentata e divertente, di ambientazione toscana (a eccezione di una parentesi romana), l’Italia d’inizio Novecento, quando le idee socialiste circolavano pian piano nella società (uno dei due cognati di Giannino ambisce a diventare deputato proprio con il partito socialista) e così pure le automobili e altre modernità dei nuovi tempi; la Grande guerra non aveva ancora fatto capolino nel vecchio continente stravolgendo la vita di tutti né si preannunciava il disastro dei decenni successivi al conflitto.
Una prosa scorrevole e coinvolgente seppur a distanza di oltre cent’anni, quella di Vamba. Una trama ricca di episodi scoppiettanti (è proprio il caso di dirlo!), alcuni dei quali particolarmente esilaranti e memorabili, nonché di personaggi d’ogni risma. Una lettura gradita tanto ai più giovani quanto agli adulti; del resto, fu lo stesso autore a dedicare l’opera “ai ragazzi d’Italia… perché lo facciano leggere ai loro genitori”. Un classico che sarebbe davvero un gran peccato perdersi!

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Il giornalino di Gian Burrasca 2016-07-18 10:06:03 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    18 Luglio, 2016
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Giannino Giannino... :-)

Giannino Stoppani, in arte “Gianburrasca”, non lo fa per cattiveria, non è colpa sua se qualsiasi cosa che idea o compie è conseguenza negativa per chi ha accanto. Unico esponente maschile di una famiglia composta prevalentemente da donne, inizia a scrivere il suo “giornalino/diario” all’età di nove anni a seguito del regalo di sua madre. In men che non si dica, quel quadernetto, diviene la testimonianza vivente di ogni sua bravata, di ogni sua marachella. La sua indole irrequieta ed attiva non può essere fermata, persino dopo essere stato mandato in collegio, infatti, le sue avventure continuano; e che grosse risate!
Tante sono le birichinate del nostro protagonista, birbonate che vanno dal colorare il cagnolino della zia al pescare nella bocca dello zio collezionando niente di meno che il magro bottino di un dente cariato, al cadere, sempre mentre era dedito a questa attività, nel fiume.
Ma badate bene, nonostante questa inclinazione al “guaio”, Giannino è un bambino da cuore d’oro, è tenero, buono nonché sincero e schietto, caratteristiche che portano a rilevare quel finto perbenismo e quella immancabile ipocrisia propria non solo degli “abitanti della finzione letteraria” ma anche della società attuale.
Un po’ tutti nella nostra infanzia abbiamo avuto modo di leggere “Il Giornalino di Gian Burrasca” e certo è che coloro che ne hanno avuto occasione ne mantengono nel cuore un ricordo di divertimento e serenità. Quello in questione è un libricino semplice, ironico e senza pretese, un testo esilarante e tagliente che è in grado di far sorridere grandi e piccini. Da leggersi in (e a) qualunque età, anche solo per trascorrere del tempo in compagnia dei propri figli, nipoti o comunque bambini con cui veniamo in contatto, e/o, e perché no, volendo, avvicinarli, con questo, all’universo della letteratura.

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Il giornalino di Gian Burrasca 2015-07-28 07:37:05 fraghi88
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fraghi88 Opinione inserita da fraghi88    28 Luglio, 2015
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Un libro universale


Recensione

Una storia romanzata, che è meglio riconosciuta come la goliardica avventura di una ‘peste’di ragazzino.
Un libro ironico, divertente ed esilarante che farà sorridere grandi e piccini.
Il protagonista, il cui vero nome è Giannino Stoppani, viene chiamato ‘Gian Burrasca’, proprio perché nel corso della sua vita ne combinerà di tutti i colori.
Unico maschio in una famiglia composta da mamma, babbo e tre sorelle, a nove anni inizierà a scrivere nel diario, meglio chiamarlo ‘giornalino’ , che la madre gli regala per il suo compleanno.
Lì comincerà ad annottare ogni singolo avvenimento e ogni sua più particolare’ bravata’.
Fra le tante avventure,la volta in cui cadde nel fiume mentre pescava con una canna regalatagli dalle sorelle.
E la più particolare viene descritta l’occasione in cui il protagonista ritrova alcune fotografie di conoscenti, che in tutti modi cerca di restituire ai proprietari uno per uno.
La famiglia si ritroverà a dare una festa da ballo per rimediare al gesto impertinente del ragazzino.
Per non parlare dell’episodio, in cui farà finta di pescare dalla bocca dello zio di suo cognato. L’uomo starnutendo inghiottirà l’amo e Gian Burrasca si accorgerà di avergli pescato un dente cariato.
Ma la parte più movimentata, sarà il periodo in cui il ragazzo verrà rinchiuso in collegio e da lì darà ancora il meglio di sé, ma lascio ai lettori la curiosità e il divertimento di scoprire come la ‘pappa al pomodoro’ diventerà famosa attraverso la mitica storia di questo bambino.
Comunque alla fine nonostante le numerose marachelle che Gian Burrasca ha combinato, la storia si conclude in parte a favore di questo personaggio squinternato e pazzerello.
In fondo una ragione se la si sa leggere fra le righe c’è: Giannino dietro a quell’anima di ‘peste’, possiede un cuore tenero e buono, ma soprattutto la sua schiettezza e la sua sincerità riusciranno sempre a rivelare il finto perbenismo e l’odiosa ipocrisia della gente che gli sta intorno.
Secondo me un po’ tutti dovremmo imparare tanto dal racconto che questo libro ci insegna.
A volte bisognerebbe restare sempre bambini per riuscire ad interpretare nel modo più giusto la vita.

