Terrarossa
Letteratura italiana
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Una Lolita non combattiva
Lolita è una commissaria sexy, ironica ed estremamente intelligente che ormai fa parte, a pieno titolo, dei personaggi iconici che popolano la letteratura italiana dei gialli contemporanei. L’incipit di questo episodio fa un accenno ai mesi del lockdown e questo mi ha fatto riflettere sul fatto che anche la narrativa contemporanea, italiana e non solo, molto probabilmente verrà influenzata, nei contenuti e non solo, da questo evento che è stato così epocale e così impattante sulla nostra società. Il caso si dipana fra le problematiche tipiche del nostro profondo Sud, il caporalato, l’immigrazione, lo sfruttamento, la criminalità organizzata. Il tutto intrecciato, come sempre, con le vicende personali della protagonista, sia familiari, sia amorose, sia di amicizia, sia di colleghi, in una girandola di volti che ormai associ agli attori della serie televisiva che è tratta da questi libri. In particolare però in questo episodio non mi è piaciuto però il finale, perché nel rendersi conto che il buon esercizio del ruolo di poliziotto può essere una goccia d’acqua pulita nel mare limaccioso del male, sembra quasi arrendersi. E questa Lolita non combattiva non mi piace.
Indicazioni utili
Il caporalato
Torna Lolita Lobosco, felice creatura di carta di Gabriella Genisi, ora divenuta anche protagonista di una fiction televisiva di grande successo, nel libro intitolato Terrarossa, edito dalla casa editrice Sonzogno.
Siamo a Bari ad agosto. Lolita Lobosco è placida e tranquilla in ferie, ma la serenità non dura a lungo. Nella masseria agricola, chiamata appunto Terrarossa, la proprietaria, Suni Digioia, viene trovata morta, impiccata. Un personaggio scomodo, il suo, molto bella, indipendente, ma soprattutto fervida attivista ecologista e nella lotta contro il caporalato, a favore dell’affermazione dei diritti dei braccianti agricoli. E’ un suicidio oppure qualcuno ha voluto metterla a tacere per sempre? Lolita non esita un attimo ed interrompe le sue vacanze per vederci chiaro. Non sarà facile, e l’indagine vedrà un'altra morte inspiegabile, prima di giungere alla sua naturale conclusione.
Il giallo è classico, e ruota intorno alla figura di Lolita Lobosco, che è sempre lei: tacchi alti, alle prese con un amore che ha molte pecche e molta insoddisfazione, tra conserve e ricette precise si snoda una indagine perfetta, che rispecchia l’intuito e le capacità professionali di chi la conduce. Un tessuto narrativo compatto, vede lo svolgersi di un tema che rispecchia un male endemico della nostra società, come è quello del caporalato e dello sfruttamento incondizionato dei braccianti agricoli. Un tema delicato che vede l’affermazione dei nuovi mercanti di schiavi nella società del consumo e della lotta per giungere ad un guadagno sempre maggiore, a scapito dell’umanità vera e propria. Quando si dice che il giallo è anche indagine sociologica. Perfetto, come sempre.