Pochi inutili nascondigli
Letteratura italiana
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L'elemento straordinario
La venuta di un'anziana coppia di tedeschi in un paesino toscano, per passarci l'estate come ogni anno... ma fin dal loro apparire nella piazzetta, si capisce che qualcosa è cambiato.
La ricerca di una fenomenale star del piccolo schermo, eclissatasi dal mondo dopo l'imprevista tragedia capitata durante una sua trasmissione.
La grigia vita di un professore di liceo... che di punto in bianco inizia a rovesciare la sua bieca forza vendicativa su chiunque gli sia attorno.
La fine di un amore tra una bellissima (quanto gelida) modella ed un famoso cartoonist, l'insensibilità di lei e l'incapacità a rassegnarsi di lui.
La calma risolutezza di un anziano contadino nel voler conservare il suo pezzo di sterile terra, anche contro le mire economiche del proprio nipote.
Per finire, due “incursioni” tra creature ben note alla letteratura: un licantropo che ha molto da recriminare e un serpente lacustre alla “Nessie”, capace di entrare in empatia con gli umani.
Il denominatore comune dei sette racconti contenuti in questo libro è affascinante: l'inserimento di un elemento fantastico – nel senso di irreale – in episodi della vita del tutto ordinari. Cosa può accadere? C'è un modo per fronteggiare l'imprevedibile?
Con questo libro, Giorgio Faletti dimostra di essere un discreto inventore di storie, personaggi, situazioni. Anche se i racconti non sono tutti alla stessa altezza. “Una gomma e una matita”, l'episodio d'apertura (e di traino del libro, anche per lunghezza) sconta ad esempio una trama prevedibile. Altri episodi non paiono particolarmente memorabili.
Poi, però, c'è “Spugnole”: malinconico e ambientalista nel raccontare l'amore di un vecchio per il suo pezzo di terra che ormai non produce più nulla, liberatorio nel suo finale inatteso e crudo, che – attraverso lo sprigionarsi della “furia degli elementi” – condanna quella rapace fetta di umanità legata unicamente al profitto, per salvare l'altra, in comunione di intenti con la natura.
Niente di trascendentale, in fin dei conti, ma questa raccolta – riconoscendo a Giorgio Faletti la capacità di aver vissuto diverse “vite artistiche” – costituisce la conferma che uno dei marchi distintivi più netti dell'intelligenza è la versatilità.
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Inutile nascondersi
Sette racconti, come i giorni di una settimana, per tastare l’abilità di Faletti nella narrativa breve.
1. Una gomma e una matita. Il commissario Valente indaga su un caso inverosimile: un assassino compie una mattanza senza lasciare indizio alcuno. I corpi delle vittime vengano cancellati, come fa la gomma con un segno di matita sulla pagina. Pare che la storia non sia granché originale, perché riprende l’idea di Duma Key di Stephen King. Un apologo sull’irrazionalità del male e dell’inconscio? L’orrore di fronte all’utilizzo perverso della fantasia?
2. L'ultimo venerdì della signora Kliemann. Sull’isola d’Elba, quattro amici al bar – come nella canzone di Gino Paoli – spettegolano alla stregua di comari al mercato. Nell’imminenza dell’estate, l’isola si ripopola di turisti e stagionali come da cadenza annuale. Anche i tedeschi Kliemann hanno raggiunto l’isola per le consuete vacanze. Un po’ in anticipo rispetto al solito. Per di più la signora Greta sembra nascondere un segreto. Un affresco dell’isola, basato sul contrasto tra locali e turisti. Riprendendo un altro contrasto: quello tra ciò che sembra e ciò che è.
3. Graffiti. Il professor Marino insegna lettere in un liceo di Torino e, giorno dopo giorno, accresce il proprio odio sordo nei confronti del mondo. Un bel giorno incontra alla fermata del tram una ragazza con un cappotto rosso e i capelli biondi. La sua vita sembra destinata a cambiare. Una critica al mondo delle apparenze? La convinzione che spesso la mostruosità umana si nascondo sotto un atteggiamento mite?