Francesca Ghiribelli.

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Il giornalino di Gian Burrasca 2013-09-18 12:41:41 Pia Sgarbossa
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Pia Sgarbossa Opinione inserita da Pia Sgarbossa    18 Settembre, 2013
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PER LUI ... TUTTO E TUTTI SONO ... UN GIOCO!

COMMENTO DEL LIBRO
Ci sono persone che non stanno mai ferme...una ne fanno e cento ne combinano...
E' così Giannino, il protagonista di questo libretto.
La sua impulsività, la sua vitalità lo portano ad agire in continuazione e tale atteggiamento sfocia spesso in una incapacità di sapere prevedere le conseguenze del suo operato. Ecco che allora assistiamo tranquillamente ad episodi di insensibilità, irrispettosità, di atti che fanno male alle persone che gli vivono accanto. Il suo modo di essere , contrario alle regole, lo rende anticonformista, lo rende talora in grado di smascherare sistuazioni disdicevoli tanto che la sua incoscienza riesce persino a tramutarsi in coraggio, in desiderio di volere migliorare ciò che non va.
Certo Giannino non si annoia mai e ci riesce talvolta anche simpatico col suo sprizzare vita da ogni poro, col suo modo di vivere sicuramente in modo divertente e sempre giocoso, in balia della fortuna...più che delle proprie responsabilità.
La sua mancata lungimiranza lo rende però un bambino difficile con cui poterci convivere, perchè agisce e spesso...molto spesso...colpisce senza nessuna remora.

ANEDDOTO PERSONALE : il mio primo libro "conquistato"
VIVA LA PAPPA PAPPA...COOL PO...PO...PO...MODORO...
Queste le parole di una canzone a me tanto cara, cantata da Rita Pavone , che è la protagonista della trasposizione filmica del libro suddetto.
Ne avevo visto alcune puntate da piccola e ne ero rimasta affascinata...un personaggio fuori dalle righe...che mi attraeva perchè era esattamente l'opposto di me, che incarnava dei modi di essere che forse brulicavano nel mio profondo, ma che non riuscivano ad emergere...insomma ...io ne ero sicuramente ammaliata.
A casa mia , come ho avuto già modo di raccontare, non c'erano libri.
Credo d'essere già stata in quarta elementare quando venni a sapere che mio cugino aveva ricevuto in regalo "Gian Burrasca" da un conoscente delle nostre famiglie. Fatalità volle che alcuni giorni dopo quel signore si presentasse da mio padre per delle comunicazioni...Quando lo riconobbi e collegai nella mia mente il suo gesto , mi ricordo , come fosse ieri...raccolsi tutta la mia energia, il mio coraggio e gli dissi in un momento che mi trovai a tu per tu solo con lui, che avevo saputo del bellissimo regalo che aveva fatto a mio cugino , e che doveva trattarsi veramente di un bellissimo libro...Beh...che dire...passò credo solo una settimana e quel signore, che aveva ovviamente raccolto il mio messaggio implicito, mi regalò il libro...Io fui felice e orgogliosa d'essere riuscita d' avere ottenuto il mio primo libro...un vero e proprio trofeo per me!
Destino volle però che non ne ultimai mai la lettura...solo dopo aver letto le prime pagine, stetti troppo male per quello che Giannino combinava ai suoi cari, tanto che mi parve un personaggio antipatico e decisi di interrompere la lettura perchè nel mio cuore albergava un libro troppo bello e importante per me..."La piccola principessa"... e in quel momento non poteva essere sostituito da nessun altro...che dire, cari amici, ... così è andata per me...
Ora che da adulta ne ho ultimato la lettura, posso dire che merita di essere letto questo libro...perchè Giannino, nonostante tutto, sa portare del buono...perchè come ognuno di noi , anche lui , pur dofficile da gestire, può essere in qualche modo ricco e positivo per gli altri...ma ... inutile piangere sul latte versato... anche io ho agito per come ero... e penso che tutti siamo belli proprio per questo...ognuno portatore della propria individualità e diversità...che , se rispettose...non possono che tramutarsi immediatamente in vere e proprie fonti di ricchezza per tutti coloro che desiderano coglierle...
Buona lettura...fino in fondo...mi raccomando !!!
;D Pia

