Cuore pirata
Letteratura italiana
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E' il turno di Walter Avery
Questo libro mi era stato descritto come il più debole della serie, e ora che l’ho letto, posso dire che rispetto agli altri probabilmente lo è.
La scrittura è impeccabile come sempre, lo stile di Kathleen McGregor è unico, quando descrive i paesaggi lo fa con una passione e una densità di particolari che lascia a bocca aperta.
Leggendo si ha davvero la sensazione di sentire i profumi, percepire i sapori e ammirare i colori sgargianti di mari tropicali e cieli azzurri e limpidi.
Ogni volta è una magia, davvero ineccepibile sotto tutti i punti di vista.
La storia parte con la pia Glen che, braccata da dei bruti, trova rifugio presso il Duca di Averstone, una vecchia conoscenza della compagnia dei Caraibi.
Il Duca è infatti Walter Avery, ex pirata, amico e secondo in comando del leggendario Dorian O’Rourke, che abbiamo avuto modo di apprezzare in “Corinna la regina dei mari”.
Il Duca, ormai quarantunenne, scapolo convinto, si innamora di Glen all’istante, sebbene ci venga più volte ribadito che il fisico acerbo e il viso anonimo della ventenne non abbiano mai attirato alcuno sguardo compiacente.
I canoni di bellezza di allora volevano una donna piuttosto bassa, con fianchi morbidi e seno prominente mentre Glenn viene descritta come una ragazza insolitamente alta, con lunghe gambe magre e seno piccolo. Cioè che oggi verrebbe visto come un pregio allora era sinonimo di immaturità, un corpo snello era più attribuibile ad un adolescente non ancora sviluppata che ad una giovane donna.
Nonostante le premesse il Duca ne rimane affascinato e sa che per proteggerla dovrà vivere strenuamente al suo fianco ma in questo modo la reputazione della giovane verrebbe compromessa, essendo lei una donna nubile e quindi impossibilitata ad interagire con un uomo che non sia il marito.
Il Duca da vero nobiluomo si propone di sposarla, e così fa, tra i singhiozzi di lei che accetta strappandogli però una la promessa: quella di non consumare il matrimonio.
Ed ecco il clichè che non passa mai di moda.
L’innocente e spaventata fanciulla che viene presa in moglie dal farabutto bello e dannato. Lei lo rifiuta categoricamente, e lui accetta di non consumare il matrimonio per farla capitolare a tempo debito.
Come ben sappiamo a quei tempi era impossibile che una donna potesse vantare simili pretese.
Il solo compito di una moglie era compiacere il marito e generare figli, era impensabile che un marito di astenesse dal pretendere cioè che era suo di diritto.
Ma questo è un romanzo e a noi piace l’idea del bruto che rispetta la sua donna al punto di dirle “ti toccherò quando sarai tu a chiedermelo”.
Ci chiediamo dunque cosa abbia spinto Walter a rivoluzionare la sua vita per una giovane ragazza in rovina, scialba e pare poco avvenente.
Sicuramente sarà per il carattere!
E qui credo si celi il punto debole del libro, e mio malgrado devo accodarmi a chi mi aveva riferito che la pecca sta proprio nella protagonista.
Glen scopre in una sera che la sua vita non è quella che credeva essere, neppure il suo nome lo è . Ritrova per caso delle lettere che svelano la vera identità dei suoi genitori e la mettono in pericolo di vita.
Corre in piena notte, scalza e in vestaglia, da Avery che è bello, scapolo, scaltro, forte, ricco e con amici pericolosi tanto quanto lui.
Si innamora, la salva, la sposa, le promette di rispettarla e nel contempo aiutarla a trovare il tesoro del padre, rischiando più e più volte la pelle.
E lei in tutto questo lo rifiuta, tanto è spaventata da lui , dalle brutalità del suo passato. Si tormenta perché lei voleva un amore da fiaba con un principe azzurro dolce e sensibile e invece si ritrova sposata a un Duca, ex pirata, bello e virile che ammette di non aver mai avuto interesse per nessuna donna prima di lei.
Per quanto mi riguarda Glen non convince, non ingrana mai, c’è stato un attimo bellissimo in cui si riappropria di ciò che era appartenuto al padre e si commuove dicendo “sono a casa”, facendo incredibilmente commuovere anche me. Ebbene si, mi è scesa ingenuamente una lacrima e non so da quanto tempo non mi capitava.
Eppure resta sempre piatta, non ho mai visto uno slancio vero da parte sua.
Il suo carattere stona troppo con quello di Walter.
Lui è il vero motore della storia, il suo fascino è rimasto immutato nonostante il distacco temporale dal libro precedente, lo troviamo anzi più maturo, coinvolgente, appassionato. Il suo amore traspare da ogni parola, quel suo modo di vezzeggiarla chiamandola “tesoro” è inebriante e struggerebbe anche le meno romantiche del pianeta.
A far sfondo incrociamo altri personaggi che aprono la scena ai fatti del libro seguente, L’Irlandese. Le loro vicende sono altrettanto coinvolgenti, tanto che non vedo l’ora di rituffarmi nel mare dei Caraibi in una nuova avventura.
Sicuramente un bel libro, come tutti quelli della mia amata Kathleen McGregor, non il mio preferito ma chi ha letto la mia recensione di “La sposa spagnola” sa che per me non può esserci paragone con il capitano John McFee e l’incredibile Soledad.
Indicazioni utili
Alla ricerca dell'Eldorado
Kathleen McGregor ci trascina in una lunga avventura che coinvolge le vite di personaggi molto diversi tra loro, appartenenti a mondi distanti eppure accomunati da un unico destino che li porta ad affrontare la furia del mare aperto alla ricerca di se stessi, di risposte e di un tesoro leggendario sepolto chissà dove.
Con uno stile impeccabile, affascinante e coinvolgente e un'accurata ricostruzione storica, arricchita da termini marinareschi e pirateschi che contribuiscono a rendere le vicende ancora più credibili e a collocarle in tempi e luoghi ben definiti, la McGregor cattura la curiosità del lettore con estrema facilità, l'alimenta dosando con oculatezza dettagli e rivelazioni e lo ammalia con descrizioni approfondite e prolisse senza tuttavia appesantire il testo che di per se è già abbastanza lungo.
L'intreccio è ben costruito ma abbastanza prevedibile durante lo svolgimento.
L'unica pecca la si riscontra nel finale, che non soddisfa le aspettative del lettore e lascia aperta una possibilità per un eventuale seguito.