Glauco e Lenina
Letteratura italiana
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Due novelli Giulietta e Romeo
La “super” coppia collaudata di scrittori, Loredana Frescura e Marco Tomatis, tornano sulla scena letteraria con un nuovo libro, dal titolo: Glauco e Lenina, che ha un sottotitolo che la dice lunga sui contenuti espressi: “Giulietta e Romeo ai tempi del fascismo”. Il libro è particolarmente adatto a ragazzi e ad adolescenti; ma può rivolgersi tranquillamente ad un pubblico adulto.
Racconta, con brio e freschezza, le avventure di una insolita coppia di adolescenti: Glauco e Lenina, appunto. Ambientato nel 1936 in Italia, rispecchia con fedeltà precisa le caratteristiche ambientali del periodo. Siamo in piena epoca fascista, dove Mussolini, almeno all’apparenza, gode di un ampio consenso, anche se non tutti gli italiani vivono in condizioni di ampia agiatezza. Infatti:
“Ma tu hai mai visto come vivono quelli come me e buona parte degli italiani? (…) Avete il gabinetto in casa, l’acqua corrente, la vasca da bagno, i termosifoni, lo scaldabagno. A casa mia, l’acqua non c’è. Non abbiamo un lavandino per lavarci. Se fa freddo abbiamo una stufa che puzza e fa fumo e che comunque scalda solo la cucina. Non che ci siamo molte altre stanze, c’è solo quella in cui dormiamo e che d’inverno resta sempre gelida. Il gabinetto è sul pianerottolo ed è uno sgabuzzino senza finestre con un buco puzzolente che sembra arrivi al centro della terra, rovente d’estate e ghiacciato d’inverno, e per cui, soprattutto, devi spesso fare la coda. Nemmeno al gabinetto possiamo andare in pace.”
Glauco è figlio di un gerarca fascista, e rappresenta un onta disonorevole per il padre, poiché è storpio da un braccio, lui che insegue l’ideale di perfezione fascista. Lenina, invece, è figlia di un socialista, mandato al confino proprio a causa della sua opposizione al regime. Lei ha:
“i capelli scuri raccolti in una coda che le ondeggia sulle spalle, le scarpe con i lacci che scodinzolano come code di gatti in cerca di un posto dove acciambellarsi per riposare.”
Si incontrano per caso alla Stazione Centrale di Milano, e da quel momento iniziano una vita a due ricca di peripezie e di avventure sul filo di lana. Insieme affrontano la dura vita, facendo la conoscenza, spesso casuale, di personaggi affascinanti ed intriganti: quali Guglielmo Marconi, Enzo Ferrari, Tazio Nuvolari e… perfino lo stesso Mussolini, considerato come “una specie di marziano”. Infatti per loro:
“Mussolini non è umano. Secondo me è un marziano. Ha reso obbligatoria quella stupidaggine del saluto fascista. Mi ha obbligato a cambiare nome. Il mio nome. Quello che mi hanno dato i miei genitori. Ci costringe a mettere una divisa che ci fa sembrare cretini. Fa marciare i soldati come delle oche. I maschi devono fare esercitazioni con un moschetto di legno. Mi ha mandato in colonia e con me un sacco di altri bambini. Manda al confino e in carcere la gente che non la pensa come lui, la fa picchiare, la uccide. Fa prendere a schiaffi chi non saluta una stupida bandiera. Quando parla sembra un pazzo. Ti sembrano cose normali per un essere umano?”
Un ottimo libro per un’ottima lettura. Un inno all’amicizia e non solo, descritto con uno stile semplice, ma preciso nei dettagli e nella ricostruzione storica del periodo di cui si tratta. Di gran fascino e di buona sapienza narrativa.