Narrativa italiana Gialli, Thriller, Horror Sua Eccellenza perde un pezzo
 

Sua Eccellenza perde un pezzo Sua Eccellenza perde un pezzo

Sua Eccellenza perde un pezzo

Letteratura italiana

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I fratelli Venerando e Gualtiero Scaccola sono titolari dell'omonima forneria a Bellano. Tirati su a pedate dal padre panettiere, conoscono solo il piccolo mondo del forno e dell'abitazione al piano di sopra. Si alternano in negozio con un sincronismo perfetto, che però inizia a cedere la mattina del 7 aprile 1930. Quel giorno, infatti, bussa alla porta del loro tran tran la lettera in cui il segretario del sindacato panettieri di Como chiede una mano per l'idea che gli è venuta: organizzare una gita in battello degli iscritti comaschi in quel di Bellano per celebrare l'anniversario della fondazione di Roma. E il mondo degli Scaccola sembra andare a gambe all'aria. Passare la missiva, con le relative incombenze, al segretario comunale, non li mette al riparo. Perché quello che si insinua nella loro quiete attraversa con la forza di un'onda irresistibile il cuore di Gualtiero, che ora smania per avere dalla vita tutto ciò che il lavoro gli ha impedito di godere. Ma in quella tiepida primavera sembra abbia iniziato a palpitare anche il cuore del carabiniere Beola, da qualche tempo osservato speciale del maresciallo Maccadò, preoccupato che il giovane non commetta sciocchezze violando il regolamento dell'Arma. Anche il maresciallo però dovrebbe stare attento, perché indispettire la moglie Maristella potrebbe rendergli la vita difficile. E finalmente arriva il gran giorno dei panettieri a Bellano, impreziosito dal Federale di Como in persona, che vorrebbe saperne di più di quel paese turbolento dove non si riesce a tenere in piedi una sezione del Partito neanche a piangere. Ma niente, dev'esserci qualcosa nell'aria che fa andare tutto storto, perché sul più bello un furto, che parrebbe inspiegabile, finisce per agitare acque già fin troppo mosse.



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Sua Eccellenza perde un pezzo 2023-11-29 17:01:45 cesare giardini
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    29 Novembre, 2023
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Una gita finita male.

I fratelli Scaccola, panettieri in Bellano, non si aspettavano certo l’improvvisa visita del segretario
del sindacato panettieri, per comunicare loro che proprio Bellano sarebbe stata il prossimo 21 aprile ( si festeggia il Natale di Roma) meta di una gita dei panettieri comaschi. Si dessero quindi da fare per comunicare l’evento in municipio, e per organizzare accoglienza e manifestazioni varie. Siamo nel 1930, in pieno ventennio fascista, e Bellano non brilla per quanto riguarda il regime, non essendoci neppure un vero e proprio segretario del partito. Sconcerto dei poveri Scaccola, introversi e dediti solo ai lavori del forno, il municipio prima tentenna, propenso a rifiutare la manifestazione, poi, per ordine del podestà locale, è obbligato a ricevere i gitanti, per dare finalmente lustro e visibilità ad un paese che vivacchia nell’anonimato.
Inizia qui la storia singolare ed esilarante dei preparativi per l’accoglienza, preparativi resi ancor più frenetici dall’annunciata partecipazione addirittura del Federale di Como, occasione unica per riportare Bellano agli onori della cronaca. Ma, ahimè, non ne va bene una: bisogna rifare la scaletta degli appuntamenti, ristampare i manifesti per una “f” minuscola di “Federale”, annullare alcune visite (all’Orrido ed alla casa natale di bellanesi famosi), piegarsi ai capricci dell’altezzosa e isterica moglie dell’illustre ospite, decisa a raggiungere Bellano tramite idrovolante ma anche dotata di quel pizzico di buonsenso pronto a frenare i deliri di onnipotenza del marito … Ma non è finita qui: il battello dei gitanti non riesce a partire per un guasto, si attendono soccorsi, tutti gli orari sono spostati, il Federale non ne può più e decide di andarsene anzitempo, non intervenendo al pranzo sociale e neppure, figuriamoci!, al ballo pomeridiano. Anche perché, ecco il colpo di scena che tramuta la festa in tragedia, perde inopinatamente un “pezzo” … Ovviamente non dirò di che pezzo si tratta, per lasciare ai lettori la curiosità di scoprirlo: basti accennare che è un pezzo importante, il cui smarrimento manda su tutte le furie il proprietario. Il pezzo in questione rischierà anche di mandare a monte un matrimonio, verrà cercato in tutti modi, ritrovato, consegnato alle autorità competenti, conservato in cassaforte e riportato alla luce in modo rocambolesco a guerra finita , nel 1946 …
Questa è in sintesi la trama della storia principale, ma la fantasia di Andrea Vitali non si ferma qui. Altri eventi impreziosiscono la narrazione: ci sono i fratelli Scaccola, quelli del forno, che si aprono finalmente alla vita e si fidanzano con una intraprendente ragazza madre il più giovane, con un’amica claudicante il più anziano, e poi le vicende dei carabinieri del posto, Beola e le sue timide vicende amorose, Mannu con un’appendicite acuta operata d’urgenza, e soprattutto il maresciallo Maccadò, che saggiamente tutto vede e controlla, controllato a sua volta dalla moglie, la nostalgica e dolce Maristella. Fanno da contorno gli abitanti del posto, con difetti, virtù e stravaganze: l’autore li conosce benissimo, e sa trarre il meglio da ognuno di loro, ben consapevole che il paese racchiude un microcosmo con abitudini ancestrali che sfidano il trascorrere del tempo. Il periodo in cui si svolgono i fatti è quello della dittatura fascista, e Vitali sa cogliere con pungenti accenti satirici il servilismo ostentato di chi obbedisce e la ridicola ostentazione del potere di chi comanda.
Lo stile narrativo ritaglia figurine godibili, con la grande consueta abilità che contraddistingue l’autore, innamorato perso della sua Bellano e delle acque placide del lago che fanno come sempre da sfondo a tutto ciò che accade sulle non sempre placide rive. Straordinari, mai forse come in questo romanzo, i nomi dei personaggi coinvolti. Da Elomeo a Chiurlo, da Anco (in ricordo di uno dei sette re di Roma?) a Omario e Armadio per i maschi, per le femmine Sicuretta, Caronna, Aeria, Anenia, Vestina: il colmo lo scrittore ha però voluto riservarlo ad alcune strette parenti dello spocchioso Federale, la mamma Climide, l’isterica moglie Assioma, la di lei madre Filetta con la zia Orina (!).
Il solito ottimo e divertente Vitali, buona lettura!




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