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Consigliato moltissimo per riflettere sull'importanza del rispetto delle regole, su una modalità positiva e sensibile del relazionarsi...e per ragionare sugli effetti e sulle conseguenze di un'azione, vista con capacità lungimirante...per genitori, insegnanti, educatori...per tutti!
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Il giornalino di Gian Burrasca 2013-01-20 16:36:17 peucezia
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peucezia Opinione inserita da peucezia    20 Gennaio, 2013
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Un cattivo bravo ragazzo

L'autore scrive in prima persona seguendo il punto di vista del protagonista, il piccolo fiorentino Giovanni Stoppani alias Giannino ,per tutti Gianburrasca a causa della sua tendenza a combinare monellerie. Capolavoro della letteratura umoristica, pieno di ironia, "Gianburrasca" non è ovviamente un libro per ragazzi come si potrebbe superficialmente pensare bensì un libro destinato agli adulti. Contiene anzitutto una velenosa satira verso il perbenismo della società borghese del primo Novecento quella che ormai è riuscita a ottenere un certo benessere e che ha assimilato positivamente la non più tanto recente Unità d'Italia.L'atteggiamento mellifluo delle sorelle maggiori che mirano al "buon partito", le frequentazioni di un certo livello della famiglia Stoppani, le abitudini raffinate quali la merenda con pane e marmellata o il tè con i biscotti indicano una certa agiatezza, ma di conseguenza anche una tendenza all'ipocrita perbenismo spesso miope e poco costruttivo. Il microcosmo di Giannino è un mondo a misura di adulti e poco disposto a comprendere le istanze e i moti spontanei di un bambino. Quasi tutte le marachelle di Giannino sono tali perché falsate dal metro di giudizio degli adulti che rifiutano psesso di vedere il piccolo come un essere in fieri che necessita di guida ma che ha anche delle intuizioni intelligenti e da prendere in considerazione.
Lettura per tutti, interessante spaccato di una società remota, divertente passatempo.

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letteratura umoristica
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Il giornalino di Gian Burrasca 2012-10-30 10:54:06 Ginseng666
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Ginseng666 Opinione inserita da Ginseng666    30 Ottobre, 2012
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Nostalgia....per la simpatica canaglia...

Uno dei miei libri preferiti...
Lo leggevo quando facevo la prima media.
Divertente odissea di un ragazzino terrbile che rende la vita impossibile prima alla famiglia di origine, in seguito a quella del cognato e della zia che hanno l'infelice idea di ospitarlo in casa loro..
Le terribili birbantate in collegio insieme ad altri ragazzi che lo uguagliano comunque in furbizia e
millanterie...ogni genere di disagio opposto alla classe dirigente, agli adulti oppressivi e ingiusti..
Il volume si presentava in un'edizione illustrata, una sorta di diario dattiloscritto, bellissmo, che eccitava la fantasia e faceva sorridere....
L'ho tenuto per anni e anni, finchè a forza di leggerlo e rileggerlo si è rotta la copertina e sfasciato il volume...
Bellissima la trasposizione televisiva con Rita Pavone, che comunque, pur dando un volto credibile
alla peste del ragazzino combina-guai, non può uguagliare il fascino prorompente del libro...
Ah, se riuscissi a trovarne un'edizione nuova lo comprerei, se non altro per ricordare i tempi gioiosi della mia infanzia...
Consigliato.
Saluti.
Ginseng666

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A tutti, anche per ricordare i bei tempi in cui lo leggevamo...
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Il giornalino di Gian Burrasca 2011-12-28 15:52:51 Nadiezda
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Nadiezda Opinione inserita da Nadiezda    28 Dicembre, 2011
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Un vero e proprio combina guai!

Questo è stato un altro libro che ho letto nella mia infanzia e che mi ha molto divertito.

Inizialmente non si trattava di un vero e proprio libro, ma era stato pubblicato in puntate nel “Giornalino della Domenica” nel primo decennio del 1900 in piena età giolittiana.

Sicuramente si tratta di un’opera piena di satira per la società dell’epoca dove vengono derisi i modi ed i costumi di questa Italia.
La mentalità dei genitori del protagonista è distante anni luce da quella dei genitori di adesso.
Una volta era proibito contrastare il pensiero dei propri papà e mamma altrimenti si finiva dritti dritti al collegio.

Il racconto in questione è stato scritto sottoforma di diario ed appartiene ad un ragazzino chiamato da tutti Gian Burrasca per via dei suoi modi di fare indisciplinati.
Viene raccontata la storia o meglio le malefatte di questo bambino, unico figlio maschio di un ricco commerciante il quale ha anche altre tre figlie più grandi.
Gian Burrasca combina un sacco di guai uno dei tanti è stato quello di far scappare a gambe levate i fidanzati delle sorelle maggiori.
I genitori stufi del suo comportamento decidono di mandarlo in collegio, ma questo non aiuta a far migliorare il suo carattere perché anche qui ne combina di tutti i colori e riesce persino a far cambiare il colore alla solita minestra di avanzi.

Un libro simpatico, ironico ed intriso delle malefatte di questo ragazzino, che altro dire, bisogna leggerlo!

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