Una mutevole verità
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
Una mutevole verità
Saremmo quasi sulla retta via... si Gianrico, questo formidabile autore capace di strabiliarci attraverso le sue opere, tra queste le più fulgide quelle riguardanti l'avv. Guerrieri.
Con questo racconto breve di genere poliziesco Carofiglio può tornare a respirare dopo la evitabile performance con suo fratello Francesco...ma questa è un'altra storia per fortuna.
La trama non è complicata ed il romanzo segue una storia abbastanza lineare con un maresciallo dei Carabinieri che indaga su di un delitto all'apparenza già risolto ma si sa le verità possono anche essere mutevoli, possono far sorgere dei ragionevoli dubbi, perchè tutte le perfezioni potrebbero anche essere provvisorie, ed un testimone consapevolmente diviene chiave per condurci ad occhi chiusi sull'assassino.
Ma a volte le cose non sono come si pensano bensì come riescono ed è così che il nostro protagonista, maresciallo Fenoglio, percepirà come una strana sensazione che lentamente lo condurrà a destinazione.
Una trama il cui esito è quasi prevedibile ma a Carofiglio riconosciamo una certa voglia di esplodere come per i primi suoi romanzi.
Una piccola sorpresa ci viene riservata nel finale...quindi per gli amanti dell'autore un consiglio, leggete l'opera senza pretese e gustatevi la sorpresina.
Buona lettura a tutti.
Syd
Indicazioni utili
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 8
Una traccia nell’aria
Questo brevissimo romanzo è valso a Gianrico Carofiglio il premio Scerbanenco 2014. Come si intuisce dall’esiguo numero di pagine, la trama è piuttosto semplice e non potrà certo soddisfare un lettore in cerca di un poliziesco canonico. Bastano due dita per contare i sospetti, la suspense risulta di fatto assente e la soluzione facilmente intuibile. Sembra quasi che lo scrittore pugliese abbia scarnificato un ricco poliziesco, riducendolo alle sue linee essenziali. Il che potrebbe anche funzionare, se ci si sa accontentare.
La vicenda parte con un omicidio, il caso ideale per qualunque poliziotto, quello con un testimone oculare provvisto di carta e penna, che appunta il numero di targa dell’assassino e indica dove ritrovare l’arma del delitto, corredata persino di impronte digitali. Sarebbe facile lasciarsi tentare da una soluzione già confezionata, ma per il malinconico e integerrimo maresciallo Fenoglio la verità non è solo un insieme di dati, è una storia che si nasconde subdolamente nelle note dissonanti e fuori fuoco, tra le pieghe dei non detti, in uno sguardo che sfugge o troppo indugia. La verità non è altro che la storia con cui cucire tutti gli elementi, anche quelli apparentemente mancanti.
Ho letto che questo scritto è stato realizzato in collaborazione con l’Ente editoriale dei Carabinieri nell’anno dei festeggiamenti del Bicentenario. La sensazione alla lettura è proprio che con questo romanzo Carofiglio abbia voluto rendere omaggio all’Arma, creando un personaggio davvero affascinante, un maresciallo che conquista per umanità e compassione. E conquista anche la penna dell’autore, sempre elegante e talentuosa nel cogliere tratti e atmosfere. Allora è proprio la storia, così esile e prevedibile, a risultare l’elemento disarmonico. Se fossi un investigatore, su questa nota dissonante potrei forse cucire una verità di fretta o scadenze editoriali, chissà, ma sono solo una semplice lettrice e mi limito ad attestare la mia non completa soddisfazione. Ho visto che l’autore ha ripreso il personaggio in altri libri successivi, recensiti con buone valutazioni. Probabilmente, quindi, da rimandare ad altri testi.
