Uccidi il padre Uccidi il padre

Uccidi il padre

Letteratura italiana

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Un bambino è scomparso in un parco alla periferia di Roma. Poco lontano dal luogo del suo ultimo avvistamento, la madre è stata trovata morta, decapitata. Quando Colomba Caselli arriva sul luogo del delitto capisce che nella ricostruzione basata sull'eventuale responsabilità del marito c'è qualcosa che non va. Lavora in contatto con Dante Torre, esperto di persone scomparse. Da bambino Dante è stato rapito e cresceva chiuso dentro un silos, dove veniva educato dal suo unico contatto col mondo, il misterioso individuo che da Dante si faceva chiamare "Il Padre". Adesso la richiesta di Colomba lo costringerà ad affrontare il suo incubo peggiore. Perché dietro la scomparsa del bambino Dante riconosce la mano del "Padre".



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Uccidi il padre 2016-12-20 15:32:11 lapis
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lapis Opinione inserita da lapis    20 Dicembre, 2016
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In nessun luogo sarai mai al sicuro

Grigio è il colore della parete circolare che per undici lunghissimi anni è stata l’unico mondo di Dante.
Grigio è il colore di un’infanzia senza baci, giochi o favole della buonanotte, perché Dante ha imparato solo a obbedire agli ordini e apprendere in fretta le cose che gli venivano insegnate, sapendo che la pena sarebbe stata la fame o il freddo.
Grigio è il colore di un carceriere spietato che ti ha strappato alla vita ma che è anche l’unico filo che ad essa ancora ti lega e a cui in qualche modo vuoi addirittura bene: il Padre.

Il Padre era tutto per Dante e anche adesso, a venticinque anni dalla miracolosa fuga da quel famoso silo, quell’uomo mai visto in volto è ancora presente nella sua vita, come un occhio che ti sorveglia o una paura che si è incuneata nelle ossa. Eppure la polizia dice che è morto, che il Padre non c’è più. Ma quando viene chiamato dalla poliziotta Colomba Caselli sulla scena del rapimento di un bambino, Dante capisce quello che in fondo ha sempre saputo: il Padre è tornato ad agire e solo lui può trovare la chiave per capire le sue mosse e fermarlo.

Nessuno crede alla verità di Dante e Colomba e i due saranno così costretti a uscire dai binari della legalità, mettendo a repentaglio la propria reputazione e la loro stessa vita, lanciandosi in una coinvolgente e adrenalinica caccia al killer. Una corsa contro la personificazione del male, contro il tempo che scorre implacabile e contro le proprie paure più profonde. Per scoprire, finalmente, dopo venticinque anni, la verità.

Quella che Sandrone Dazieri ci propone è una storia così cinematografica nella sua costruzione che sembra quasi di vederla, più che leggerla. Frutto probabilmente dell’esperienza maturata dall’autore nella sceneggiatura di diverse serie televisive di successo e testimoniata, in particolare, dalla brillante vivacità dei dialoghi e dalla capacità di disseminare con sapienza gli elementi necessari a non farci perdere il filo di una storia altresì complessa e articolata, composta da molteplici accadimenti, stratificazioni temporali e personaggi.

Ed è proprio la caratterizzazione dei personaggi, a mio avviso, ciò che rende questo thriller una lettura davvero interessante per tutti gli appassionati del genere. Su tutti Dante, il tristemente famoso “uomo del silo”. Dante con le sue mille ossessioni, le sue paure, le sue manie e la sua straordinaria abilità nel leggere il mondo e le emozioni degli uomini più di chi in quello stesso mondo ci è cresciuto. Dante con la sua insospettabile forza che lo porta ad andare avanti nonostante tutto nel tentativo di salvare, forse, un altro come lui, pur sapendo che in fondo a quella strada oscura troverà ad attenderlo l’incarnazione di ciò che più teme.
In nessun luogo sarai mai al sicuro. Le paure ti inseguono. I fantasmi ritornano. Se non li affronti.

“Il Padre era là fuori, da qualche parte. La gabbia adesso era grande come il mondo, ma Dante era ancora suo prigioniero”.

