Ombre sotto i portici Ombre sotto i portici

Ombre sotto i portici

Letteratura italiana

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Bologna, metà degli anni Settanta. A Sarti Antonio, sergente, sembra un caso davvero facile, almeno sulle prime. Chi può aver fatto fuori la vecchietta, se non uno dei quattro extraparlamentari che egli stesso ha visto entrare in casa della Scampini all'ora del delitto? Per una volta, anche l'ispettore capo Raimondi Cesare sembra essere d'accordo: sono stati senza dubbio i quattro giovani. Ma, sul più bello, per Sarti Antonio le cose si complicano: dove sono i giovani, e perché gli eredi della Scampini dicono tutte quelle bugie?



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Ombre sotto i portici 2012-07-09 19:46:06 cuspide84
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cuspide84 Opinione inserita da cuspide84    09 Luglio, 2012
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QUANDO LE COSE NON HANNO NE' CAPO NE' CODA

Siamo nella Bologna degli anni settanta, una Bologna decisamente diversa da quella dei giorni nostri, più bella, più pulita, più... bolognese, ma non per questo meno suggestiva e misteriosa di oggi, con quelle ombre sotto i portici che ti ingannano, che ti fanno credere chissà cosa, con quella Piazza Maggiore che quando ci entri sembra che ti abbracci calorosamente e non ti voglia più lasciare, con quel vicolo di stradine strette, intricate e labirintiche che regalano allo sguardo scorci meravigliosi e ti sorprendi a fermarti per ammirarli e pensare “Ma quant'è bella la mia città!?”.
Piccola premessa per dire che non potrò essere molto imparziale nella recensione di questo libro, almeno per quanto riguarda l'ambientazione!

In questa nuova indagine (la terza) il sergente Sarti Antonio si trova a dover trovare il colpevole dell'omicidio di una “dolce e cara vecchietta”, uccisa in un ex casino, una “casa dalle persiane chiuse” (un bordello) di cui si scoprirà essere stata la tenutaria. Vari indizi portano il nostro protagonista a sospettare di numerosi personaggi che compaiono in questo breve romanzo: quattro giovani di sinistra che vengono visti entrare nello stabile luogo del delitto, uno scrittore di gialli (tale Loriano Macchiavelli) amico della vecchina, il genero di quest'ultima ovvero l'archi-pitto-scultore Vincenzo Letizia, il geometra del Comune, una giovane e bella fanciulla.... ma chi è implicato nella faccenda??
Grazie all'aiuto di Rosas, studente anarchico dotato di un fiuto alla Sherlock Holmes, Sarti riuscirà a risolvere questo caso, così apparentemente contorto, nonostante le vessazioni del suo capo e nonostante la sua colite cronica (colpa dello stress o dell'abuso di caffeina?)!

Un romanzo scritto bene, semplice ma intricato, breve ma complesso, che si legge tutto d'un fiato e che ti catapulta non solo nella Bologna di trentanni fa, ma anche nell'Italia di quel periodo, quando il nostro paese era lo scenario di numerosi attentati sanguinari, qui si fa riferimento a quello avvenuto a Brescia, in Piazza della Loggia, sei morti e ottanta feriti, ma anche alla strage di Piazza Fontana.
Un libro per ritrovarsi a percorrere le strade della propria città con una predisposizione d'animo più noir... un libro per non dimenticare... un libro per capire che il tempo passa, ma la speculazione edilizia resta.

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Gli altri libri di Macchiavelli e superconsigliato a chi è di Bologna!
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Ombre sotto i portici 2010-11-22 09:12:16 gracy
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gracy Opinione inserita da gracy    22 Novembre, 2010
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Bologna la dotta!

Siamo sempre a Bologna, sono gli anni Settanta, si consuma un omicidio insolito, intanto al Sanleonardo scoppiano i "soliti tafferugli di sinistra", quattro compagni sono indagati. Di questa trilogia è quello che ho maggiormente apprezzato, Sarti è più "maturo" e la storia è davvero un inno appassionato di quell'Italia che mi piace leggere.

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I primi due del sergente Antonio Sarti.
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