Ti prego lasciati odiare
Letteratura italiana
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Tante risate e tanta leggerezza
E' vero siamo di nuovo davanti a un romanzo rosa di odio e amore, ma almeno ci divertiamo un po' .
L'autrice è davvero brava a coinvolgerti e non annoiarti mai. Piena di brio e allegria questa storia racconta il tormentato rapporto tra due protagonisti che si odiano talmente tanto da farti sperare in un lieto fine. Perché è proprio quando c'è così tanto odio che le cose si fanno piccanti ed inaspettate e diciamoci la verità "gli opposti si attraggono" non sempre funziona ma ci piace assai crederci.
Insomma se avete voglia di qualche ora di leggerezza, ironia e amore questo è il libro giusto.
E sono molto curiosa di leggerne anche altri di questa scrittrice perché mi piacciono molto la leggerezza e il brio con i quali scrive.
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Ian & Jennifer
Jennifer Percy, trentatreenne avvocato fiscalista, proprio non ci riesce ad andare d’accordo con Ian James Henry St. John, conte di Langley, trentunenne collega economista. Entrambi sono dipendenti di una delle più importanti banche londinesi, ma guai a farli lavorare insieme, precedenti memorabili segnano le vicissitudini che hanno visto quali protagonisti le due menti più brillanti – ed inconciliabili – dell’istituto di credito talché quando Mr. Beverly, abbiente cliente, richiede espressamente la loro collaborazione, Colin, il direttore, non ha altra alternativa che obbligarli a vedersi al di fuori delle mura comuni col chiaro monito dello scannarsi liberamente quando sono all’esterno ma di mantenere rapporti civili e pacifici durante le ore in ufficio.
Per varie vicissitudini i due finiscono col trascorrere molto più tempo del previsto insieme, lui le chiede addirittura il favore di fingersi sua fidanzata per liberarsi delle avances di alcune irremovibili corteggiatrici che ambiscono al titolo più che all’attraente rampollo dagli occhi azzurri e i folti capelli corvini. E quando diventa palese per entrambi che sotto la finzione c’è del sentimento, oh, allora si che ne vedremo delle belle.
Piccola premessa…. Ho ricevuto questo romanzo in regalo sotto il periodo Natalizio in un formato che rappresenta una raccolta di alcune opere dell’autrice (oltre al presente scritto, contiene infatti anche “come inciampare nel principe azzurro” e “finché amore non ci separi”) ed ho deciso di leggere il primo di questa collezione in questo periodo perché da un lato avevo bisogno di una lettura più leggera (avendone divorate tre di fila più impegnative) ma anche perché mi ero ripromessa di non passare in libreria (per ragioni di studio/lavoro) prima di ieri sera, circostanza che non mi ha però impedito di prenotare nei 7 giorni scorsi ben 9 libri che vanno da Stoner, a De Cataldo per arrivare alla Quinta Onda. Inutile dire che ho fatto ingenti danni in un colpo solo ma che non vedo l’ora di tornare a casa per iniziarli.
Perdonate questa piccola parentesi, tornando al testo devo ammettere che non mi aspettavo granché, avevo già letto un paio di opere della Premoli, dunque, sapevo a cosa andavo incontro. A tal proposito infatti il romanzo presenta gli elementi classici e più amati da questa, quali: la coppia che scoppia caratterizzata da due persone completamente diverse e quindi l’intramontabile dogma del “gli opposti si attraggono”, l’imparare a non giudicare dalle apparenze andando oltre il pregiudizio non sparando sentenze così per partito preso, il lieto fine, il mondo quasi fatato contraddistinto da circostanze improbabili ma che fanno sorridere.
Tuttavia la storia attrae, è scritta con semplicità, senza pretese e con un linguaggio fluente che è capace di far sorridere la lettrice dinanzi alle situazioni tragicomiche che sono presentate. Relativo lo sviluppo, diciamo che la scrittrice poteva dilungarsi ulteriormente, incrementare maggiormente la parte finale del racconto dandole “più sapore”, ma è anche vero che grazie alla sinteticità adottata lo stesso si fa apprezzare, non risultando pedante e rendendosi così concludibile nell’arco di una giornata (considerate che io l’ho iniziato ieri alle 14.00, mi sono interrotta per rientrare al lavoro, l’ho ripreso ieri sera prima di andare a dormire e l’ho già finito).
