Narrativa italiana Gialli, Thriller, Horror Ogni coincidenza ha un'anima
 

Ogni coincidenza ha un'anima Ogni coincidenza ha un'anima

Ogni coincidenza ha un'anima

Letteratura italiana

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Vince Corso è un biblioterapeuta. Precario più per nascita e per vocazione esistenziale che per condizione sociale, un giorno ha scoperto le doti curative, per l’anima e per il corpo, dei libri e ne ha fatto la propria professione. Si rivolge a lui una bella sessantenne: ha un fratello malato di Alzheimer che, nel marasma della sua mente, da qualche tempo ripete delle frasi spezzate, sempre le stesse, senza alcun legame tra di loro. Era stato uno studioso di fama e un lettore vorace, un amante delle lingue, un ricco collezionista di volumi, quelle parole potrebbero essere citazioni da un romanzo. «È solo un’ipotesi, ma se questo libro esiste, ci terrei a sapere qual è. E se lei lo trovasse, potrei leggerglielo a voce alta, qualche pagina al giorno». Il biblioterapeuta si mette al lavoro, con una domanda che lo assilla: se avessi perso tutto, e ti venisse concesso di salvare un solo ricordo, quale sceglieresti? Ha diversi enigmi da risolvere, mediante tecniche per decifrare e interpretare i testi, attraverso psicologie di identificazione con possibili autori, ricerche di biblioteca in biblioteca, incontri fortuiti e rivelatori. Un’avventura che lo guida a una soluzione che proprio innocente, come all’inizio appariva, non sarà. Intanto scruta i luoghi, fa sedute di biblioterapia con pazienti nuovi e inaspettati, scopre l’odio che è tornato ad attraversare i quartieri e la società. Ed è come una ricerca nella ricerca, un romanzo nel romanzo. Perché Vince è un camminatore, un esploratore di spazi e di persone: itinerari, spazi e persone che lo rimandano senza tregua a coincidenze con i momenti della letteratura di cui è vittima e complice, quasi come un prigioniero felice. Ma dominato da un bisogno inesauribile: trovare la linea di confine tra la vita e i libri e forse superarla, perché sempre di più è attratto dalle passioni, dalle paure e dalle gioie di uomini e donne in carne e ossa.



Recensione della Redazione QLibri

 
Ogni coincidenza ha un'anima 2018-07-01 21:48:00 lapis
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lapis Opinione inserita da lapis    01 Luglio, 2018
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"La mano del tempo cancella ogni traccia"

Mappa vuol dire esplorazione e ricerca. Viaggio e scoperta. Ed è proprio una strana mappa, composta da una manciata di frasi immerse in un mare di cancellature, la traccia che viene affidata al biblioterapeuta Vince Corso. Forse porterà a un libro, forse non porterà a nulla. Ma Vince non può far altro che prendersi cura di quelle poche parole superstiti.

Il tempo è capace di annerire tutto, di ridurre in cenere e tizzoni bruciati le parole dei libri così come l’edificio dei nostri ricordi. Quelle poche frasi sono tutto ciò che l’Alzheimer ha lasciato alla voce di un uomo che ha consacrato la sua vita allo studio, al collezionismo, alla lettura. E allora ritrovare il libro a cui quelle parole appartengono è l’unico modo per ritrovare la sua storia. E scoprire che ogni parola e ogni coincidenza può essere decisiva per il nostro destino.

Fabio Stassi ci accompagna senza fretta in un viaggio sfumato di mistero, arricchendo sempre di più la posta in gioco, mettendoci al cospetto di un mosaico di personaggi, di libri e di citazioni uniti da un unico filo, il filo della memoria. A fare da sfondo alle vicende narrate, una Roma sporca e piovosa, corrosa dall'intolleranza e avvelenata dalla tristezza, una città grigia di sofferenza e rassegnazione.

Non si tratta di un classico rompicapo alla ricerca di un colpevole; l’autore utilizza un climax di mistero per catturare l’attenzione del pubblico e parlarci di altro. Del mondo, diventato così complicato. Di noi stessi, sempre più egoisti e concentrati sul nostro tornaconto. Di ricordi, che possono essere momenti da salvare o veleni capaci di intossicare il presente. È un bel romanzo che non manca di stile, raffinatezza e cultura, intessuto di rimandi e dettagli letterari che saranno di certo apprezzati da tutti gli amanti dei libri. La storia si srotola fluida su un tappeto di malinconia, lasciando però una residua sensazione di avere partecipato a qualcosa di bello e poetico, ma di non aver avvertito vibrazioni sulle corde del cuore.
Cosa resta? Un profumo di carta ingiallita e l’eco di una dolce melodia francese.

