Un volo per Sara
Letteratura italiana
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La profondità di Sara
Ad ogni nuovo episodio di questa serie aggiungiamo un tassello per conoscere Sara. Sia per capire com’è oggi, nella sua nuova vita da pensionata e da nonna, sia soprattutto per tessere la trama del suo passato e per capire com’era ieri, nella sua vita da analista e da donna innamorata. L’autore infatti ci permette, a capitoli alternati, di seguire le fila del presente e di scoprire veli sul passato, intrecciandoli. Perché quello che siamo oggi è sempre frutto di tutto ciò che siamo stati e che abbiamo fatto nel passato. In questo episodio riscopriamo, con una delicatezza speciale, il senso della nostalgia, che è un sentimento doloroso, ma anche dolce e avvolgente. Analizziamo i cambiamenti delle condizioni e delle persone e metabolizziamo che i cambiamenti non sono mai né buoni né cattivi, si prendono e si assorbono; prima ci si adatta e meno ci devastano. E’ interessante notare che il caso attorno a cui ruota ogni episodio diventa sempre meno importante. E’ sempre più interessante tutto il contorno, tutto l’insieme, tutto il contesto. Ed ogni episodio finisce con un qualcosa in sospeso, di terribile, che ti porta ad aprire le porte ad un nuovo capitolo ed a nuove scoperte. Uno storytelling d’eccezione, con un’eleganza che contraddistingue ogni sfumatura.
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Una lametta tra i denti
Il mio primo De Giovanni, senza dubbio l'ultimo.
La domanda che per tutto il libro mi ha invaso la mente è stata: perchè uomini cresciuti in una cultura patriarcale si intestardiscono a scrivere di cosa provano le donne?
Stereotipi privi di autoironia sono presenti in ogni pagina, ma non è neanche la parte più fastidiosa del libro.
L'unico piano di lettura che si riesce ad analizzare è quello narrativo, una trama lineare a cui manca la caratteristica più importante per una storia: la verosomiglianza.
Sappiamo bene che a volte la realtà supera la più fantasiosa delle finzioni, ma una narrazione dovrebbe cercare di evitare il più possibile le svolte forzate, come è facile intuire non avviene in questo titolo.
Ripeto non è neanche questa la parte più fastidiosa del libro.
I personaggi che si incontrato appaiono monodimensionali, privi di un qualunque spessore, approfondimento o evoluzione psicologica, sagome di cartone scolorite dal sole, incapaci di interagire in modo credibile tra di loro, immobilizzati dagli stereotipi di cui sono composti.
I personaggi femminili appaiono così stereotipati che se non fosse per la totale mancanza di ironia si potrebbe pensare di essere davanti ad una parodia: come un uomo, che crede di capire le donne, descrive i sentimenti delle donne.
Leggere questo libro dà la stessa sensazione dell'ascoltare “Quello che le donne non dicono” della Mannoia: qualcosa di simile al masticare una lametta affilata.
Ma ancora non è la cosa più fastidiosa del libro, sapete qual è questa cosa?
I dialoghi, conversazioni che mai avverrebbero nella vita reale, spesso con informazioni che per forza i personaggi devono conoscere inserite in una conversazione per introdurre situazioni che il lettore non può conoscere e che lo scrittore, evidentemente non riesce a trasmettere attraverso un uso sapiente delle parole.
Il lessico utilizzato è semplice e lineare, qualche parola ricercata che forse ci vuol avvisare che, volendo, si potrebbe anche fare di più, ma che non è necessario.
Non riuscirò mai a capire perché certi libri devono essere scritti, quale molla possa spingere a raccontare storie in cui gli spunti di riflessione annegano nella banalità, in cui la storia non permette di vivere un'altra vita, in cui le scelte o le azioni dei personaggi non hanno motivazione, ma sembrano solo vagoni posizionati a caso su un binario morto.
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Nostalgia per Sara
Torna Maurizio De Giovanni, con un nuovo libro intitolato Un volo per Sara. Torna anche la sua protagonista, Sara Morozzi, una “donna invisibile”,
“una donna di media statura dall’aria dimessa, capelli grigi, niente trucco, niente tacchi, vestiti dozzinali, ma la pelle liscia ed elastica, i tratti raffinati, gli occhi azzurri e profondi cancellavano l’interesse per chiunque altro fosse presente”.
Donna sposata, facente parte di un Nucleo Speciale dei Servizi Segreti, abbandona senza esitare il marito Carlo e il figlio Giulio, per seguire un amore grande, quello per il suo dirigente Massimiliano Tamburi, che morirà colto da un male incurabile. Morirà , in un incidente, anche l’amato figlio. A lei che, la forte nostalgia rende sempre più invisibile, non rimane che l’amato nipotino e la nuora Viola. E’ in loro compagnia quando apprende che un aereo, diretto ad Olbia, è miseramente caduto in mare. Tra i passeggeri eccellenti un oscuro personaggio, tale Pierfelice Ribaudo:
“Imprenditore del divertimento, proprietario di ristoranti di lusso e discoteche, collezionista d’arte e inveterato playboy, con interessi nella motonautica e nell’alta moda”.
Perché costui è tanto importante?
“Un personaggio scomodo, una scheggia impazzita che aveva stretto e mantenuto rapporti con molti uomini potenti. Ricostruire la rete dei suoi contatti con sarebbe stato facile.”
Alla tv mandano in onda la sua ultima intervista rilasciata poco prima di salire su quell’aereo, quando una voce di donna trasporta Sara all’indietro nel tempo. Al tempo in cui in Italia vigeva il sistema tangentizio, a mazzette di denaro che circolavano, di corrotti e corruttori. Cosa ha a che fare la caduta di quell’aereo con quel periodo? Cosa trasportava la misteriosa “signora”? Sara riuscirà anche questa volta a risolvere il caso?
Torna un personaggio caro a Maurizio de Giovanni, ovvero Sara Morozzi e la sua squadra ufficiosa, composta da Teresa Pandolfi detta la Bionda, Andrea Catapano, un uomo dei Servizi Segreti in pensione, quasi cieco, che ha imparato ad affinare tutti i restanti sensi; l’ispettore Davide Pardo, e Viola, sua nuora. Tutti quanti, in misura diversa, hanno imparato a lavorare con lei, e concorrono alla risoluzione del caso. Un giallo a tutti gli effetti, con la protagonista in prima persona, molto nostalgica, che racconta episodi importanti della sua vita e del suo passato. Emerge, oltre all’indagine vera e propria, anche l’importanza delle scelte fatte, a cui Sara guarda con nostalgia sempre crescente. Una trama ben congegnata, personaggi seriali ben delineati, per cui il libro, pur facendo parte di una serialità, si può leggere e gustare anche autonomamente. Un bel giallo che strizza l’occhio a una parte misteriosa, e per certi versi ancora irrisolta, del nostro Bel Paese. Ottima lettura!