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Uccidi il padre 2015-05-27 21:38:13 Marta*
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Marta* Opinione inserita da Marta*    27 Mag, 2015
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Attenzione è una droga

Per me questo è stato il primo approccio con Dazieri e ho capito che, oltre che di talento, è dotato di una tecnica solidissima, che gli permette di intessere una trama incalzante e credibile.

La storia ruota attorno a tre personaggi: Colomba Caselli è un talentuoso ufficiale di polizia, indebolita nel corpo e nello spirito in seguito a un traumatico evento professionale, ora riprecipitata in servizio su esplicita preghiera del suo capo. Dovrà affiancarsi a Dante Torre, il tristemente famoso uomo del silo, rapito da bambino e tenuto prigioniero in una specie di granaio per undici anni dal terzo personaggio, la misteriosa figura da Dante soprannominato Padre.
Quella di Dante è stata un’esperienza ai limiti della follia.  Privato di ogni contatto sia con l’esterno sia con ogni essere umano, ad eccezione del Padre stesso, non solo per un tempo lunghissimo, ma anche negli anni cruciali della crescita e della formazione di un essere umano.
Ammaestrato come una bestia, punito o premiato a seconda dei capricci del suo carceriere, Dante conosce la libertà solo da adolescente, e da adulto è l’unico a credere che il Padre sia ancora in circolazione e non sia invece la figura che è stata trovata suicida anni prima da forze di polizia troppo lente e incapaci.
Sviluppa una personalità eccentrica, mettendo a frutto una capacità di osservazione e analisi fuori dal comune, nonché una serie di paure e manie; si occupa, il più possibile nell’ombra ma con eccellenti risultati, di consulenze in tema di abusi infantili e persone scomparse ed è proprio in seguito al rapimento di un bambino che si troverà ad affrontare assieme a Colomba il suo incubo peggiore: il ritorno dell’uomo che gli ha distrutto la vita.

I tratti psicologici sono ben delineati, ogni elemento della storia è concatenato all’altro, e quando si crede di aver intuito l’enigma, si rimane spiazzati dai risvolti inquietanti. Le labirintiche pagine, ci avvertono sin da subito: qui non si scherza.
Un romanzo in apparenza costruito come una caccia al serial killer, ma che lentamente mostra un altro volto, un altro substrato, che rende la trama molto più palpabile di quella di molti romanzi thriller d’oltreoceano, dopati con trovate ad effetto nel tentativo di mascherare la poca sostanza.

La sfondo che Dazieri disegna pagina dopo pagina,rivelazione dopo rivelazione, mostra alla fine un quadro dai contorni chiari, senza sbavature o arzigogoli che mettano a dura prova la paziente sospensione dell’incredulità del lettore.

Giocando tra il reale e l’onirico, Uccidi il padre non è solo un romanzo avvincente, ma è anche l’epifania di un affare piuttosto “sporco”. Così, la semplice caccia al killer, rivelerà nello specifico un substrato raccapricciante. E con una cifra stilistica disinvolta, ironica, soprattutto nei dialoghi serrati, l’autore condurrà il lettore verso un finale che non è affatto scontato, anzi riserverà un’ulteriore sorpresa. È per questo che non si può fare a meno di “innamorarsi” di questi personaggi rotti, spaccati, che riflettono un mondo altrettanto disintegrato e impuro.
Un ritmo molto ben dosato, fatto di brusche acceleratee e momenti di quiete, sino alla scarica elettrica degli ultimi capitoli e a un finale che scioglie tutti i nodi ma ne rivela, all’improvviso, altri e più complicati; facendo tuttavia perversamente calare il sipario come una luce che si spegne all’improvviso e che lascia il lettore al buio, con le proprie domande.

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Uccidi il padre 2015-04-07 13:40:08 Vincenzo1972
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Vincenzo1972 Opinione inserita da Vincenzo1972    07 Aprile, 2015
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Ossessione paterna