Indicazioni utili
- sì
- no
L'APPARENZA INGANNA
Il maresciallo Pietro Fenoglio - di origini piemontesi e trapiantato a Bari - è in procinto di arrestare Lorenzo Cardinale, un criminale specializzato in rapine, quando viene informato che un uomo, tal Sabino Fraddosio, è stato ucciso pochi instanti prima nel proprio appartamento. Da subito il caso appare di facilissima risoluzione, grazie all’eccessiva curiosità (tendente alla paranoia) di un’anziana condomina la quale ha visto praticamente tutto: il presunto assassino, la targa della macchina su cui si è allontanato in gran fretta dal luogo del delitto, un involucro sospetto gettato nel cassonetto dei rifiuti… Tutto palesemente troppo chiaro per Fenoglio, che inizia ad interrogarsi sul se e come i fatti si siano effettivamente svolti, inseguendo quella verità difficile da cogliere.
Gianrico Carofiglio ha esordito con le vicende dell’avvocato Guido Guerrieri; in questo giallo, che vira più sul genere poliziesco, introduce la figura del maresciallo Fenoglio, sullo sfondo di una Bari di fine anni '80. Questa volta il grosso dell’azione non si svolge nelle aule di tribunale (dove il lettore potrà comunque incontrare per un breve istante il giovane e brillante Guerrieri, in una sorta di piccolo cammeo cinematografico) bensì nella mente di Fenoglio, che analizza ogni più piccolo particolare elaborando una “storia” plausibile, proprio come farebbe uno scrittore alle prese con la stesura di un libro.
Il maresciallo è un bel personaggio: detesta la violenza e la gratuità di certi atteggiamenti spacconi di alcuni colleghi, non si accontenta dell’apparenza delle cose ma cerca l'introspezione e la logica, è riflessivo, malinconico, caparbio ed empatico, gli piace passeggiare, ama la musica classica e le buone letture. I riferimenti potrebbero sprecarsi - da Lucarelli a Camilleri – ma questo romanzo breve, che forse ha una trama un po’ troppo semplice e prevedibile, è tuttavia curato nella forma e possiede quella freschezza tale per cui si manda giù come una bibita dissetante nella calura estiva.
Indicazioni utili
Perché quel disagio?
Tutto sembra facile: ma Una mutevole verità è in agguato in questo romanzo breve di Gianrico Carofiglio.
La vittima è un odioso usuraio, c’è un testimone oculare attendibile e tutto sembra congiurare contro il ragazzo incriminato.
“E allora perché quel disagio. Perché quella sensazione indistinta? Come una parola che hai sulla lingua.”
Se lo chiede il maresciallo Fenoglio che, in preda ai dubbi (“Si ricordò di aver letto che la credibilità di un teste è influenzata dal suo aspetto fisico…”), non si arrende di fronte a una soluzione troppo semplice (“Mi sembra tutto troppo perfetto”).
Finché l’esercizio del dubbio (“È sicura che il ragazzo sia entrato dal lato del passeggero?”) e l’analisi razionale disinnescano le mine del pregiudizio (“Alcune cose ci sfuggono perché sono così impercettibili che le trascuriamo. Ma altre non le vediamo proprio perché sono enormi”).
Giudizio finale: metodologico, cartesiano, barese per ambientazione.
Bruno Elpis
Indicazioni utili
- sì
- no
La complessità del reale
Questo romanzo di Carofiglio è breve, scorrevole ed incalzante, umano e molto delicato; nello stesso tempo però è anche caratterizzato da un omicidio brutale e da un sottofondo terrificante che emerge lentamente fino a mostrare i suoi lati più oscuri. Si tratta comunque di un giallo, caratterizzato da un cruento mistero che l'investigatore Pietro Fenoglio dovrà risolvere e che riuscirà a farlo solo andando nella direzione opposta rispetto alle numerose tracce che la scena del crimine offre.
