Rione serra venerdì Rione serra venerdì

Rione serra venerdì

Letteratura italiana

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Una nuova avventura della Piemme più chiacchierata del Centro Sud, dopo Come piante tra i sassi e Maltempo. Una terra di frontiera, la Basilicata. E una Calamity Jane armata di codice penale: Immacolata Tataranni della Procura di Matera. In una Matera impaziente di concedersi a un turismo sempre più invadente, un passato di miseria torna come un fantasma. Fra rampolli di nobili famiglie, ragazzini che custodiscono innominabili segreti, grotte preistoriche e villaggi abbandonati, Imma indaga fianco a fianco al maresciallo Calogiuri, che non è più il ragazzo soggiogato dal suo carisma, e se lei diventa troppo autoritaria, arriva a ribellarsi. Improvvisamente, Imma vede in lui l'uomo, e sta per succedere l'irreparabile. Cosa ne sarà dell'amorevole Pietro, e dell'adolescente Valentina, che si comporta col fidanzato come se fossero una vecchia coppia? Cederà la dottoressa all'attrazione per il bel maresciallo, mettendo in pericolo la sua famiglia? E poi… esiste un mostro che si aggira nelle strade di Matera? Qualcuno, in ufficio, fa il furbo? Troppe domande per una donna sola! Fortuna che Imma Tataranni non si dà per vinta, e se inciampa si rialza.



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Rione serra venerdì 2018-12-02 09:15:07 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    02 Dicembre, 2018
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La piemme Imma Tataranni

Il libro di Mariolina Venezia, Rione serra venerdì, ha un curioso sottotitolo: Imma Tataranni e le trappole del passato. Ma chi è Imma Tataranni? E’ una donna, sposata con Pietra, ha una figlia, Valentina. Di professione è un magistrato in forza alla Procura. Fin qui tutto pare normale, ma non lo è. Perché lei non è una donna normale. Molto preparata, intelligente, arguta, è una sorta di Erinni sempre in movimento. Un po’ sovrappeso, con un carattere impossibile e lunatica, solita sbattere le porte ed urlare come uno scaricatore di porto, in Procura tutti temono i suoi sbalzi d’umore. Per cui:
“Tignosa e dispettosa, la suocera faceva una malattia a pensare che il figlio se l’era sposata, una cozzara così, senza parlare del procedimento per assenteismo intentato anni prima a carico di Maria Moliterni, moglie del prefetto, e delle toilettes sfoggiate ultimamente, fra cui un vestito cucito dalla madre buonanima, un abito di raso a sirena blu elettrico tempestato di zirconi, che la faceva sembrare un incrocio tra un tonno e un lampadario.”
Non è sempre colpa sua, a volte anche la stessa figlia la indispettiva, ovvero:
“Eccola lì. Non era diventata un’attivista dei diritti civili, un’animalista, una barricadiera, come sembrava promettere a quattordici anni. E neanche una sgalletata (…) Ma nemmeno un’intellettuale o una rocchettara. (..) a quindici anni era diventata una settantenne. “
Ora si trova davanti all’omicidio di una sua vecchia compagna di scuola: Stella Pisicchio,
“classe 1962, come lei, ma di ottobre. (…) Sulle pratiche inconfessabili di quella single incallita, vabbè zitella, e sulla dinamica dell’omicidio, qualcosa in più si sarebbe capito.”
Un salto all’indietro nel tempo, in un passato lontano, pericoloso, perché:
“la memoria spesso è una dannazione. Tira fuori episodi imbarazzanti, dettagli inutili quando cerchi qualcosa di essenziale, ti ripropone una frase o un viso che vorresti cancellare, condanna all’oblio chi non se lo merita. “.
L’omicidio avviene in un rione particolare di Matera:
“Il quartiere di Serra Venerdì era stato costruito negli anni Cinquanta, quando avevano deciso di svuotare i sassi con la legge De Gasperi. Successivamente si era meritato l’appellativo di rione Apache, perché dentro ci erano finiti gli ultimi degli ultimi, quelli che abitavano nelle grotte e non avevano mai visto un bagno né conoscevano l’acqua corrente.”
L’indagine sarà complicata tra nobili decaduti e dai segreti inconfessabili che si tramandano nella storia, la scomparsa di un piccolo scavezzacollo, vittima incolpevole di un gioco più grande di lui, geometri che parlano e non dicono, sarte che vedono troppo e tanto altro…
Un giallo vivace, frizzante e brioso. Una trama dal contesto affascinante, per una lettura che non può che intrigare ed affascinare il lettore fino all’ultima pagina. Una figura di investigatrice curiosa, frizzante, che colpisce e fa sorridere, al di fuori degli schemi, che si fa ricordare piacevolmente nel tempo. Un soggetto da sicura fiction televisiva.

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Consigliato a chi ha amato Mariolina Venezia, Come piante tra i sassi e Maltempo, dove si incontra per la prima volta la piemme Imma.
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