Narrativa italiana Gialli, Thriller, Horror Vipera. Una storia del commissario Ricciardi
 

Vipera. Una storia del commissario Ricciardi Vipera. Una storia del commissario Ricciardi

Vipera. Una storia del commissario Ricciardi

Letteratura italiana

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Napoli, 1932: manca una settimana alla Pasqua. Al "Paradiso", esclusiva casa di tolleranza nella centralissima via Chiaia, la prostituta più famosa è ritrovata morta. Maria Rosaria, detta Vipera, vanto e principale attrazione del bordello per la sua straordinaria bellezza, è stata soffocata con un cuscino. Al commissario Ricciardi, che ha il dono terribile di vedere i morti ammazzati e ascoltare le loro ultime parole, il fantasma di Vipera ripete: "il mio frustino, il mio frustino". L'oscura frase potrebbe riferirsi al soprannome dell'ultimo cliente, l'ambulante di frutta e verdura Peppe 'a frusta, o ai gusti sessuali di Alfonso, il commerciante di arredi sacri con tendenze sadomasochiste che ha scoperto il cadavere.



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Vipera. Una storia del commissario Ricciardi 2024-06-23 18:17:09 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    23 Giugno, 2024
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Il frustino

Vipera è una prostituta, bellissima. La più bella di Napoli. E un pomeriggio viene trovata uccisa nel suo letto nel bordello dove presta i suoi servizi. Il caso è particolarmente complesso, perché fin da subito è evidente che tanti sono i possibili colpevoli e tanti sono i moventi, così come nello stesso tempo tante sono le persone che le volevano bene. In contemporanea al caso si evolve la storia del protagonista, il commissario Ricciardi, che in questo episodio vede dapprima allontanarsi per poi riavvicinarsi la donna del nord, così tanto di lui innamorata, Livia. D’altra parte Ricciardi ha una ferita insanabile dell’anima, perché ha il dono di sentirsi arrivare addosso il mormorio dei morti e la consapevolezza del loro dolore e questo dono è per lui una condanna, perché lo porta a chiudersi, alla vita e all’amore. Ed anche la delicatezza di Enrica, che rappresenta il fascino di una normalità da cui si sente escluso, non riesce a sfondare la sua corazza di difesa. Oltre alle dinamiche della trama, come sempre è la penna di questo autore a lasciare il segno, con i suoi tratti gentili, delicati, rispettosi, incisivi. Il capitolo della notte di primavera è pura poesia narrativa, perché senza fare nessun nome di nessun personaggio, ci tratteggia ogni loro pensiero. Ed il capitolo delle pastiere è narrativamente meraviglioso, perché tutto concatenato, tutto collegato. Caratteristiche stilistiche che mi colpiscono sempre e che trovo eccellenti.

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Vipera. Una storia del commissario Ricciardi 2020-06-10 14:44:01 violetta89
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violetta89 Opinione inserita da violetta89    10 Giugno, 2020
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frusta o frustino

Primo libro che leggo di De Giovanni e del commissario Ricciardi e devo dire che non sarà neanche l'ultimo. Si tratta di un classico giallo in cui la cosiddetta parte scientifica conta poco, quello che conta sono i fatti, i testimoni con tutto quello che hanno da dire e le intuizioni giuste di chi indaga. In questo caso viene trovata morta una prostituta che lavora in un bordello chiamato "Paradiso", si tratta di una delle prostitute più belle e conosciute di Napoli, nota come "Vipera". La donna è stata uccisa nella sua camera, essendo molto cara, aveva solo due clienti ma nonostante questo non ci sono abbastanza prove che portino verso uno dei due. Ricciardi e il fedele brigadiere Maione si mettono quindi a indagare per tutta Napoli, riscoprendo anche per certi versi sentimentali.
Tutta la vicenda avviene sullo sfondo del fascismo che prende sempre più possesso dell'Italia e anche della libertà degli italiani. Infatti il dottor Modo grande amico del commissario, rischierà grosso solo per aver detto apertamente quello che pensa. Ancora una volta saranno Ricciardi e Maione a correre in suo aiuto mettendo a repentaglio le loro carriere e loro stessi. Piacevole, scorre bene, credo proprio che il commissario Ricciardi mi farà compagnia anche in futuro.

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Vipera. Una storia del commissario Ricciardi 2014-09-01 12:55:49 diogneto
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diogneto Opinione inserita da diogneto    01 Settembre, 2014
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che fame leggendo il Ricciardi!