In conclusione, un libro genuino, con cui trascorrere ore liete, nel registro della novelliera, adatto ad un pubblico femminile che cerca qualcosa da leggere sotto l’ombrellone o semplicemente con cui staccare la spina.
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La scrittrice non delude!
Ho letto questo libro in soli 2 giorni, non riuscivo a staccarmi! L'autrice mi ha stupita ancora, questa volta con una scrittura in prima persona totalmente scorrevole e assolutamente reale e adattabile alla realtà. la vicenda può sembrare la più banale di tutte: Jennifer e Ian, colleghi di lavoro, si odiano da 7 lunghi anni, non si riescono a salutare senza litigare. Peccato che un cliente molto importante chieda la consulenza congiunta di entrambi e che li obblighi quindi a lavorare ASSIEME. Non avrei mai pensato che con una trama così semplice potessi appassionarmi così tanto ai protagonisti ed alla storia. Jennifer è a dir poco realistica e fantastica. Una donna brillante. Ian è altrettanto scritto bene e personalmente l'ho trovato assolutamente riscontrabile nella realtà inglese (anche se devo ammettere un po' principe azzurro in alcuni momenti). Tutti i personaggi marginali hanno la loro personalità ben definita e sinceramente tutta la storia si svolge in maniera fluida, simpatica, divertente. Ho apprezzato anche questo libro dell'autrice, non vedo l'ora di leggere il prossimo!
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Una droga
Non ho comprato subito questo libro perché temevo che fosse pieno dei soliti cliché, ma quando ho saputo che aveva vinto il premio “bancarella” mi sono decisa a leggerlo e non sono affatto pentita. Questa storia l’ho finita in due soli giorni ed è stata una vera e propria droga: non riuscivo in alcun modo a staccarmi dalle pagine!
Naturalmente è tutta incentrata sulla storia d’amore, ma non è smielata come avevo temuto, anzi. Non diventa tale nemmeno quando sono ormai chiari ad entrambi i sentimenti che provano l’uno per l’altra e soprattutto, (solo per questo ci vogliono 20 punti per l’autrice) mancano le scene hot che ormai da parecchio tempo sembrano essere diventate onnipresenti. La Premoli ha finalmente dimostrato che è possibile creare un libro splendido anche senza!
In alcuni punti il romanzo risulta un po’ irrealistico, ma la cosa non arreca fastidio poiché lo stesso stile usato dall’autrice (per niente serio) aiuta a distaccarsi dalla realtà restando però, sempre nel verosimile.
La protagonista è splendida: forte, ironica, determinata, sicura e non la solita timida inetta. Anche Ian è molto ben caratterizzato (pur se in maniera minore); mi sarebbe piaciuto leggere parte degli avvenimenti dal suo punto di vista. Per quanto riguarda i personaggi secondari sono appena accennati e a volte addirittura interscambiabili (ad esempio Vera e Laura), ma pazienza, in fondo il romanzo è incentrato sulla coppia.
Probabilmente l’aspetto che più mi ha fatto amare questo libro è il modo in cui è scritto: fresco, scorrevole, ironico, spesso divertente.
Naturalmente non si tratta di un capolavoro, ma è un ottimo testo per passare un po’ di tempo in totale relax e l’ho trovato decisamente migliore di molti altri volumi che pretendevano di essere dei “grandi” libri.
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Amore a prima vista!
Questo libro? Una favola, un piccolo gioiello.
Una storia che, anche se non brilla di originalità, ti lascia col fiato sospeso fino alla fine!
Una serie di avvenimenti comici e romantici incorniciano la storia di amore/odio di Jenny e Ian!
Anna Premoli è riuscita a creare un piccolo capolavoro, degno del premio Bancarella, usando una scrittura semplice, senza perdersi in descrizioni futili e inutile, e usando le parole adatte!
Un libro da inguaribili romantiche. Tutto al femminile.
Chi meglio di una donna può addentrarsi nella mente indaffarata e intelligente di Jennifer Percy?
Ian è tutto d'amare. Un uomo raffinato e super sexy, proprio ciò di cui ha bisogno una lettrice accanita con la testa tra le nuvole!