“Eppure continuo ad amare la letteratura di un amore sconsiderato, a ricevere i miei pazienti, a dare, per quel poco che conta, un ricovero passeggero ai loro dispiaceri, convinto che non ci sia gesto più umano che leggere e che anche un libro possa essere medicamentoso. Ma le parole degli altri non possono salvare nessuno se non diventano le tue”.

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Ogni coincidenza ha un'anima 2019-05-05 18:30:26 Rollo Tommasi
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Rollo Tommasi Opinione inserita da Rollo Tommasi    05 Mag, 2019
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Sotto la torre di Babele

Il signor Baldini cerca affannosamente, e invano, di uscire dalla sua personale prigione: il morbo di Alzheimer. Ha girato il mondo, ha imparato lingue, ha collezionato oggetti di tutti i tipi e moltissimi libri. Ma ora, nell’istituto dove è accudito, tutto sta implodendo: un corpo vecchio che diventa un pozzo senza un fondo, un buco nero.
Giovanna Baldini cerca la chiave nascosta dietro le parole sconnesse che il fratello continua a pronunciare: espressioni sensate, a volte in lingue straniere, ma che sembrano incastrate male. Lei pensa vengano da un libro, e le piacerebbe sapere quale, per poterlo leggere un’ultima volta al fratello.
Vince Corso, partendo dalle parole del vecchio, cerca quel libro. E’ un biblioterapeuta: ascolta i patemi e i bisogni degli altri, per poi consigliare una data lettura come cura. Accoglie i suoi clienti come farebbe Philip Marlowe, o forse Dylan Dog… con simile disillusione, e simile incredulità quando si accorge che, in fondo, quel mestiere funziona.
Dunque, al centro di “Ogni coincidenza ha un’anima” c’è la ricerca: ogni personaggio è per qualche motivo un cercatore. Ma non è detto che cerchino tutti quel che dichiarano di voler trovare.

“ (…) io ho spesso avuto l’impressione che, insieme a me, fossero cambiati pure i personaggi di cui rileggevo la storia, e persino i segni sulla carta, o almeno il loro senso. È come se, nel tempo in cui un libro resta chiuso, la vita continui ad accadere anche al suo interno, e lo faccia ancora più velocemente appena lo riapriamo. Come quando entra la luce in un sarcofago, e tutto rischia di incenerirsi al contatto con l’ossigeno. Ho fantasticato a lungo che, per quella misteriosa relazione che lega ogni libro a ciascun lettore, i personaggi invecchiano con noi e, a seconda della nostra età, reagiscano in maniera differente alle avventure che sono costretti a rivivere.”

Al centro di “Ogni coincidenza ha un’anima”, attraverso l’invenzione di un mestiere, Fabio Stassi mette il linguaggio, ed il contenitore della sua forma più alta, il libro. Fanno capolino Mann, Bufalino, John Fante, Svevo, Bukowski, Kafka e le sue “Metamorfosi”, Soriano, Tolstoj, Borges e altri. Attraverso di loro si distende nel racconto il tema dell’importanza della letteratura, che forse è davvero una cura, una sorta di vaccino contro virus impensabili, persino sconosciuti (non a caso, alla fine del libro l’autore mette una bibliografia di tutti i libri menzionati nel volume – cosa consueta per la saggistica, meno per la narrativa –, e non sono pochi).
“Virus” tristemente conosciuto e attuale è quello del razzismo, che Stassi inserisce nel libro come una sorta di pista secondaria: Vince Corso, nel suo girovagare per Roma in cerca di soluzioni al dilemma Baldini, assiste a varie manifestazioni di intolleranza, finché – nella sua casa/studio di via Merulana – non riceve egli stesso una visita sgradita, condita di “avvertimenti” sulle controindicazioni di una eccessiva disponibilità all’accoglienza nei confronti degli stranieri. E’ una pista che nel corpo del romanzo non convince molto: trattare un tema così complesso sullo sfondo di una vicenda diversa non sarebbe cosa semplice per qualsiasi scrittore.
“Ogni coincidenza ha un’anima” resta in ogni caso una storia piacevolmente impegnativa.

