Rosa elettrica Rosa elettrica

Rosa elettrica

Letteratura italiana

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Rosa ha trent’anni, vive da sola in un appartamento, ad un passo dalla laurea in Filosofia decide di mollare ed entrare in polizia. Da bambina credeva di avere i superpoteri, di essere diversa, speciale. Ma ora si trova davanti al suo primo incarico importante: proteggere un giovanissimo boss della camorra accusato di un triplice omicidio che coinvolge anche due bambine. Un intrigo mozzafiato raccontato in prima persona da una donna che in un incastro sorprendente riesce con la sua voce a mescolare tensione e sorpresa, tenerezza e sentimento.



Recensione della Redazione QLibri

 
Rosa elettrica 2021-03-19 15:48:46 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    19 Marzo, 2021
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Cociss e Rosa

La casa editrice Sellerio riedita un precedente romanzo di Giampaolo Simi, intitolato Rosa elettrica. Chi è Rosa?
“Da piccola mi chiamavano la bambina elettrica. Quando ci mettevano a dormire, mio fratello Diego spegneva la luce e voleva che “facessi le lucciole”. Qualsiasi maglia sintetica, appena la sfilavo dalla testa, mandava schiocchi e scintille. Gli piaceva da matti, gli sembrava una magia. A me piaceva un po’ meno, quando prendevo la scossa dalla portiera dell’auto, dal tostapane o dall’antenna della tv portatile . Diego giunse alla conclusione che io avessi dei superpoteri, così un giorno mi chiese di stringere in mano per tutta la notte le pile ministilo del walkman che gli avevano regalato a Natale. La mattina dopo il suo walkman funzionava.”
Ora, però, è diventata adulta, ma incrollabile è la fiducia che lei nutre per gli esseri umani. Lavora in polizia, prima era alla Stradale, ora gli affidano un incarico eccessivamente delicato.
Cociss, ovvero Daniele Mastronero, è un ragazzo di diciotto anni, ma ha l’esperienza di vita di un uomo di sessanta. Drogato fino al midollo, pare abbia ucciso in un agguato un uomo, ed incidentalmente due bambine. E’ un capozona, ed ha deciso di collaborare. Ma a modo suo. Per lui:
“Non devi sapere chi sei, non devi chiederti per cosa uccidi. Non c’è nessun diritto a rimanere vivi per il solo fatto di essere nati. Si vive nella paura e nel dolore. Qualsiasi cosa, dopo la morte, non sarà peggio di tutta questa paura e di tutto questo dolore.”
Ma è stato veramente lui a sparare?
“Nessuno sa che Cociss ha sparato il 28 aprile in corso Due Sicilie. E Cociss non ha da raccontare vent’anni di faide, non è un testimone, non può fornire apporti nuovi e significativi a qualche grande processo in corso. “
E allora? Alla giovane donna il compito di scortare ed assistere un tale individuo. Ma lei è troppo giovane; e lui impossibile da prevedere. Un soggetto fuori dalle regole e dagli schemi. Abbandonarlo a se stesso forse sarebbe l’unica soluzione, ma Rosa sente verso di lui un’ affinità. Istinto materno? O sindrome di Stoccolma? Lei, voce narrante, corre pericoli, agisce per intuito ma anche per ingenuità, in un ingranaggio più grande di lei.. Riuscirà a salvarlo? E lei stessa come ne uscirà?
Un giallo classico, scritto con una prosa asciutta, fredda, sintetica; ma che colpisce al cuore. Rispetto ai precedenti dove si indagava sull’animo umano e sui sentimenti; qui i temi trattati sono violenti e di attualità: la droga, il malaffare, la mafia, le guerre tra bande rivali e tanti tanti soldi. Un personaggio di donna forte e ben tratteggiato, capace di distinguersi per capacità ed intuito; forse appunto con un po’ troppa ingenuità. Una storia forte, nuda e cruda, ma anche con tratti di sentimento e di tenerezza. Un dipinto sul genere umano e sui mali che affliggono la società moderna, che avvince e intriga moltissimo il lettore di genere.

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