Ho fulminato questo libro in un giorno, solo per intenderci, e lo farete anche voi! Perché non si può non amare "ti prego lasciati odiare"!
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Un libro davvero divertente!!!
Anna Premoli sa scrivere molto bene ed è stato piacevole leggere il suo libro.
La trama può sembrare molto simile ad altre, due persone che si odiano ma forse in realtà quell'odio è amore..ma la cosa davvero sorprendente è lo stile della scrittrice, che questa storia te la fa diventare divertente,romantica e non banale.
Comunque se ha vinto il premio bancarella un motivo ci sarà!
Lo consiglio!!
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Ti prego, lasciati ..... Amare !!
Ho acquistato questo libro non solo per le recensioni buone che ha ma soprattutto perché sembrava raccontare una storia che in un certo senso mi rispecchiava.
Non ha deluso le mie aspettative, è stato invece piacevole dall'inizio alla fine.
È vero la storia in se è banale e quasi scontata (il finale si sa com'è) però ciò che rende valido questo libro è il modo in cui viene raccontata la storia,la protagonista che assume una posizione ironica ,determinata apparentemente ma che si lascia andare facilmente dall'istinto.
Ho apprezzato il fatto che è ambientato in un tempo moderno e anche il dettaglio che differenzia i due protagonisti : lei appartenente ad una classe sociale medio bassa e lui una specie di riccone pieno di donne.
Ciò fa riflettere molto su questo amore apparentemente impossibile che spesso sembra essere un ostacolo tra i due tanto diversi ma alla fine uguali.
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Ti prego lasciati odiare. Ok, fatto. Ed ora?
Ci sono libri che in genere non leggo, non perché io sia snob ma solo perché ho la certezza che non abbiano la possibilità di piacermi. Questi sono quelli cosiddetti smielati o con titoli che richiamino una impennata improvvisa della glicemia: non fanno per me, gli Harmony e tutti i loro derivati non fanno per me. Sia chiaro, massimo rispetto per chi li legge, ma soprattutto li scrive, ma io anche no.
E lo dico da fervente ammiratrice di Sophie Kinsella, che ritengo una grande ed ironica scrittrice: divertente, mai banale, con una scrittura fluente e amabile, la Kinsella dà lustro ad un genere, la letteratura d’evasione rosa, ingiustamente bistrattato e relegato a letteratura da donnicciole.
Ora, nonostante la mia avversione non ho potuto non seguire la vicenda letteraria dell’estate: la vittoria di Ti prego lasciati odiare di Anna Premoli del Premio Bancarella. Ora, quando l’ho sentito ho pensato due cose:
- Forse il titolo e la copertina sono ingannevoli, un po’ come per The eternal sunshine of the spotless mind, tramutato nell’orribile Se mi lasci ti cancello da un titolista ubriaco e spacciato per una storiella romantica quando invece era ben altro.
- Forse con Premio Bancarella si intende il best seller delle bancarelle “Tutto a 2 euro” che vendono libri di seconda mano. Che poi non ci trovo mai niente, l’ultimo acquisto che c’ho fatto è stata “La signora delle camelie” quando avevo 12 anni (e non c’erano gli euro, come sono anziana…)
Fattostà che la mia perplessità non ha trovato accoliti, e sfogliando l’albo d’oro del Premio Bancarella c’è da chiedersi come mai. O forse no, visto che vi figurano (per dire) Marcello Simoni e Bruno Vespa, seppur accanto a Elisabeth Strout e Donato Carrisi. Per citarne alcuni recenti, chiaramente. A caso. altrimenti ci troverete pure Hemingway, tanto per scomodare un signor Nessuno.
L’unica stroncatura che ho trovato è stata quella di Pippo Russo, capitatami per sbaglio tra le notifiche di Facebook e, ho scoperto poi essere diventata quasi virale.
Ma prima di criticare un libro, specialmente di una autrice che non conosco, occorre sempre documentarsi e buttarsi nell’opera incriminata. Potrà mai essere così orribile? Così indecoroso?
E così l’ho letto.
Tutto.
Giuro.
Anche se il finale proprio no.