Caro amico Ricciardi questa volta mi hai fatto venire fame! Le lunghe digressione sulle appetitose ricette salentine e partenopee hanno reso la tua indagine molto saporita... In questo capitolo rimangono sullo sfondo le tue "storie d'amore" per lasciare spazio all'indagine sulla morte di una "puttana" e al fascismo che, pian piano, entra anche nella tua storia!

Le ampie descrizioni e le digressioni culinarie riescono a rendere gustoso tutto il libro creando quella suspense propria di un giallo d'autore, dove le pagine si divorano l'una dopo l'altra e le giornate sono una pausa tra un capitolo e l'altro fino a sentire lo stomaco brontolare all'ultima riga quando, le tue scelte, rimangono un pochino sullo stomaco dei più romantici!

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tutto Ricciardi prima, Lojacono poi!
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Vipera. Una storia del commissario Ricciardi 2013-08-21 03:23:43 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    21 Agosto, 2013
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Il mestiere di vivere

In un precedente commento all’ultimo romanzo di Maurizio de Giovanni ho cercando di rispondere alla domanda: perché il commissario Ricciardi è così amato? Qui commenterò “Vipera” per apprezzarne intreccio, atmosfere e sfondi. A partire dal …

… POSTRIBOLO!

L’omicidio sul quale indagano Ricciardi e il brigadiere Maione avviene … in Paradiso! Che però è una casa di tolleranza d’alto bordo. Corre l’anno 1932 e siamo in piena epoca fascista. L’assassinio sembra dimostrare che “l’amore contendeva alla fame il triste primato di maggior generatore di morte e delitto.” In “un posto dove, insieme a tutti i soliti altri liquidi, era scorso anche il sangue. “ Anzi no, niente sangue: perché la vittima è stata soffocata.

LA PROTAGONISTA INANIMATA

Vipera è il nome “d’arte” di Rosaria, una ragazza del Vomero: “A suo modo era una celebrità”.
“Qual è la puttana più bella di Napoli? E tutti avevano una sola risposta.” Vipera!
“Per Madame Yvonne (ndr: la maitresse) era una specie di réclame, un’insegna vivente.”
Viene ritrovata esanime, poco dopo l’apertura del bordello: “Il cadavere giaceva scomposto in mezzo alle lenzuola sgualcite.”
“Il volto, scoperto, esprimeva la sofferenza della fame d’aria, e dalla bocca spalancata spuntava una parte di lingua annerita.”

I SOSPETTATI

I sospettati principali sono due anomali clienti, che per Vipera hanno una vera e propria ossessione: “Coppola, che dice di averla lasciata viva, e Ventrone, che dice di averla trovata morta.”
Giuseppe Coppola è l’antico innamorato: “Ero nella camera di Rosaria, prima che … prima che succedesse quello che poi è successo. L’ultimo che l’ha vista viva. A parte l’assassino.”
“Io non sono un suo cliente. Pago, è vero, se no non ci fanno stare insieme…”
“Nel suo passato ci sono stati momenti di violenza”. Inoltre il suo nomignolo allude al frustino cui la defunta fa riferimento in una delle visioni premonitrici che hanno reso celebre Ricciardi: “A mio fratello tutti lo chiamano Peppe ‘a frusta.”
A Rosaria, Giuseppe offre una possibilità di riscatto: “…Figuratevi se Vipera … lasciava i suoi guadagni, la venerazione degli uomini e la bella vita per andare a fare la moglie in una baracca del Vomero…”
Ventrone, “commerciante di arredi sacri”, ha invece tendenze sado-maso e quindi anche lui sembra avere attinenza con il frustino (“Quelli che hanno queste tendenze prima o poi qualcosa di sbagliato lo fanno, perché spostano il limite continuamente…”).
La vicenda è complessa: “con chiunque parliamo troviamo nuove ipotesi di moventi per quest’omicidio.” E molti dei personaggi potrebbero essere colpevoli: “Coppola di fronte a un rifiuto, Ventrone davanti a un possibile addio… il bisogno cieco e disperato di denaro: quindi Madame Yvonne, il suo figlio giocatore…”

EPOCA FASCISTA E PASQUA NAPOLETANA

Sullo sfondo della vicenda a tinte gialle, si svolgono episodi dell’intolleranza fascista: ne è vittima anche il medico legale Bruno Modo, lui stesso frequentatore di postriboli, (“Così ti eleverai da macellaio necrofilo a informatore della polizia”), che non esita a manifestare il suo dissenso al regime e per questo rischia la deportazione.
Sempre sullo sfondo, si materializzano mirabili affreschi delle tradizioni pasquali napoletane: con la pastiera, il dolce tipico, a farla da padrona.
In bassorilievo, agiscono personaggi che parimenti non possono mancare nella caratterizzazione della città partenopea: come Bambinella, il femminiello informatore di Maione, e Ciccillo ‘o Cecato, il “suonatore di fisarmonica cieco che ci vedeva benissimo…”

