Traditori di tutti Traditori di tutti

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Letteratura italiana

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Notti di nebbia a Milano. Una macchina ferma sull'orlo del Naviglio: all'interno un uomo e una donna, anzianotti, hanno mangiato e bevuto troppo, lui specialmente. Una ragazza spinge la macchina piano... un tonfo, qualche spruzzo, neanche una bollicina. Per Duca Lamberti, ex medico e poliziotto a mezzo tempo, tutto comincia una mattina di primavera: sulla porta, un giovanotto, lo manda l'avvocato Sompani. Ma Sompani non e quello annegato due giorni fa nel Naviglio?



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Traditori di tutti 2012-02-09 13:45:12 isabella82
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isabella82 Opinione inserita da isabella82    09 Febbraio, 2012
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Indagine nella Milano violenta

Un canale nella notte nebbiosa di Milano, una macchina si spinge oltre e affonda portando con sè due anziani, mentre la figura di una donna si allontana. Strano modo di morire. Nella stessa città rapace indaga Duca Lamberti, il medico e il poliziotto che riporterà alla luce, con esattezza e soffocata irruenza, la malavita nascosta dietro impalpabili facciate di fumo e grigiore.

E' questo uno dei quattro romanzi del ciclo Duca Lamberti, forse il meno nominato e il meno incisivo. Gli altri episodi portano con sè un'inaudita violenza o comunque un carattere distintivo e unico che ci resta impresso nella mente a lungo. Eppure, queste pagine sono una conferma dell'inverosimile naturalezza di Scerbanenco nel descrivere, dipingere oserei dire, le figure e gli sfondi di una città e di un mondo che in quegli anni stava crescendo prepotente. Il traffico d'armi, la malavita, lo sfruttamento e l'omertà erano parole relativamente nuove all'epoca, così scontate invece oggigiorno. Cresce la rabbia di Duca, già conscio dell'impotenza del poliziotto e del desiderio spesso represso di alzare il pugno contro chi la fa sempre franca, chi tradisce tutti. Ma sarà proprio il suo occhio spietato a far luce sull'intreccio, che porterà come un cerchio alla risoluzione del delitto iniziale. Ci sarà bisogno del buon Carrua, immancabile figura quasi paterna e del fido Mascaranti, il poliziotto cattivo ma onnipresente. E' stupefacente rendersi conto come Scerbanenco sia riuscito a creare una figura tutta nuova di poliziotto, con poche pennellate, senza dire troppo, quasi in silenzio. Eppure è così, Duca è rimasto unico nella storia della letteratura gialla, non potrei paragonarlo a nessun altro. E così è anche per questo romanzo di genere:

"…Guardò la valigia in terra, c’erano anche i caricatori, ma non si può, non si può, la legge proibisce di ammazzare le canaglie, i traditori di tutti, anzi specialmente questi che devono avere sempre un avvocato difensore, un processo regolare, una regolare giuria e un verdetto ispirato alla redenzione del disadattato, mentre invece si può, senza alcun permesso, innaffiare di proiettili due carabinieri di pattuglia, o sparare in bocca a un impiegato di banca che non si sbriga a consegnare le mazzette di biglietti da diecimila, o mitragliare in mezzo alla folla, per scappare, dopo una rapina, questo si può, ma dare un buffetto sulla rosea gota al figlio di baldracca che vive di canagliate, questo no, la legge lo proibisce, è male, non avete capito niente di Beccaria, no, lui, Duca Lamberti, non aveva capito niente Dei delitti e delle pene, era un grossolano e non aveva speranza di raffinarsi, ma gli sarebbe piaciuto incontrare quelle canaglie, lui glieli avrebbe dati, i buffetti sul viso.”

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il ciclo Duca Lamberti e tutta la produzione di Scerbanenco, Fruttero e Lucentini
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