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Ogni coincidenza ha un'anima 2019-03-04 09:28:55 Valerio91
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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    04 Marzo, 2019
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Inno alla lettura

“Ogni coincidenza ha un’anima” di Fabio Stassi è quasi un inno all’amore per la lettura.
Tra le sue pagine si nascondono innumerevoli consigli di lettura, che molto probabilmente vengono dallo stesso autore. In certi tratti ci sembra quasi di trovarci a leggere una lista di consigli di lettura (in realtà, in appendice ce n’è uno), anche se non associati a una diagnosi così come si diverte a fare il nostro protagonista: Vince Corso. Ho provato una forte empatia nei confronti del protagonista ma anche del vecchio su cui si ritrova a “indagare”, entrambi devoti alla letteratura e coi quali ho trovato vari punti in comune con me stesso. Probabilmente è proprio questo che l’autore voleva mettere in risalto: come i lettori forti in fondo appartengano tutti a un’unica razza che condivide in certi aspetti lo stesso modo di pensare; lo stesso modo di approcciarsi alla carta stampata; le stesse fisime, a volte.
L’autore poi non perde l’occasione di soffermarsi su temi di forte attualità, come l’evidente tendenza alla discriminazione razziale che stiamo riscontrando negli ultimi anni, come se stessimo già dimenticando gli errori e gli orrori del passato; gli episodi del corteo e del vecchio egiziano sono emblematici, in questo senso. Fa riflettere anche la visita a Vince Corso da parte di un personaggio che è lo stereotipo dell’attuale italiano medio, tutto rabbia e attivismo malsano, che ha identificato “l’unico nemico” ben conosciuto da Goebbels in chiunque sia “diverso”. Oltre a questi argomenti scottanti ci sono varie altre riflessioni forse un po’ più soft, come il ritratto che Stassi fa dello “scrittore esordiente”, esemplare sempre meno raro al giorno d’oggi e che nella maggior parte dei casi ha un modus operandi che l’autore coglie in pieno. Lo posso dire perché ci sono dentro.
C’è forse un evento che lascia un po’ l’amaro in bocca e che ha come protagonista Feng, una ragazza cinese incontrata da Vince Corso, e che si è ritagliata anche lo spazio in copertina. Certo, è stata “sacrificata” per rafforzare un messaggio… ma era davvero così necessario? Beh, ma queste sono le opinioni del lettore che lasciano il tempo che trovano.

Vince Corso è un biblioterapeuta, ovvero una specie di psicologo che riceve i suoi pazienti, si fa raccontare quelli che sono i loro problemi, e in base al caso consiglia delle letture da fare per provare a risolvere il problema. La porta del suo ufficio (che è anche la porta di casa sua), è varcata da ogni genere di persone: persone coi problemi più ovvi: lavoro, amore; ma anche con problemi strambi. C’è infatti chi chiede a Vince se esista un libro che possa fare in modo di smettere di essere stonati, giusto per fare un esempio.
Ma la situazione trova la sua svolta quando una donna varca la soglia per chiedere a Vince Corso di portare avanti una specie di “indagine”: il fratello della donna, esperto linguista e lettore più che vorace, è affetto da Alzheimer e ormai non in grado nemmeno di parlare; pronuncia solo frasi sconnesse, sempre le stesse. La donna ha il forte sospetto che le frasi appartengano a un libro e chiede a Corso di capire quale sia. Da qui, le ricerche del nostro protagonista che porteranno a una verità inusuale, che solo a un uomo pazzo d’amore per la lettura poteva covare, e che solo un uomo pazzo allo stesso modo poteva scovare.
Noi lettori parliamo una lingua tutta nostra.

“Non ho nessuna religione del ricordo, mi dispiace. Non ha senso mettere a fuoco il passato. Il tempo è una porta che si chiude e ha un solo verso.Tutto accade una volta e basta, e genera conseguenze, episodi totalmente occasionali, eventualità che potevano girare in un altro modo.”

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Ogni coincidenza ha un'anima 2018-10-27 20:29:35 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    27 Ottobre, 2018
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Un sistema solare

Questo libro è una vera perla e ti fa pienamente capire che leggere è prendere coscienza dei propri limiti. Il protagonista è un biblioterapeuta, che riceve l’incarico, da parte della sorella di un uomo anziano affetto da Alzheimer, di capire qual è il libro di cui lui ricorda solo alcune frasi senza senso logico. Da lì scatta un viaggio, una specie di gioco insensato di associazioni, che permette al protagonista di accedere all’immensa collezione di libri di questo anziano uomo. Un vero e proprio sistema solare, per struttura, per contenuti, per il tempo ed i viaggi grazie ai quali è stato possibile costruire questo tesoro. Ed è solo in quei locali ed immersi in quel mondo, che, con tanta intelligenza e tanta cultura, a partire da una serie di indizi, si riesce a ricostruire il puzzle, scoprendo un’inaspettata segreta storia d’amore, di una dolcezza infinita. Le coincidenze della vita non sono tali, ogni cosa avviene per un motivo ed ha il suo perché. Ogni libro è un mondo ed è una scatola sonora. Questo libro riproduce i suoni di un’orchestra ed anche il titolo, geniale, non è una coincidenza.

