Pizzica amara
Letteratura italiana
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Una nuova Chicca
La penna di questa scrittrice italiana, che è stata capace di creare il bellissimo personaggio di Lolita Lobosco, dipinge un’altra chicca italiana, anche lei pugliese. Ed il suo nome è proprio Chicca. Dando così inizio ad una nuova serie che sembra essere molto promettente. Chicca è un personaggio sicuramente meno ironico e più problematico rispetto a Lolita. Altrettanto profondo e capace di rivelare le sfaccettature arcobaleno dell’animo femminile. Questo primo caso intreccia storie diverse, una storia senza più un corpo, un corpo senza ancora una storia, corpi senza anima, anime sena più corpi. Ed anche l’anima del Salento la fa da padrone, solo apparentemente sullo sfondo, in realtà molto presente in ogni angolo. Ne apprendiamo i riti e veniamo risucchiati dal suo spirito primordiale. Ne restiamo affascinati e curiosi. E lo siamo più del contesto che non della storia in sé, da cui comunque impariamo che non bisogna mai farsi rubare l’anima. Neanche un territorio deve mai permetterlo. Tanto meno una persona. Lasciami Chicca prostrata nel fisico e nell’equilibrio interiore, in una scena finale, davvero molto suggestiva, che ha però tutta la leggerezza della libertà.
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Un noir dalle forti tinte sociali
Raramente sono attratto da romanzi polizieschi, genere noir. Complice una recensione entusiasta e la mia consueta vacanza in Salento ho deciso di immergermi nel torbido, nuotare nel mistero.
L'intento dell'autrice è chiaro: sdoganare quel magnifico territorio dai luoghi comuni che ormai lo caratterizzano ma che sono stati adattati in funzione del loro richiamo turistico.
Chicca è il nome della protagonista, maresciallo dell'Arma dal carattere forte che vive in perenne lotta con la diffidenza che manifestano i colleghi dell'altro sesso.
E di "chicche" è piena la storia. Notizie e curiosità non note a molti nativi del posto.
La trama è intrigante ma ritengo più interessante l'aspetto sociale che emerge, la lotta all'omerta' e al potere del denaro che tutto compra e corrompe.
Un piccolo appunto personale nasce dsll'impressione che proprio i luoghi comuni che si vuole combattere siano richiamati troppe volte con riferimento a specialità gastronomiche e al motto "lu sole, lu mare, lu vientu". Ricordiamo quindi che il Salento non è solo mare e sole, pucce e friselle, pasticciotti, fave e cicorie.
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Il Salento tra giallo e magia
Il Salento atavico , magico e misterioso, è un protagonista importante dell’ultimo libro di Gabriella Genisi, Pizzica amara. Un libro che affonda le radici nella notte dei tempi, dove si sente netto l’eco degli studi antropologici di Ernesto De Martino, in particolare di testi come Sud e magia, Il mondo magico. Si parla di molti argomenti di gran fascino, come di:
“macarie. In Salento tutti sapevano cosa fosse macarie e macare. In una terra imbevuta dal rito della tarantola e dal ritmo ipnotico della pizzica si viveva sempre sospesi tra la saggezza contadina e la superstizione, nell’estenuante lotta tra il bene e il male.”
Il ritmo lento, sinuoso ed ipnotizzante, fa da contorno a descrizioni vivide di una terra che l’autrice dimostra di conoscere bene. Una terra con i suoi magici riti resi con perizia e metodo dalla stessa:
“oltre all’armamentario da macara che ho potuto scorgere in una delle stanze dove immagino eserciti il suo mestiere, drappi neri, candele, facce e statue di santi e madonne, e altra roba (…) una donna stesa rigida su un letto o mentre si dimena e si contorce per terra in mezzo a gente che suona. Una tarantolata.”
A contorno le indagini del maresciallo Chicca Lopez, giovane:
“sembrava una tosta. Piccolina sì, abbronzata, i capelli lunghi trattenuti da una coda. E carina forte, con quell’aria un po’ orientale.”
La quale si trova presto a contatto con i meandri più oscuri della sua terra: una tomba profanata, un sospetto incidente archiviato troppo presto, un cadavere di una donna straniera, e di una figlia di un senatore Federica Greco, morta anch’essa. Una trovata annegata, l’altra impiccata. Trovare il legame comune tra tutto questo male è arduo, e si scontra con l’irrazionale, il celato, il non detto, ma risaputo. Non è facile, ma non impossibile.
Una lettura magica, trascinante , avvolgente, come quel ritmo trascinante della pizzica, che prende il lettore per mano e lo conduce lontano, tra superstizione, sette, stregoneria e tarantismo. Anime inquiete che non distinguono un confine che si fa sempre più labile, tra bene e male, caratterizzano una narrazione che non può che intrigare. Davvero una ottima lettura, che induce anche ad approfondire le tematiche trattate. Non soltanto un giallo, ma la costruzione di una vicenda magica e misteriosa , parimenti alle terre descritte. Un perfetto giallo antropologico!