Narrativa italiana Letteratura rosa Sotto un cielo di carta
 

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Sotto un cielo di carta

Letteratura italiana

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Adriana, Leonardo, Marta, Matteo, Silvia, Vittorio si ritrovano sedici anni dopo la fine del liceo per commemorare la scomparsa dell’amata professoressa Anna Contri. In suo onore accettano di rimettere in scena lo stesso spettacolo che avevano allestito nell’anno della maturità sotto la sua regia. Le prove sono l’occasione perché le loro strade tornino a incrociarsi, dopo essersi persi completamente di vista in una Milano grande o piccola a seconda della volontà del caso. Tra lavoro, famiglia e vicende personali dagli esiti completamente diversi, qualcosa torna ad accomunare i vecchi compagni di scuola, che si ritrovano a vivere nuove emozionanti e imprevedibili circostanze…



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Sotto un cielo di carta 2014-04-11 13:03:23 Elisabetta.N
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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    11 Aprile, 2014
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Uno strappo nel cielo di carta

Ammetto di avere ampie lacune relativamente a Pirandello e credo che un conoscitore dell’autore avrebbe apprezzato maggiormente questo romanzo così denso di rimandi a lui e alle sue opere.
Con questo non voglio dire che questo libro non possa piacere a prescindere dallo studio di Pirandello, a me, ad esempio, è piaciuto, ma credo che con le giuste conoscenze, possa essere giudicato più consapevolmente.

Le vicende ruotano intorno a sei personaggi, Silvia, Adriana, Marta, Matteo, Leonardo e Vittorio, attraverso passato e presente.
Le loro vite sono inequivocabilmente intrecciate, nel passato come nel presente, dalla professoressa Contri che li spinge, da giovani, a realizzare un’opera teatrale e, “da maturi”, a rappresentarla nuovamente in sua memoria.
Ognuno di loro ha la sua vita, le sue passioni, la sua famiglia ed è stato interessante notare, grazie al parallelismo tra passato e presente, le differenze tra le aspettative di loro da giovani, così piene di voglia di cambiamento e di avventura (almeno per alcuni) e di come invece si sono risolte le loro vite pur non stravolgendo la loro personalità.

Devo ammettere, mio malgrado, che lo stile non mi è piaciuto particolarmente.
Ho apprezzato i passaggi tra passato e presente, ma avrei preferito che questi fossero maggiormente collegati fra loro e non solamente nel punto della rappresentazione finale… non so, una sorta di “nel passato ero/ho fatto questo, quindi ora mi è successo quest’altro”.
A parte questo, il testo è molto scorrevole e la lettura procede spedita.

Ognuno dei sei personaggi è diverso, ha un proprio carattere e una propria personalità. I due personaggi che mi sono piaciuti maggiormente sono Adriana, per la sua determinazione nel voler trovare un compromesso tra la vita lavorativa così frenetica e la sua famiglia, nonché per la lealtà che dimostra nei confronti della figliastra, e Leonardo, perché penso che possa rientrare perfettamente nella definizione di “bravo ragazzo” e perché non si può trovare nulla di negativo sul suo conto.
Gli altri invece…
Silvia è molto lontana dal mio modo di essere perché non riesce ad accontentarsi di quello che ha e, invece di reagire, non fa altro che lamentarsi, cosa che mi da profondamente fastidio e Marta, anche se credo che a livello professionale sia molto brava, non mi piace la sua confusione e le sue innumerevoli scelte sbagliate nonché la completa differenza fra ciò che pensava in passato e ciò che poi ha fatto in futuro…
Dal lato maschile invece troviamo Matteo che è il classico str… ehm, chiamiamolo libertino? Povera la moglie Maria che per una vita non sente nient’altro che bugie tanto che per lei è impossibile riconoscerle!
E Vittorio? Nonostante all’inizio pensassi fosse il più maturo di tutti, affronta le difficoltà come un ragazzino che si trova per la prima volta davanti a una svolta della sua vita che non aveva previsto: va in panico!!
Queste mie considerazioni, seppur non complete per non rischiare di anticipare troppo la trama, credo che delineino sufficientemente i personaggi presenti in questo romanzo…

È ovvio che poi ogni lettore la potrà pensare diversamente e sentirsi più vicino ad un personaggio rispetto ad un altro, in fondo non siamo tutti “uno, nessuno e centomila”?

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