Conoscete, vero, Sandrone Dazieri? E' un nome che certo non possono dimenticare gli amanti del genere noir italiano, stile metropolitano alla Scerbanenco per intenderci, autore della fortunata e ben riuscita saga del 'Gorilla' ma che con questo nuovo romanzo decide di avventurarsi nel genere affine del thriller poliziesco.
E sicuramente ha tutte le carte in regola per farlo, poichè oltre alla sua pregressa esperienza come scrittore ha anche realizzato sceneggiature per diverse fiction di grande popolarità nel panorama 'poliziesco' italiano.
Sa quindi come lasciare il segno nei suoi lettori e sa che è sempre garanzia di successo puntare sull'effetto sorpresa, sulla verità tenuta nascosta sino alla fine, mascherata da storie secondarie che poco alla volta si sgretolano come matrioske sino al colpo di scena conclusivo, imprevedibile ed inatteso.
Uccidi il padre è infatti un romanzo che vuole sorprendere, vuole stupire il lettore e disorientarlo presentando una vicenda che inizialmente sembra muoversi nei confini classici di un'indagine investigativa ambientata nella capitale ma progressivamente si allarga a dismisura temporalmente e geograficamente mettendo in relazione tra loro episodi terroristici, organizzazioni e segreti di Stato risalenti a diversi decenni prima.
E l'intento di Dazieri è evidente sin da subito, sin dal titolo direi: un titolo forte, sconcertante, un 'comandamento' in chiara contrapposizione con quello cristiano, un atto contro natura e contro morale, un ordine imperativo a cui potrebbe sottostare solo una persona la cui coscienza è stata annullata e quindi plasmata secondo nuove regole, nuovi schemi imposti dal suo creatore, il Padre.
Ed il Padre sceglie Dante Torre come suo figlio prediletto, rapito in tenera età dalla sua vera famiglia e rinchiuso in un silo di pochi metri quadrati, senza alcun altro contatto col mondo esterno se non una finestrella tramite la quale il nuovo Padre adottivo lo nutre, lo istruisce e lo educa secondo la sua volontà.
E quando, dopo ben dieci anni, Dante riesce a fuggire dal Padre sfruttando una crepa in una parete non ha certo intenzione di comportarsi come il più famoso 'figliol prodigo', sicuramente non torna da lui ma scappa, lontano, il più lontano possibile, per dimenticarlo, per ricostruirsi la sua vita, la sua identità.
Ma il Padre non lo abbandona, il Padre lo osserva crescere nel mondo.. forse era proprio questo il suo scopo, lasciarlo libero nel mondo per studiarlo, compiacersi della sua creazione.. perchè Dante ora non è più colui che crede di essere, Dante ora è il Figlio.
Un piano perfetto.. o quasi, sin quando la poliziotta romana Colomba Caselli coinvolge Dante nelle indagini per la scomparsa di un bimbo di sei anni dopo il ritrovamento del corpo decapitato della madre.
E la scelta di Dante come supporto nelle indagini non è casuale, sia per alcune somiglianze col suo rapimento seppur avvenuto molti anni prima sia per le capacità acquisite durante la sua prigionia, un potere di deduzione sopra la norma che gli consente di percepire ed elaborare anche i minimi particolari di tutto ciò che osserva, una specie di Sherlock Holmes in borghese.
Non nascondo che personalmente gradisco maggiormente l'anima noir di Dazieri ma questo suo esordio nel thriller è sicuramente apprezzabile: ritmo incalzante, adrenalinico ma sapientemente dosato, inframmezzato con momenti più introspettivi ed arricchiti da dialoghi ben curati che consentono di soprassedere su alcuni eccessi, ad esempio le abilità di combattimento corpo a corpo della nostra poliziotta, da far invidia a Jean Claude Van Damme, o l'acume sin troppo acuto di Dante.
Una trama fitta e ricca di colpi di scena sino all'ultimo imprevedibile, inimmaginabile resoconto finale.
E sarebbe stato inatteso anche per me se non avessi visto un film, citato anche nel romanzo, a cui la storia di Dante e del Padre è sicuramente ispirata.

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Uccidi il padre 2014-10-21 15:15:42 marlon
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marlon Opinione inserita da marlon    21 Ottobre, 2014
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IF YOU LOVE SOMEBODY .... SET THEM FREE..