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Ogni coincidenza ha un'anima 2018-10-21 22:09:46 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    22 Ottobre, 2018
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Pronto soccorso letterario

L’arte di Vince Corso è la biblioterapia (“Di mestiere curo la gente con i romanzi!”) e a lui si rivolge la sorellastra di un vecchio intellettuale afflitto dall’Alzheimer: Fabrizio Baldini ha ormai perso le proprie facoltà, ma recita alcune frasi apparentemente sconnesse:

“Anche lei è andato a fondo.
Sono ancora qui.
L’orso che mi andava a comprare il giornale.
Per favore, lo faccia un’altra volta.
Dichiaro 28, merda!
Cazzo, che spavento mi sono preso”

che probabilmente sono ricavate da un libro (“Questo vuol dire caviardage: rendere tutto nero, più nero delle uova di storione. Cavialeggiare”), nel quale si cela la chiave per penetrare il segreto esistenziale di Fabrizio.

Mentre Vince incontra clienti più o meno strambi (“Hanno questa fiducia che un romanzo li possa aiutare”) nel suo monolocale (“Pronto soccorso letterario”), la sua indagine procede tra Villa delle Rose, la clinica ove l’anziano è ricoverato, e le visite nella straordinaria biblioteca ove Baldini ha accumulato numerosi volumi antichi, pregiati e rari.

Quando Vince comincia a sospettare che l’incarico gli sia stato commissionato per interesse (“Soltanto all’apertura del testamento i parenti scopriranno il vero valore della sua eredità”) e non per amore fraterno, il biblioterapeuta non rinuncia alla sua ricerca, ma è determinato a difendere il segreto di Baldini per rispettare fino in fondo le sue volontà.

Il romanzo – nel quale i paragrafi non sono designati da numeri bensì da lettere - è un inno alla cultura, alla lettura e alle opere intellettuali dell’umanità e contiene molti stimoli per i lettori.

Giudizio finale: bibliofilo, filantropico e intrigante.

Bruno Elpis

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Ogni coincidenza ha un'anima 2018-06-17 16:44:01 Mattia
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Opinione inserita da Mattia    17 Giugno, 2018

Una testimonianza poetica del mondo

“Se avessi perso tutto, e ti venisse concesso di salvare un solo ricordo, quale sceglieresti?” Questa è una delle domande su cui il detective biblioterapeuta Vince Corso indaga dalla sua soffitta in stile hard boiled in via Merulana. Un sinologo di fama mondiale è stato colpito dall’Alzheimer. La sorella è convinta che le poche frasi che riesce ancora a pronunciare, nel sanatorio in cui è rinchiuso, appartengano a un romanzo e incarica Vince Corso di scoprire qual è. Ma presto il biblioterapeuta si ritrova a pedinare soltanto dei fantasmi, smarrito in un gioco di specchi e di alfabeti, la cui soluzione è forse seppellita all’interno di una misteriosa biblioteca di Babele. Che segreto nasconde il vecchio? La sua è un’impostura? Cosa possono opporre gli uomini alla violenza del tempo e della malattia? C’è un modo di mettere al riparo dall’oblio l’opera di una vita o anche una sola parola?
Tra storie di pugili sconfitti, partite a scacchi lasciate a metà e pazienti che chiedono un rimedio letterario alle loro inquietudini, Roma, con le sue rovine e le sue porte magiche, è il teatro perfetto dove inscenare questa commedia sulla smemoratezza e l’illusione. In un primavera che tarda ad arrivare, piovosa e oscura, Vince Corso continua la sua investigazione solitaria sull’infelicità che incattivisce gli uomini, sui loro sentimenti più inconfessati, sull’amore dimenticato e sul risentimento che alimenta i nuovi razzismi del nostro tempo. Un libro sulla perdita della memoria e del linguaggio, sull’infermità sociale, ma anche sull’amore per la letteratura, unica possibilità che abbiamo per ritrovare delle parole comuni e condivise.

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