Una morte onorevole
Letteratura italiana
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L'Amish
“...alto e attraente, sui quarantacinque, e in perfetta forma fisica. Innegabilmente bello. Una testa piena di riccioli castani, un trench alla Maigret, una collezione di camicie di sartoria sempre portate con le maniche arrotolate sopra ai gomiti e impeccabili pantaloni gessati sorretti da bretelle di vari colori. Ai piedi le immancabili Church’s modello Oxford a punta rotonda che userebbe anche per correre la Stramilano! “
Il commissario Luca Botero è un bel tipo, sui generis, non ama la tecnologia. Ha subito, nel passato, un grosso trauma,mentre indagava su un killer spietato e senza scrupoli, è entrato in coma, e quando si è risvegliato è completamente diventato un’altra persona,che si ostina a vivere nel passato e odia, al punto di essere fobico, tutto ciò che il progresso tecnologico ci ha messo a disposizione al giorno d'oggi, cellulari, computer…
per questo e per i suoi modi è soprannominato l’Amish.
Quindi anche tutta la sua squadra è catapultata nel passato, più precisamente negli anni 70, sia nel modo di vestire, che per gli strumenti usati per le indagini, vecchi telefoni in bachelite, fax e archivi cartacei.
Durante un grosso evento, per la fine dell’EXPO, in uno degli alberghi di lusso di Milano, salta la corrente, ma quando le luci si riaccendono l’onorevole Vincenzo Greco giace riverso senza vita nella piscina dell’hotel. L’assassino è tra gli invitati, ovviamente, ed è proprio su ognuno di loro che si concentrerà il lavoro dell’equipe del commissario.
Un giallo classico, lineare, con movente, indizi e diversi sospetti, basato tutto sul ragionamento deduttivo dell’investigatore.
Fin troppo semplice nello schema, se non fosse per il tocco di originalità dato al personaggio principale, che lo distingue da altri commissari.
C’è chi ha avuto, leggendolo, risonanze di A.C. Doyle o Agatha Christie, io sinceramente non le ho percepite, tantomeno ravvedo Poirot o Sherlock Holmes in Luca Botero.
Una lettura semplice, non molto intrigante e pur forzandone, lo scrittore, tutte le caratteristiche, non ho trovato affascinante neanche il protagonista.
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L'intuito del commissario Botero.
Il commissario Luca Botero é un tipo originale: alto, elegante, di bell'aspetto, sui quarantacinque, occhi verdi, ha la prerogativa di rifiutare qualsiasi novità tecnologica, preferendo affidarsi al suo formidabile intuito. In questo giallo di Paolo Roversi, il nostro protagonista (soprannominato nell'ambiente l'Amish) è alla sua seconda apparizione (dopo il primo episodio, "Alla vecchia maniera"), coadiuvato da un team ben affiatato, due donne, Roberta e Camilla, che se lo mangiano con gli occhi, e due uomini, Dario e Michele. Siamo a Milano, nella suite presidenziale dell'Hotel Savoy, prenotata dall'onorevole Vincenzo Greco per festeggiare la fine dell'Expo ed un nuovo faraonico progetto stradale. Cinquanta gli invitati, ovviamente il fior fiore della politica e del bel mondo: ad un certo momento del party va via la corrente e quando riappare la luce, l'onorevole galleggia nella piscina della suite, morto stecchito. Confusione e sconcerto, il caso appare eclatante tanto da essere immediatamente allertato l'abile Botero, che con i suoi interviene iniziando le indagini. Gli invitati, l'assassino non può essere che uno di loro, sono passati al setaccio, uno per uno, compresa la moglie dell'onorevole, l'avvenente segretaria, il portaborse ed il vice: Botero deve agire con prudenza, il terreno appare minato da intrighi politici, collusioni mafiose, attività poco chiare di imprenditori privi di scrupoli, tanto che nei giorni successivi, lo stesso Botero e le sue due collaboratrici saranno oggetto di attentati.
Il commissario sa di essere il bersaglio di un suo vecchio nemico, Kaminsky, che continua a perseguitarlo, mentre, nel corso del giallo, succedono altri fatti delittuosi legati soprattutto al traffico di ingenti quantità di cocaina.
Proseguono intanto gli interrogatori dei sospettati, nulla sembra emergere di concreto, quando due fatti imprevisti, il ritrovamento di una borsetta contenente pasticche di cianuro e l'incontro casuale con due ragazze nei pressi dell'Università Statale, aprono uno spiraglio su tutta la complessa vicenda stimolando il formidabile intuito del commissario. Si arriva così ad individuare il colpevole e le motivazioni del delitto, una scoperta sconcertante ed imprevedibile, oltre che a portare alla luce un traffico ingente di droga ed un riciclaggio imponente di denaro sporco. Ma il vecchio nemico di Botero, Kaminsky, è sempre in agguato, nell'ombra, e sarà suo l'ultimo messaggio del romanzo, probabile preludio di un nuovo prossimo episodio della serie.
La storia è intrigante e mette a nudo mali della società e della politica. Lo stile narrativo è, come definirlo?, un po' ondivago: per lo più minuzioso e preciso, ma alternato a tratti in cui lo scrittore sembra avere fretta di concludere. In effetti la soluzione dell'enigma appare affrettata, i tasselli vanno tutti a posato ma, a volte, con soluzioni ai limiti della credibilità. Il meglio dell'autore va cercato però nella magistrale caratterizzazione del burbero e stravagante commissario Luca Botero, detto l'Amish per la sua tenace e convinta tecnofobia, che lo porta addirittura a non usare nemmeno gli ascensori: un personaggio che non si dimentica, lui e il suo meticcio Duca, unico compagno della sua vita, un cane dal pelo bianco cedutogli da un vecchio barbone della Stazione Centrale. Al cane, che pare ascoltarlo, confida paure e sospetti: un duo affiatato, che permette al nostro commissario di sopportare la solitudine e di affinare sempre di più il suo magico intuito.