Bruno Elpis

P.S.: Nel mio sito trovate le mie congetture sui motivi del successo del commissario Ricciardi. Questo il link:
http://www.brunoelpis.it/recensioni/702-vipera-di-maurizio-de-giovanni-malgradopoi

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... gialli di ogni tipo
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Vipera. Una storia del commissario Ricciardi 2013-07-15 08:55:46 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    15 Luglio, 2013
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Una lettura sempre assai piacevole

E con questo sono sei i romanzi che hanno come protagonista il commissario Ricciardi, una serie fortunata che ha dato una giusta notorietà all’autore. I motivi di questo successo stanno tutti nei personaggi che compaiono regolarmente in ogni episodio: il commissario Ricciardi, un uomo affascinante e misterioso, che annida nel suo intimo un dolore profondo che lo porta a una malinconica solitudine esistenziale; la sua tata Rosa, che lo accudisce ed è di fatto una seconda madre, malata e avanti con gli anni, con l’intenso desiderio di vedere accasato e finalmente sereno quell’uomo di cui intuisce, senza saperne le ragioni, l’intima sofferenza; la dirimpettaia Enrica, perdutamente innamorata dal bel commissario, che la ama senza riuscire a dimostrarglielo; il brigadiere Maione, l’aiutante fidato, uomo aitante, pratico e dal cuore d’oro, che trova la sua pace fra le braccia della moglie Lucia e i figlioletti che animano la sua dimora; il dottor Modo, medico legale, nonché medico dell’ospedale, in cui cura con dedizione e generosità gli ammalati, notoriamente antifascista e un po’ anarchico; la cantante d’opera Livia, bellissima donna, in vista nell’alta società romana, corteggiata da tanti uomini, ma che ha occhi per uno solo, per lui, per Ricciardi; il travestito Bambinella, confidente di Maione, di cui è innamorato e non contraccambiato; il vicequestore Garzo, carrierista, individuo viscido, l’unico elemento negativo dei protagonisti fissi.
Se non bastasse già la notevole empatia che si instaura fra il lettore e questi personaggi, c’è l’ambientazione di rara efficacia, con una città, Napoli, in cui tanti vivono e lottano per sopravvivere, e infine non bisogna dimenticare l’atmosfera: siamo nella seconda metà del ventennio e si respira un’aria greve, un nauseante lezzo di marciume di un regime che ha iniziato la china discendente e che per proprio per questo compie ogni nefandezza, usando sempre più il bastone per prolungare la sua agonia.
E la trama gialla? Sempre presente, è pur tuttavia relegata allo sfondo del palcoscenico in cui si muovono i personaggi che prima ho elencato. Non manca la tensione, ma non è questa lo scopo di ogni romanzo, è come se de Giovanni ricorresse agli omicidi e alla ricerca dei colpevoli solo per narrarci delle sue creature, delle loro giornate, delle loro illusioni, delle loro delusioni.
E così è anche per Vipera, dove l’omicidio nella sua alcova di Maria Rosaria Cennamo, detta Vipera, la più bella prostituta non solo del bordello Paradiso, ma di tutta Napoli, e le conseguenti indagini sono un pretesto per mostrarci l’evoluzione dei rapporti fra Ricciardi ed Enrica, per aggiornarci su Maione e famiglia, per far rinascere, nonostante un rifiuto scostante, la passione di Livia per il commissario. A ciò si aggiunge, e questo è stato un colpo di genio, la disavventura del dottor Modo che, a forza di manifestarsi antifascista, finisce con l’entrare nel mirino della polizia segreta di regime. Ma non voglio dire altro, per non scoprire la trama e in questa sede mi preme solo rilevare come più passa il tempo, dopo ben sei romanzi la gradevolezza della lettura rimanga inalterata. Almeno nel mio caso mi sono interessato soprattutto all’’evolversi delle vicende dei protagonisti, relegando la ricerca del colpevole a un accessorio, che è ben costruito, ma è pur sempre non determinante nel giudizio. Maurizio de Giovanni sa bene interpretare le miserie umane, non si erge a giudice, ma ha un dono non comune: la pietà, pietà per le vittime e per i colpevoli, pietà per una città e la sua gente che vivono alla giornata, pietà per chi non la chiede, ma con il suo comportamento se la merita, pietà per chi ama senza essere riamato.
Vipera è un romanzo che merita indubbiamente di essere letto, uno di quei libri da tenere sul comodino accanto al letto o fra le mani mentre si prende il sole in spiaggia, un compagno fedele con cui trascorrere ore di intenso meritato piacere.

