Senza movente
Letteratura italiana
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Doppia indagine nel mondo del male
Dopo aver pubblicato, con successo, Inquietante delitto in Vaticano, torna Flaminia Mancinelli con Senza movente, che vede sempre protagonista l’ottimo capitano Nicola Serra.
Senza movente è un bellissimo giallo, intrigante ed avvincente, fino all’ultima pagina. In questo nulla è veramente come appare, e districare un simile intreccio di depravazione e male assoluto non sarà un fatto da niente.
L’intreccio narrativo si svolge su due piani distinti, ma intrecciati nella sua profondità. Il capitano Nicola Serra è andato in vacanza nella Bretagna con la sua compagna Miriam Calvè. Lì assiste, impotente, ad un drammatico evento che segna questa famiglia: la scomparsa della zia di Marion, Annie Danton, sparita improvvisamente dopo aver appreso della tragica ed alquanto inquietante morte di un suo caro e vecchio amico, Jeanud Modan. Nicola si sente emotivamente coinvolto, anche perché si susseguono altre scomparse ed altre morti. Le indagini compiute, in collaborazione con la Gendarmerie francese mettono in luce una storia che affonda le radici in un passato remoto, morboso e tragico, dove:
“i mostri avevano subito la peggiore delle privazioni: a loro era stata negata ogni forma d’amore.”
Ed essi l’avevano preclusa ai loro simili. E’ questo il comune denominatore di queste storie, l’amore negato in tenera età, le violenze fisiche e morali subite, la mente che replica ciò che si è subiti, il rifiuto di chi consideriamo “diverso”, l’ipocrisia della società.
Parallelamente a Roma nell’appartamento di Serra muore per overdose una giovane donna e un’altra, in avanzato stato di decomposizione, viene trovata a pochi giorni di distanza. Nello stesso luogo vengono anche trovate una notevole quantità di dose di droga. Chi sta cercando di macchiare la perfetta figura di Nicola Serra? E perché? Un uomo, per di più, di ottima preparazione e conoscenza professionale. Una lunga catena di omicidi unisce Roma e la Normandia, e il filo conduttore è che appaiono tutti senza movente, che in realtà è celato ed insito nella stessa fragilità dell’essere umano. Flaminia Mancinelli è brava nel dar vita a una storia coinvolgente che trasmette emozioni con continui colpi di scena, nebulosi moventi, fragilità umane e un finale che svela con precisione tutti i retroscena di squallidi omicidi in cui si perpetua la violenza umana. Le ambientazioni, poi, di Saint-Michel e di Roma, hanno un fascino intrinseco, per cui:
“La baia di Mont Saint-Michel si spalancò davanti a me con tutta la sua magia. Un golfo scintillante di luce, nel quale il mare era una superficie argentata sulla quale a pochi metri dalla linea della costa, s’innalzava la maestosa abbazia. (…) Le spiagge di quella parte della Normandia sono particolari, e hanno un rapporto osmotico con il mare, creando un particolare fenomeno con le maree. Luisant è l’aspetto che la sabbia assume nel suo ultimo tratto, prima della distesa marina, quando una sottile pellicola di acqua lucente la ricopre, facendola brillare sotto i raggi del sole.”.
Insomma un giallo degno di nota per l’ottimo e solido intreccio narrativo, per le belle descrizioni ambientali e per le raffigurazioni incisive dei personaggi che popolano il romano, per cui:
“Una buona dose di curiosità è essenziale nel mio lavoro – capitano di un Nucleo investigativo dell’Arma dei carabinieri. Per svolgere un’indagine occorre guardare sì ai fatti, alle prove, alle dinamiche di un delitto, ma bisogna essere anche attenti a ciò che è di contorno alla scena di un crimine. Per arrivare alla soluzione non bastano le analisi della scientifica, per quanto accurate e svolte con sofisticate tecnologie. Alla fine quella che si dimostra sempre e comunque risolutiva è l’intuizione dell’investigatore, quella specie di illuminazione che scatta quando si sono soddisfatte proprio tutte le “curiosità”, ogni interrogativo concernente lo svolgimento di un fatto criminale.”
Una lettura molto curiosa e preparata.