Strega
Letteratura italiana
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La strega Battistina
In questo libro vengono narrate le vicende avvenute a Triora paesino nell'entroterra ligure, conosciuto come il paese delle streghe per via di alcuni processi alle medesime avvenuti tra il 1587 e 1589 con la condanna e morte sul rogo a presunte tali.
In questo romanzo vengono narrate le vicende di Battistina una ragazzina di dodici anni la quale viene iniziata alle arti oscure della stregoneria.
Guerrini ci mostra uno spaccato del tempo in cui bastava un'accusa per essere accusati di stregoneria, un tempo in cui molte donne sono state accusate, giudicate e condannate al rogo principalmente su semplici dicerie e le confessioni sono state estorte con la tortura.
In questo thriller storico il lettore viene accompagnato nella narrazione a vivere le vicende dei protagonisti, le quali dovranno cercare di celarsi e fuggire dalla lunga mano dell'inquisizione fermamente decisa a punirle.
Un gran bel romanzo che ti cattura pagina dopo pagina, ti tiene con il fiato sospeso.
Consigliatissimo a tutti gli amanti di quel periodo storico, una lettura che non dovreste perdere.
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ZAMPA DI ROSPO, MANDRAGOLA E ALI DI PIPISTRELLO
Ecco tre ingredienti d’intrugli magici-stregoneschi tipici dei libri che parlano di streghe, ebbene: dimenticatevene!!
Questo romanzo, che di thriller ha ben poco, narra la storia di Battistina, bambina dagli occhi magnetici, nata nella notte della vigilia di Natale del 1575, dopo il brutale assassinio del padre.
La piccola ha solo dodici anni quando viene chiamata a servizio da una donna di una delle famiglie più ricche del paese, siamo in un borghetto abbarbicato nell’entroterra della Repubblica ligure di fine ‘500, immaginatevi pertanto differenze abissali nei modi di vivere delle persone agiate e delle persone meno abbienti; è proprio nella casa di Isotta Stella che Battistina entra in contatto con altre donne che si reputano streghe: ma saranno davvero streghe o sono solo donne che per esperienza e per cultura personale, grazie alla lettura di libri sulla materia, conoscono le erbe, le loro proprietà benefiche e di conseguenza il modo per curare malanni o problemi di salute, come una storta, un braccio rotto o quant’altro?
Non la pensano di certo così a quei tempi (ma come?? Donne che sanno leggere??? Che guariscono come e meglio di un cerusico??? Giammai!!!! Eresia e stregoneria, sarà opera del diavolo!!!!) e gli strumenti di tortura descritti in questo libro e costruiti per far confessare a queste donne qualsiasi cosa di cui le si accusi, sono strumenti barbari sinonimi dell’ignoranza umana, che in ogni secolo ha dato espressione di sé nei modi più disparati.
Nonostante l’argomento trattato sia presentato in maniera molto dettagliata e risulti coinvolgere l’interesse del lettore, ho trovato spesso alcune pecche che a tratti mi hanno fatto storcere un po’ il naso: la narrazione infatti è ricca di termini a volte un po’ troppo rozzi e volgari, soprattutto considerando che stiamo parlando di una bambina; il finale poi è un ? enorme: oltre ad essere uno di quei non-finali, è come se non seguisse alcun filo logico nella trama, non si inserisce per niente nel contesto!
A parte queste piccole considerazioni personali, lo consiglio agli amanti del romanzo storico, è un buon diversivo tra un thriller e l’altro!
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309 pagine di carta vetrata
Siamo intorno all’anno 1587, nella piccola cittadina di Trioria, possedimento della Repubblica di Genova. Protagonista di questo romanzo (poiché per me di questo si tratta, non condivido la pubblicazione di questo testo tra i “timecrime”) è Battistina. Chi è Battistina? Bella domanda questa. Terminato questo romanzo posso soltanto dire con certezza che per me non è una strega. Strano, perché allora questo titolo?
Come si sa, nei secoli scorsi milioni sono state le donne accusate di stregoneria e bruciate sul rogo dalla santa inquisizione. Molto spesso bastava guarire malanni utilizzando semplicemente dei decotti di erbe per essere accusate di stregoneria. Le confessioni poi venivano fatte, di sovente, sotto inumane torture.
Battistina è una bambina, dodici anni appena. Con tutta l’entusiasmo per le nuove scoperte, adora la natura, si fonde completamente con essa. Ed è anche profondamente curiosa, come lo sono tutte le bambine intelligenti. Sarà proprio questa sua curiosità e questo amore per la natura ad avvicinarla al mondo delle “streghe”. Metto tra virgolette questo termine, perché starà al lettore stabilire se queste donne siano “streghe” oppure no.