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Tutti i romanzi di Maurizio de Giovanni con protagonista il commissario Ricciardi
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Vipera. Una storia del commissario Ricciardi 2013-03-05 07:21:29 Sydbar
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Sydbar Opinione inserita da Sydbar    05 Marzo, 2013
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Vipera

De Giovanni ci ha ormai abituati con le sue ambientazioni, temporalmente incastrate, a ridosso delle festività comandate. Questa sua opera, Vipera, è realizzata nel periodo della Settimana Santa che precede la Pasqua naturalmente ambientata nella Napoli degli anni '30.
Un bordello, una prostituta ritrovata morta, soffocata con un cuscino e la solita visione post-mortem di cui il celebre commissario Ricciardi ci rende partecipi.
Il giallo questa volta seppur congenialmente sviluppato e ben raccontato ha uno spazio quasi marginale, l'autore ci accompagna tra vie e piazze napoletane, facendoci inebriare con gli odori delle delizie culinarie pre-pasquali, un'aria intrisa di profumi del mare e della primavera che avanza inesorabilmente.
In questo libro De Giovanni ci racconta l'amore, quello sperato, quello disperato, quello realizzato e quello irrealizzabile, quello a pagamento (se amore si può chiamare) e quello incondizionato e gratuito, quello di una moglie e madre, quello di un'amante per un lui che chissà...quello di un cane pronto a farsi uccidere per difendere il suo padrone, quello degli amici pronti a tutto.
Anche in questo romanzo è posto in evidenza lo stato di sempre maggiore predominanza di una dittatura che ormai è giunta quasi all'apice che precederà gli anni tra i più bui per la nostra Italia, quelli della Seconda Guerra Mondiale...sarà proprio da uno spiacevole avvenimento con le camicie nere che si svilupperà una storia parallela al nostro giallo che ci terrà col fiato sospeso.
Insomma complimenti all'autore che ha abbandonato alcuni suoi strascicanti flashback che erano presenti nei precedenti libri della serie Ricciardi/Maione e soprattutto per aver saputo mantenere alto l'interesse del lettore con più variabili derivate dal romanzo giallo, d'avventura e sentimentale.
Buona lettura a tutti.
Syd

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...i precedenti di De Giovanni con protagonisti Ricciardi e Maione
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Vipera. Una storia del commissario Ricciardi 2012-12-20 13:08:17 Fonta
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Fonta Opinione inserita da Fonta    20 Dicembre, 2012
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Vipera che avvolge il lettore

Maurizio De Giovanni continua a stupirmi ed a stupire!

Il commissario Luigi Alfredi RIcciardi è uno dei grandi personaggi che la letturatura nazionale puòannoverare, un protagonista atipico, non un eroe ma un personaggio fragile e pieno di ossessioni che ne fanno una persona triste e sola, la quale però ha un piccolo mondo di figure semplici e speciali che sanno amarlo per com'è. Giàin questo sta la poesia, che miscelata poi con il colore giallo rende i libri di De Giovanni dei piccoli gioielli, da indossare e regalare con orgoglio e con piacere.

In questo libro a Napoli, nella Napoli fascista del 1932, sta arrivando la Pasqua, con i suoi profumi, sapori e colori, un risveglio dopo un rigido inverno che porterà la morte in un luogo dove il calore e la passione sciolgono ogni tipo di gelo: un bordello. La bellissima Vipera, prostituta di rara bellezza viene trovata soffocata dal suo cuscino in camera sua. Ma chi poteva volerla morta? Quale sentimento poteva aver condotto lì la mano dell'assassino: invidia? lussuria? amore? odio?

Un' opera favolosa, raccontata in una maniera sublime, una caccia all'assasino ed al movente estenuante, che vi terrà incollati alle pagine del romanzo, i soliti capitoli brevi, che incalzano il lettore sono un marchio di fabbrica per lo srittore, i personaggi e le loro storie che ormai da cinque libri ci accompagnano, vivono e crescono nel nostro cuore di semplici lettori.