Ma già a metà rimpiangevo ardentemente gli Harmony che a dodici anni rubavo dalla libreria della zia, dove insopportabili colleghi di lavoro bonazzi convertivano con il calore del proprio corpo animale (per non dire del proprio membro vibrante) la più riottosa delle colleghe zitelle, trasformandola in un agnellino adorante ed implorante.
E invece noia. Moltissima noia. Sembra che un bacio possa scatenare nella protagonista una tempesta ormonale capace di farle uscire un gigantesco brufolo sul naso. Che poi può anche essere, ma lo devi sapere descrivere; non è che tutti nasciamo Jane Austen. Insomma, per essere un romanzo rosa senza la benché minima ironia è decisamente troppo casto per me.
E non è l’unico problema:
1.La grammatica. Ragazzi, la grammatica è importante. Non me ne frega nulla se per molti l’italiano è una lingua in evoluzione, se sta involvendo nella mitica forma codificata dagli sms o se il congiuntivo è noioso. Se tu vuoi fare lo scrittore DEVI padroneggiare la lingua italiana e non scrivere “c’è” al posto di “ce”. E la concordanza dei tempi non può essere una mera opinione, caro mio. Finché si tratta di un libro straniero, si può sempre prendere a male parole il traduttore (molte volte a ragione), ma io che leggo certi strafalcioni in un libro italiano me la devo prendere con la scrittrice o con l’editor?
2.La storia è davvero senza senso. Non surreale, altrimenti mi sarebbe anche potuta piacere: proprio senza senso. La protagonista dice e fa cose totalmente irragionevoli, incomprensibili ai lettori dotati di intelligenza media e anche a quelli sotto la media. Che poi, la storia è così scema che non ti viene nemmeno voglia di prendere la protagonista a martellate sulla testa quando fa una cavolata. Per non parlare della psicologia dei personaggi, proprio non pervenuta. Specialmente quelli di contorno son tagliati col coltello, senza sfaccettature, senza un briciolo di lavoro sul personaggio
3.Lo stile: NON CI SIAMO. A volte ho avuto la sensazione di leggere un romanzo scritto da una ragazzina venuta su tra Harmony e chick-lit scadente. Va bene utilizzare uno stile fluido e scorrevole, però un minimo di originalità, un guizzo nella trama, un punto di svolta, una descrizione esaltante… no, niente. Noia. Buio. Si legge in un giorno, sono d’accordo. Perfetto per l’ombrellone, è vero. Ma non è che questi siano complimenti, eh.
Non vorrei essere fraintesa: io Anna Premoli non la conosco, è il suo primo libro che leggo e rischio di diventare come uno di quegli avventori di bar che si sentono tutti allenatori della Nazionale senza aver mai tirato un calcio al pallone. In fondo leggendo la sua storia mi sta anche simpatica, si è autoprodotta il libro in ebook e per questo la stimo; solo dopo è arrivata la Newton e il Premio Bancarella.
Non è certo la classica raccomandata in stile Moccia, né la ragazzina torbida che pubblica romanzetti scollacciati.
Però il Premio Bancarella è ridotto davvero male, poraccio…
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Amore e Odio due facce della stessa medaglia
Ti prego lasciati odiare è un delizioso romanzo chick lit che vede protagonista Jennifer Percy, avvocato fiscalista di una grande banca di Londra, intelligente, ironica, esteticamente normale ma da sette anni in competizione con il suo collega Ian St. John, bellissimo, nobile, ricco ma tanto presuntuoso e indisponente.
Non fanno altro che punzecchiarsi e farsi la guerra ma un bel giorno sono costretti a lavorare insieme ed è a questo punto che cominciano i guai...
Le vicende sono narrate in prima persona (unico punto di vista) da Jennifer e sono ambientate a Londra (salvo per i chiari riferimenti toponomastici in realtà potrebbe essere ambientata ovunque).
Ho apprezzato la caratterizzazione dei due protagonisti soprattutto il sarcasmo di Jennifer e la determinazione di Ian. E' vero che la trama non presenta colpi di scena e procede su un binario scontato ma devo ammettere che ho trascorso delle ore davvero piacevoli.
Trovo sia una perfetta lettura di svago (e tale dovrebbe essere considerata) adatta se siete in un periodo in cui vi sentite giù di morale o troppo stressati.