Battistina sarà accusata di stregoneria. Ma nel suo doloroso cammino di bambina accusata incontrerà Niccolò, seconda voce narrante del romanzo. Niccolò fa parte del gruppo chiamato ad indagare sui tanti casi di stregoneria emersi nella città di Troria. Scrivano dotato di intelligenza eccelsa sarà dapprima impaurito dalle streghe, poi incuriosito financo profondamente scettico verso le accuse mosse alle donne incriminate.
Interessante come vengano alternati capitoli dove il punto di vista è quello di Battistina ad altri in cui Niccolò narra direttamente in prima persona. Anche questo è particolare, mai l’autore ha voluto parlare dalla bocca di Battistina. Il suo punto di vista è sempre narrato in seconda persona. In questo modo l’autore riesce ancora di più a forzare l’interpretazione del lettore, che mai riuscirà a capire limpidamente chi è Battistina, non avendo mai completamente la possibilità di immedesimarsi in lei.
Ho apprezzato enormemente l’intenzione dello scrittore di sfatare punto per punto le credenze popolari che riguardano le streghe. Questo fatto, inteso come maggior respiro, ci pone di fronte al fatto che all’apparenza tutto risulta diverso rispetto alla profondità delle cose e soprattutto delle persone. Mai giudicare dalle apparenze o maldicenze, i giudizi troppo spesso portano gravi conseguenze per chi li subisce.
Questo romanzo però ha anche alcune pecche, o meglio, cose che a me non piacciono.
Innanzitutto il linguaggio utilizzato. Ho trovato diversi termini fuori luogo, rozzi, nel contesto in cui si trovavano non li ho apprezzati. Non credo fossero necessari per ricalcare la forte personalità di Battistina, non è dalle parole che si capisce un temperamento. Sicuramente la durezza di alcune situazioni descritte era necessaria, ma il linguaggio no. Comunque, questo è mio gusto personale.
Non ho apprezzato nemmeno la parte finale del libro, secondo me un po’ troppo inverosimile rispetto al resto del romanzo che è invece tremendamente realistico.
Nel complesso,però, mi è piaciuto tanto questo romanzo storico. Da amante del genere non posso fare altro che consigliarlo.
In ultimo ho provato profonda tenerezza per questa bambina-donna, cresciuta troppo in fretta e plasmata dalla cattiveria del mondo che la circonda. Non si può non impietosirsi difronte a Battistina, che tutto il mondo le toglie. Sicuramente parte delle vicende narrata saranno reali, sicuramente le torture avvennero nei modi descritti ed anche oltre. Per questo non posso fare altro che chinare la testa difronte alla barbaria perpetrata nei secoli contro le donne-streghe. Ancora una volta, le donne sono state vittime dell’ignoranza. Il dolore di Battistina è stato il dolore di tante, troppe.
ps una nota per l'editore. l'immagine in copertina che penso voglia rimandare alla protagonista in realtà presenta una differenza fondamentale..il colore degli occhi. Battistina li ha azzurro-verdi e nel libro è dato profondo risalto a questo dettaglio.
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Chi è Battistina?
Chi è veramente Battistina?
Il lettore non può fare a meno di chiederselo per tutto il libro. Ogni pagina svela qualcosa, ma apre nuovi interrogativi.
Battistina è un personaggio complesso, con tante sfumature psicologiche che la rendono interessante agli occhi di chi legge. Nel periodo dell’Inquisizione, delle donne additate come streghe, il lettore guarda a Battistina e si preoccupa per la sua sorte.
La ricostruzione storica è impareggiabile: dettagliata e con particolari storici, degni di nota, romanzati in maniera esemplare, che catturano l’attenzione del lettore il quale assiste anche ai colpi di scena più impensabili e non può non riflettere sulla piega che prendono le vicende.
Nei capitoli, il punto di vista è alternato fra i due protagonisti, Battistina e Niccolò. La prima è una ragazza di campagna, mentre il secondo un ragazzo di città. Due vite diverse che si incrociano quando Scribani viene mandato a Triora per far luce su presunti casi di stregoneria. Il metodo di interrogatorio appare subito troppo violento, racconta pagine di storia e di crudeltà, perpetrate dal genere umano nei confronti dei suoi simili.
È un thriller storico scritto con uno stile narrativo fluente e che non si risparmia nei meccanismi per acuire la suspense. Un bel romanzo che agli amanti del genere storico e thriller non deve assolutamente farsi sfuggire.