Già dal prologo che è una storia ricca di umanità ma svincolata dalla vicenda principale, emerge la personalità del protagonista, il maresciallo Fenoglio è attento pensatore, preciso nell'indagine e nell'analisi delle tracce, triste e molto sensibile, odia la violenza e le armi; nel quotidiano percorso casa-lavoro ama passeggiare e cambia spesso itinerario per tenere in esercizio la sua capacità di osservazione; proprio come l'amato Sherlock Holmes, osserva e ricorda tutto. E' superficiale dire solo osserva, è più acuto dire percepisce con tutti i sensi: vista, udito, tatto e soprattutto olfatto. Gli odori dominano il romanzo dall'inizio alla fine, da quello ferroso del sangue, a quello disgustoso della morte violenta, Fenoglio riesce a sentire anche l'odore della paura.
Il romanzo è in terza persona ma si sente una forte identificazione tra narratore e personaggio principale; le varie e piacevoli digressioni, le storie personali, le riflessioni profonde e gli estratti dai vari documenti giudiziari si intersecano perfettamente nel tessuto narrativo e nell'intreccio del racconto.
Siamo nel 1989 a Bari, città mai citata nè descritta approfonditamente, nell'appartamento di una palazzina, anni cinquanta, ambiente un po' triste con l'atrio che odora di cibo ed altro, viene trovato il cadavere di un uomo sgozzato; subito appaiono: un testimone chiave lucido e sicuro di sè, delle prove schiaccianti e l'arma del delitto con impronte che risultano dell'indiziato; tutto torna, stato di fermo per il presunto colpevole. Quasi troppo facile ma non per Fenoglio; nella scena del crimine c'è qualcosa fuori posto, un'incoerenza, un elemento dissonante, una discontinuità, una regolarità alterata, una piccola presenza che parla e odora. Il maresciallo con il suo giovane assistente Montemurro (l'esperienza del maestro e la voglia di imparare dell'allievo) saranno l'accoppiata vincente per risolvere un caso che sembrava già chiuso; il lettore segue la trama accattivante che si sviluppa lentamente, scoprendo quel piccolo frammento di vitale importanza.
Siamo tutti contenti per il finale pieno di speranza, siamo fieri del poliziotto dai modi eleganti e delicati; i lettori si augurano di poter leggere ancora le storie del maresciallo silenzioso, acuto e molto particolare.
Indicazioni utili
Leggerezza nel giallo
Non amo particolarmente i gialli di solito, perchè raccontano di storie troppe efferate che non mi fanno dormire. Sono rimasta sorpresa in positivo da questo romanzo, perchè non solo racconta del fatto di cronaca in sè, ma svela anche il carattere e la sensibilità dei personaggi, in particolare del maresciallo Fenoglio, del quale pian piano il lettore impara a conoscerne le abitudini e i pensieri.
Trama non particolarmente fitta o complicata da seguire, si snocciola e rivela in un centinaio di pagine, arrivando alla fine per chiedersi "già finito"?
Indicazioni utili
Una piacevole rivelazione
Premessa alla recensione: la lettura del romanzo di Carofiglio mi è stata consigliata da una persona che ama le letture gialle - poliziesche ed in particolare apprezza la scrittura di Carofiglio. Solitamente leggo romanzi rosa e prediligo i testi "corposi", i classici "mattoni" dalle trecento pagine in su. trovarmi tra le mani un genere giallo - poliziesco e di sole centodiciotto pagine mi ha resa titubante nell'iniziare la lettura.
Detto ciò, la trama di fondo non è nuova: un omicidio, una testimone e di conseguenza l'assassino a portata di mano per i tanti elementi a suo carico. Un puzzle perfetto, troppo perfetto per un perspicace ed acuto maresciallo a cui tutte le tessere perfettamente incastrate non convincono. Sarà proprio il suo intuito ed il suo scetticismo a chiudere il caso con un colpo di scena inaspettato.