“ IL NOIR MI HA STUFATO … NE HO LETTI TROPPI, NE HO SCRITTI TROPPI. IL THRILLER HA UNA FORMA NARRATIVA MOLTO PIU’ POTENTE …… “ . Sandrone Dazieri.
Cremona, 1978
Viene rapito Dante Torre ,6 anni . Nessuna richiesta di riscatto. Scomparso nel nulla. Ormai si pensa al peggio.
Cremona, 1989
Dante Torre fugge dalla sua prigionia. Ormai creduto morto, per 11 anni la sua casa è stata il silos di una fattoria. Il suo aguzzino si faceva chiamare il PADRE. Egli lo ha privato di ogni contatto con l’umanità. Lo ha educato, punito o premiato a seconda dell’ubbidienza del bambino. Torturato nel corpo e nella mente, programmato, ammaestrato. Tutto ciò sempre e solo all’interno del silos! Il principale sospettato , un contadino, muore prima della sua cattura. Ormai adolescente, Dante soffrirà per sempre di una grave forma di claustrofobia e di altri problemi psichici.
Roma, 2014
In uno dei tanti parchi intorno alla Città Eterna viene ritrovato il cadavere di una donna decapitata. Il figlio di 6 anni scomparso. Il marito, in stato di shock, verrà arrestato mentre percorre a piedi una strada trafficata. E’ lui il principale indiziato.
Del caso si occupa Colomba Caselli. Agente di polizia con un curriculum di tutto rispetto, ma con cicatrici (nel fisico e nell’anima) indelebili, acquisite in operazioni assai pericolose …. Colomba capisce subito che il caso del bambino scomparso è anomalo. I conti non tornano. Le verrà affiancato nelle indagini un consulente delle forze dell’ordine. Un uomo alquanto bizzarro. Un uomo che sa trovare anomalie, cogliere i particolari più insignificanti, leggere una scena del crimine e ricavarne le emozioni di vittime e carnefici !!! Il suo nome? Dante Torre.
I due protagonisti avranno ben presto le risposte che cercavano. Risposte che non avrebbero mai voluto avere. Il rapimento del bimbo porta la firma di chi si credeva morto e dimenticato. Una firma lasciata solo per chi sa LEGGERE …. Una firma destinata a Dante. Quella del PADRE !!!
Ma chi è il PADRE ? E soprattutto cos’ha in mente ? Fino alla fine si è presi in giro per poi scoprire una verità complicata …. e sconcertante !!
L’autore abbandona il noir ed esordisce con un ottimo thriller . E che esordio ….
Libro avvincente, a ritmi sostenuti. Più si va avanti e più aumentano le domande. Ma a velocità pazzesche si va verso la quadratura del cerchio. Dazieri, durante il pirotecnico romanzo, trova lo spazio ed il tempo per scavare nell’animo umano. Amore, dolore, debolezze e grandi virtù. Trama ben riuscita e soprattutto ORIGINALE !!!! Vi innamorerete di Dante e Colomba !!!. Non voglio anticipare nulla, ma la verità sarà sconvolgente per i nostri protagonisti !!! Anche per i lettori ?
Lo consiglio agli amanti del genere, senz’ombra di dubbio.

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Uccidi il padre 2014-07-08 23:46:34 FabCat
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FabCat Opinione inserita da FabCat    09 Luglio, 2014
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Oltre i limiti delle proprie paure

Colomba e Dante hanno subito entrambi un durissimo colpo dalla vita, indeboliti psicologicamente da eventi tragici che hanno profondamente condizionato le rispettive vite. Eppure, una volta coinvolti loro malgrado nel caso del bambino scomparso, entrambi saranno travolti dalla propria stessa indagine e costretti ad affrontare ognuno le proprie peggiori paure per salvare se stessi e delle vite innocenti.

Quello che sembra una banale caccia all'uomo infatti si rivela essere presto solo un piccolo dettaglio all'interno di un quadro ben più ampio e via via sempre più articolato. Un susseguirsi di colpi di scena e intrecci sorprendenti, un ritmo sostenuto e personaggi tanto veri quanto ambigui. A partire proprio dai due protagonisti che, a dispetto del proprio ruolo di "eroi", con le loro spigolosità e debolezze non vogliono piacere a tutti costi, ma svelano se stessi poco a poco. Come se prendessero gradualmente e realisticamente confidenza sia fra loro, sia con chi legge.

Insomma questo si può tranquillamente chiamare un gran bel thriller, crudo (memorabile il racconto dell'attentato) e a tratti spietato, che può stimolare confronti e interpretazioni.

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