Mi piace lo stile di quest'autrice perché riesce davvero a coinvolgerti e senza accorgermene sei già arrivata alla fine del romanzo: leggero, frizzante, ironico, scorrevole e divertente.
Una storia romantica da portare in spiaggia.
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Premio Bancarella 2013!
Cariche dello stesso segno si respingono
Ian St John (“un uomo oggettivamente, fastidiosamente bello … i giornali scandalistici scrivono spesso di lui: un nobile, un futuro duca, l’erede principale di un impero …”) e Jennifer sono colleghi in una banca d’affari: lui economista, lei avvocato fiscalista.
In passato si sono scontrati per ambizione. Jennifer ha addirittura rotto il naso a Ian in un eccesso d’ira.
Si odiano, si detestano: ogni occasione è buona per litigare, rimbeccarsi, sprigionare astio.
Origine di tanta repulsione, verosimilmente, è un principio dell’elettromagnetismo: le cariche dello stesso segno si respingono; perché entrambi gli antagonisti sono testardi, volitivi, intelligenti, affascinanti, carismatici.
Poi un bel giorno sono costretti a lavorare insieme, per propiziare gli affari di un riccastro (“Beverly … ha preteso di avere anche Ian perché quello che vuole è avere un futuro duca come genero”). Inevitabile che dall’occasione di lavoro ‘gomito a gomito’ scocchino le scintille che fanno due pietre focaie quando cozzano l’una contro l’altra. Poi però, tra mille scintille, stringono un patto: lei fingerà di essere la sua fidanzata per tenergli alla larga un codazzo di ragazze disposte a tutto (“Le altre sono portate a credere che se ti frequento, allora deve essere per forza una cosa seria”), lui le lascerà campo libero in azienda
(“E in cambio tu giri lontano dai miei progetti e su Beverly mi lasci carta bianca”).
Poli opposti si attraggono
Ma l’elementare principio dell’elettromagnetismo sopra ricordato può anche essere letto in senso complementare: e allora diventa “poli opposti si attraggono”. Che poi, nel buon senso dei proverbi, assomiglia a “Chi disprezza, compra”. E, nell’eleganza dei detti classici, richiama “Odi et amo” dei poeti latini.
Ian e Jennifer sono poli opposti perché provengono da famiglie antitetiche (“Immagino che nella sua famiglia si saranno scelti le mogli più belle dell’intero Paese, con un notevole incremento … del tasso estetico generale, mentre nella mia è da generazioni che i partner si scelgono per il cervello tralasciando del tutto l’aspetto fisico”).
Nelle vene di Ian scorre il sangue blu della nobiltà e della tradizione che ha in un nonno despota il suo padre-padrone (“Il duca di Revington siede maestoso sul suo cavallo nero. Bellissimo, non c’è che dire, il suo aspetto incute timore quasi quanto il suo padrone”).
Le arterie di Jennifer trasportano il sangue rosso del progressismo, dell’informalità, dell’ambientalismo (“Il mio fratellone medico … lavora per Amnesty International .. e mia sorella Stacey … avvocato … offre patrocinio gratuito a chi non può permettersi un legame … io sono un avvocato fiscalista! Ai loro occhi aiuto i ricchi a diventare ancor più ricchi … sono quasi una sorta di satana in gonnella”).
Conclusione: “Veniamo da due famiglie totalmente diverse ma in qualche modo sentiamo lo stesso peso sulle spalle”.
La sintesi
Per il Premio Bancarella 2013 una sintesi finale che faccia tutti contenti, però, è possibile.
Grazie alla magia della favola più canonica: quella che prevede che – dopo tanto guerreggiare – la pace abbia lo straordinario sapore del trionfo, tanto più se il Principe (dall’occhio straordinariamente) Azzurro riesce a inginocchiarsi dinnanzi alla sua Cenerentola e paga pegno (un diamante di cinque carati!) di fedeltà eterna.
E vissero felici e contenti, verrebbe da concludere con la più banale delle formule narrative. Ed è proprio così, nel 2013 è ancora così: anche per i lettori, che finalmente possono incanalare tutte le loro pulsioni più elementari e basiche (la voglia di sogno, il desiderio di tenerezza, ecc.) in una storia romantica che riesce a far sorridere come la più bella e spensierata delle commedie americane.
Bruno Elpis