Vincolo di sangue
Letteratura italiana
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FINE PENA ... MAI !
“Non sai mai quanto sei forte , finchè essere forte è l’unica scelta che hai”.
Questa la frase di Chuck Palahniuh , a cui la mia mente sovente ha pensato durante la lettura di questo libro, forte per la drammaticità della storia vera che ci propone .
E’ Rosalia, una detenuta figlicida, che si racconta all ’avvocato penalista Gianluca Arrighi, durante la fase ultima del processo, definita di esecuzione, in cui nulla più si può fare; la sorte è ormai decisa : l’ergastolo.
Lui, avvocato appassionato e di grande intelligenza e sensibilità umana, l’ascolta nelle sue parole e nei suoi silenzi, diventando egli stesso con tale libro , la sua voce.
Una donna che ha vissuto esperienze di dolore profondo; una donna che ha commesso il crimine forse peggiore: ha tolto la vita all’essere al quale aveva dato lei stessa la vita, … sangue del suo sangue.
Nessuna indulgenza … nessuna indulgenza, ci ripete sovente nella narrazione l’autore.
Ma con rispetto lui riesce ad entrare nei meandri della sua mente e del suo cuore, arrivando a tutelare il suo essere persona, fino in fondo.
In una società che si ferma al giudizio, all ’additare, giungendo a conclusioni “logiche” ed immediate, Gianluca Arrighi salva il salvabile, con un rispetto senza pari.
Un libro che induce a forti riflessioni sul male, che per tutti risulta essere un “pezzo di vita”, e che sa esercitare un maggior fascino e un’incredibile seduzione, se viene riscontrato negli altri, imposessandoli.
Ok, tutti d’accordo sul fatto che in tali circostanze la fine della pena è mai, perché anche se non fosse quella giudiziaria, sarebbe sicuramente quella del suo cuore di essere madre, ma quale notevole senso di speranza ci trasmette l’autore, nel suo tentativo di aiutare una donna che certo ha sbagliato, ma che ha vissuto sulla propria pelle sin dall’ infanzia…sbagli di altri … su se stessa.
Che dire, se non che è un libro che merita davvero di essere letto…dove troverete una vita che da sola basta per essere un romanzo… e che romanzo!
Buona lettura.
Pia
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Nessuno muore fino a quando viene ricordato
“In qualche modo il criminale è una persona che osa, che si libera dal vincolo sociale, che si distingue dalla massa.”
… E se il criminale che osa uccidere una figlia appena diciottenne per gelosia è una madre lucida e determinata non si libererà mai dal legame indissolubile delle leggi della natura che regolano la vita degli uomini, il vincolo di sangue sarà l’inevitabile stretto nodo che li congiungerà e non le separerà mai fino alla fine.
“Quando viene commesso un omicidio, nulla viene dato per scontato.”
“Avvocato, sono stata condannata per l’omicidio di mia figlia…” E’ così che inizia questa viscerale e terribile storia vera che attraverso la penna e la sensibilità di Gianluca Arrighi riesce a dare voce a Rosalia Quartararo, una madre snaturata che con feroce violenza uccise la figlia, sconvolgendo l’Italia nel 1993.
Fine pena mai.
Concepibile e inevitabile la repulsione dinnanzi a un crimine di questa portata tanto quanto la corale condanna concreta di una società che si indigna e che metterebbe al rogo la madre indegna e mostruosa. La penna elegante e incisiva d Arrighi riesce a far dileguare questo concetto e si accosta unicamente alla figura di Rosalia, ovviamene ergastolana, dandole piena voce attraverso la personale confessione, permettendo in questo modo di far conoscere il lato più intimo e buio di questa donna che ha sempre vissuto nell’ombra della violenza e della sofferenza vera.
“Siamo uomini e quindi fallibili e incoerenti per definizione. E quando tentiamo, scioccamente, di essere perfetti, ci trasformiamo in ciò che prima odiavamo.”
Toccante e commovente, un libro da leggere con calma, che non giudica mai il mostro e nemmeno lo assolve dal crimine commesso, ma che riesce con la semplicità del linguaggio e la portata dei contenuti a far conoscere la triste e contrastata vita di Rosalia fatta di sensi di colpa e la sua graduale risalita dagli inferi attraverso il perdono.
Una madre che uccide la propria figlia è destinata a morire anche lei ogni giorno.
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VINCOLO DI SANGUE
C’è una linea sottile che divide l’essere umano dal diventare un potenziale criminale. Questa rottura della linea avviene quando prende il sopravvento la nostra “parte oscura”. Questo è successo in questa “real crime novel”.
E’ il racconto di un fatto di cronaca realmente accaduto nel 1993 Rosalia Quartararo uccide la figlia Maria Concetta diciottenne e ne occulta il cadavere. Accusata di figlicidio per motivi passionali con il massimo della pena: l’ergastolo.
Un avvocato penalista viene assunto da Rosalia come suo avvocato fiduciario per l’ultima fase del processo quella dell’esecuzione.
Inizia così attraverso i colloqui in carcere il racconto della vita di Rosalia in Sicilia.
Dalla sua infanzia finita troppo presto, agli amori sbagliati, al trasferimento a Milano, come ha dovuto crescere tre figlie da sola, i problemi che puoi trovare in una grande città, il lavoro e il rapporto troppo protettivo nei confronti di Maria Concetta fino all’epilogo finale dell’orrendo omicidio della figlia.
L’avvocato con grande maestria mette in risalto il lato umano della donna e le vere cause di quel gesto folle cercando di riscattare il nome di Rosalia, cercando di togliere l’etichetta del “mostro”, anche un criminale comunque resta ed è un essere umano.
Uno spaccato di come si vive in un carcere, e per l’omicidio che ha commesso Rosalia ne ha dovuti cambiare parecchi finche è arrivata a Rebibbia, e di quando è stata in un “ospedale psichiatrico giudiziario”.
E’ un libro che si legge in poco tempo sono 157 pagine. Scritto bene, molto umano ed è scorrevole. Ti fa riflettere, ti fa pensare. E’ un libro profondo anche se l’argomento è forte.