La trama non è complicata, il corso degli eventi è facilmente intuibile e già a metà racconto si può dedurre chi sia l'assassino. Mi è piaciuto lo stile preciso, puntuale e chiaro dello scrittore, non si dilunga con inutili giri di parole. Riesce a creare una storia verosimile, avvincente ed accattivante. Personalmente, tenendo in considerazione la premessa, penso che in futuro potrò riavvicinarmi al genere giallo e, perché no, a Gianrico Carofiglio.
Indicazioni utili
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Una presunta verità può essere ingannevole
Un uomo con precedenti poco raccomandabili viene assassinato nel suo appartamento. Una inquilina curiosa, che spia abitualmente le mosse dei condomini, riferisce ai carabinieri particolari che inducono a sospettare, con prove e reperti apparentemente inoppugnabili, un giovane piuttosto timido, introverso, che non sa fornire spiegazioni in grado di escluderlo da un’evidente colpevolezza. Tutto sembra ormai indicare in lui l’assassino, ma ecco che entra in scena il maresciallo Fenoglio, un bravo e sagace piemontese trapiantato a Bari. E’ un personaggio singolare, riflessivo, colto, amante dei buoni libri e della musica classica; è comprensivo nei confronti di tutti, non ama la violenza gratuita ed i modi spicci di certi suoi colleghi. Non si lascia ingannare dalla evidenza dei fatti, scava nelle apparenti evidenze e nel passato dei personaggi coinvolti : fa emergere un’inaspettata verità, che non è più quella presunta ma che individua, con un colpo di scena finale, il vero colpevole.
E’ il primo vero poliziesco di Carofiglio, un volumetto che si legge in poche ore e che riassume la filosofia dello scrittore : da buon avvocato, suggerisce di indagare sempre a fondo, di seguire con cura tutte le piste , di non lasciarsi sedurre dalla banalità di costruzioni apparentemente veritiere e decisive. Carofiglio si immedesima nel protagonista del romanzo, il maresciallo Fenoglio, sa renderlo simpatico e sembra proporcelo per nuove indagini. Tutto sommato un buon poliziesco, anche se, per dirla tutta, la conclusione dell’indagine e quindi l’identità del colpevole traspaiono già sin dalle prime pagine. Ma lo spessore del maresciallo Fenoglio e le sue intuizioni rendono il romanzo di piacevole lettura.
Indicazioni utili
Silver Blaze…
... in omaggio a Doyle e alla fiamma della Benemerita.
Un uomo viene ucciso in casa sua e una vicina di casa diventa il testimone chiave perché è riuscita a prendere la targa di una vettura sconosciuta nei paraggi del condominio. Entrano in causa un giovane e la sua famiglia, in tempi brevi spunta anche il movente e il caso è chiuso. Un giallo essenziale, asciutto e senza colpi di scena, praticamente perfetto o soltanto prevedibile e sempliciotto.
La costruzione dei personaggi e l’approfondimento psicologico attraverso una struttura narrativa adeguata in poco più di cento pagine, praticamente da leggere in un pomeriggio di mare, vale il prezzo del biglietto.
Cosa salva questo piccolo poliziesco? La figura del maresciallo dei Carabinieri Pietro Fenoglio, una new entry nella bibliografia di Carofiglio, un pacato uomo onesto che ha il fiuto per le indagini e che si avvale della facoltà di ricercare con scrupolo e anche “fortuna” il tassello che manca per incastrare il vero colpevole. In questo caso la perfezione che manca sta proprio nell’aria, si avverte col naso e ha il nome di un celebre profumo.
L’autore ha voluto omaggiare con questo racconto lungo il bicentenario dell’Arma dei Carabinieri e l’edizione del libro è stata realizzata in collaborazione con l’Ente editoriale dell’Arma. Ma è stato anche furbetto, sicuramente perché sapeva di aver scritto un giallo quasi scolastico e ha voluto inserire come fanalino di coda la creatura che manca dalle librerie da molti anni, dulcis in fundo per farsi perdonare. E fin qui ci sono arrivata pure io… Elementare Watson.