Ventuno
Letteratura italiana
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Le molteplici facce di un dado chiamato Las Vegas
'Il vento sibila allo stesso modo in tutti i posti del mondo. Non ha una lingua diversa, non cambia idioma. La gioia o la malinconia che porta con sé parlano ovunque lo stesso linguaggio. Cambiano solo la sabbia che trasporta, l'odore dei fiori e dell'erba falciata, il carico di sale quando scivola sulle coste. Ma la sua voce non muta'.
Ci troviamo a Las Vegas, l'atmosfera è nel contempo asfissiante e misteriosa. Robert Estevez, croupier del 'Golden Nugget' dal passato tutt'altro che lindo e immacolato, viene freddato con un colpo di pistola a bruciapelo in un taxi. Scattano immediatamente le indagini, che rivelano un particolare a dir poco sconcertante: sul polso della vittima è stato impresso un marchio simile a un'arpia, del tutto identico a quello che, esattamente due anni addietro, l'ex capitano di polizia Nathaniel Poe rinvenne sul polso della sorella Cécile morta strangolata nella cittadina francese di Bugarach. Sì, lo stesso Nathaniel che mai risolse quello spinoso caso e che anche perse la vista durante quelle sciagurate indagini, poiché 'I fantasmi se ne vanno soltanto quando i vivi sono in pace.', si fa affiancare dall'hacker Elijah Fisher per condurre privatamente le proprie ricerche in parallelo a quelle ufficiali dei detective Stanley Webster e Kenny Burack. Le varie tracce conducono subitaneamente nell'esoterico mondo dell'illusionismo e portano alla luce un altro omicidio avvenuto a Tokyo, (im?)possibile da ricollegare per tempistiche a quello di Estevez. Ma anch'esso corredato dalla stessa agghiacciante firma. Sarà dunque un compito delicato e complesso per "Nat e Eli", i quali, mentre la polizia sarà traviata dai falsi indizi di un nemico abilissimo e sfuggente, riusciranno a decifrare la complessa dicotomia che sottende realtà e illusione per giungere infine al noumeno crudo, feroce e innatamente malvagio insito in ognuno di noi.
Siamo di fronte a un thriller d’azione che si intreccia a doppio filo con la magia e il gioco d'azzardo, le due "reali illusioni" che costituiscono le fondamenta della città che non dorme mai: il tutto mentre nugoli di giocatori ludopatici 'siamo rappresentati da sempre con un piccolo demone sulla spalla che ci bisbiglia nelle orecchie.', tavoli verdi si moltiplicano a dismisura come in una visione esasperatamente miope e centinaia di slot machine pullulano di automi spersonalizzati a qualsiasi ora del giorno.
Importante e ben riuscito è l'intento dell'autore di "affacciarci" verso lo sconfinato mondo dei maghi di professione, capace di mantenere il proprio e rispettabile alone di mistero a discapito di un mondo moderno sempre più razionale e nemico dell'intangibile. Uno scenario dai contorni pittoreschi e teatrali, ma il sipario potrebbe calare da un momento all'altro e lasciare totale libertà d'azione a satanisti presunti, ex falsari, impresari megalomani e manager di prestigiatori avidi di potere in combutta con costruttori di illusioni senza scrupoli. Con un "effetto domino" conclusivo ai limiti dell'inverosimile.
'Venite a perdervi nel labirinto della mente.
Illusione è la parola magica.
Niente sarà come sembra.'
E niente sarà più come prima.