4. Spugnole. Un vecchio e il suo cane ricevono la visita interessata di due speculatori, che vogliono acquistare la proprietà per costruire un villaggio residenziale. Il vecchio non vuole vendere e perfino il terreno si ribella al suo destino di vittima della speculazione edilizia. Reagendo in malo modo.
5. La ragazza che guardava l'acqua. Un mostro marino vive in segreto in un lago, proprio come Nessie a Lockness. Una ragazza sola e tormentata, avvicinandosi al lago, trasmette vibrazioni insolite al mostro. Come ne “La bella e la bestia” o in “King Kong”, il sentimento trascende la diversità. Un racconto costruito perché il lettore parteggi per chi, più che artefice di male, sembra vittima.
6. L'ospite d'onore. Un giornalista romano scopre per caso dove si è rifugiato Walter Celi, il più grande showman italiano, scomparso da alcuni anni dopo un episodio tragico: la morte in diretta di una soubrette. Lo scoop giornalistico è un’intervista in cui lo scomparso racconta di uno strano incontro.
7. Physique du role. Il regista Andrea Marchesini è sul set per realizzare un film sulla licantropia. Deve scegliere l’attore protagonista. Coincidenza fatale! L’orrore oggetto del film è lì vicino al set, nella vita reale.
I “pochi inutili nascondigli” sono quelli nei quali l’uomo vanamente cerca di ricacciare pensieri indicibili, pulsioni negative e malvagità. Sono inutili perché l’impulso al male rinasce ogni volta come le teste dell’Idra, sono inutili perché – a seconda dell’angolo di visuale – il carnefice può risultare vittima e viceversa. Le ambientazioni sono varie, alcune amene (il mar Egeo del primo racconto, l’isola d’Elba del secondo, l’Umbria e i Caraibi), altre metropolitane (Torino e Roma). La lettura è agevole, poco impegnativa. Può essere tranquillamente condotta anche in modo frammentario. Distraendosi. Sotto l’ombrellone, per intenderci.
Bruno Elpis
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Racconti raccolti per strada
Faletti si cimenta coi racconti, abbandonando per un attimo il romanzo giallo a cui ci ha abituati negli anni.
Ma scrivere racconti non è meno difficile, né meno complesso architettare un modo per non annoiare il lettore. Anzi, in un arco di tempo e lettere più breve, il lettore deve innamorarsi di un personaggio, della storia, della sua psicologia e sentirsi coinvolto quanto e come in un racconto lungo. Complicato, sì.
E Faletti, ahimè, ci delude un poco.
I suoi racconti non sono brutti, non sono scritti male. Ma non sono nemmeno originali, né affascinanti. Mancano di un guizzo, di un qualcosa che li renda completi e, perché no, dotati di un messaggio che ce li faccia ricordare nel tempo.
Un vero peccato.
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inutile nascondiglio?
Siamo ben lontanti dai racconti del terrore di Poe, ma credo che l'esperimento di Faletti non sia totalmente da bocciare; alcuni racconti, infatti, son ben scritti e ben riusciti, altri esageratamente visionari e molto poco credibili.. Da segnalare, a parer mio, "L'ultimo venerdì della signora Kliemann", "Graffiti" (davvero agghiacciante!), "La ragazza che guardava l'acqua", gli unici a lasciare veramente qualcosa al lettore.. il resto.. un inutile nascondiglio.
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Per il mare
Per chi ha intenzione di leggere al mare qualche cosa che svuoti la testa e adagi i pensieri sulla banalità della scrittura, questo libro è un'opportunità. Scontato e privo di verve, ha il vantaggio di essere lungo e di non dire nulla. Che si desidera di più dal torpore canzonettistico della spiaggia?