Ora si attendono gli ultimi due libri della saga, che da quanto ho capito dovrebbe concludersi dopo le due festività mancanti in uno spaciale San Gennaro tinto di sangue. Da un lato non vedo l'ora di vedere come si chiuderanno le storie dei vari protagonisti, dall'atro sento già il vuoto che lascerà Ricciardi =)

Grazie De Giovanni!

Permettetemi infine un umile consiglio di cuore: a Natale, se avete in mente di regalare un libro, aglia amnti dei gialli o anche solo dei romanzi, accantonate per un anno il classico "librone bestseller" magari americano e provate a regalare il primo libro del commissario RIcciardi di De Giovanni "Il Senso Del Dolore, l'inverno del commissario Ricciardi", non ha nulla da invidiare ad altri acclamati maestri del genere e farete un figurone con una dozzina di euro! =)

Buona lettura e Buon Natale a tutti

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Vipera. Una storia del commissario Ricciardi 2012-12-02 17:37:07 LuigiDeRosa
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    02 Dicembre, 2012
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Vipera, tu si na malafemmena, quest'occhi hai...

"Scusi, questo è un Montabano?", fino a poco tempo fa i clienti appassionati di libri gialli, dopo aver individuato sulle mensole il nuovo libro di Andrea Camilleri, li vedevo agitare la mitica copertina blu cobalto delle edizioni Sellerio a mo di bandierina di guardialinee e chiedermi se il testo era di quelli che avevano per protagonista il famoso Commissario di Vigata, oggi mi capita lo stesso con Maurizio De Giovanni,li vedo sventolare i libri dall'inconfondibile costa gialla dell'Einaudi Stile Libero e chiedermi con apprensione:"Scusi, questo è un Ricciardi?" Ma non è tutto, alcuni comprano i gialli di De Giovanni non per scoprire l'assassino di turno, ma per sapere se il Commissario cilentano si è deciso fra Enrica e Livia, quale delle due donne avrà sposato? Saranno queste piccole cose che ti danno il metro del successo di un autore? Il talento di uno scrittore di gialli si rivela anche in questo, nella capacità di creare pesonaggi ai quali i lettori si affezionano come i fan al grande cantante lirico e questo talento De Giovanni lo ha.Vipera è il soprannome di Maria Rosaria Cennamo, la più bella prostituta di un frequentatissimo bordello napoletano il"Paradiso", trovata morta, soffocata con un cuscino appurerà il dottor Modo, una mattina dalla "collega"Lily", anzi il Commissario Ricciardi ,giunto sul luogo del delitto con il fido briadiere Maione,scoprirà subito che a trovare la bellissima ragazza era stato uno dei suoi clienti più ricchi il cavalier Vincenzo Ventrone, titolare di una rinomata ditta di arredi sacri, e allora perchè Lily ha mentito?, per lo scandalo che avrebbe investito Ventrone? E Madame Yvonne, la tenutaria del bordello perchè copre il figlio, un buonoannulla che gioca tutti i suoi soldi nelle bische?
E Coppola,Peppe 'a frusta, il "fidanzato storico"di Vipera, non era geloso di Ventrone,dei suoi soldi e del suo frustino? Già il frustino,il fantasma di Vipera "sussurra"queste ultime parole a Ricciardi : Frustino,frustino.Il mio frustino."
La caratteristica di questo giallo è che più il Commissario indaga più la vicenda si fa ingarbugliata e i possibili sospettati aumentano anzichè diminuire ,in un crescendo di dubbi che invogliano il lettore a divorare le pagine del testo per scoprire chi sarà stato fra loro ad assassinare la bella donna. La vicenda si svolge a Pasqua, che da De Giovanni è magnificamente celebrata con le descrizioni dei piatti tradizionali del Cilento, terra d'origine di Ricciardi, così come intriganti sono le location della vecchia Napoli, Vomero, Chiaia, il Porto, via Toledo.I personaggi che avete imparato a conoscere nelle precedenti avventure ci sono tutti, compreso qualche fantasma assiduo del Gambrinus, ma non chiedetemi se Ricciardi alla fine opererà la sua scelta fra Enrica e Livia, perchè non lo rivelerei neanche sotto tortura,so solo che la signora Rosa tifa sfacciatamente per una di loro e che Bambinella ne sa una più del diavolo e secondo me è l'unica ad averci capito qualcosa.
Un grande prova di De Giovanni che dice :"come tutte le storie di Ricciardi,nasce dai racconti e dal sorriso di mia madre.Io l'ho solo raccontata".

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