Novelle con il morto Novelle con il morto

Novelle con il morto

Letteratura italiana

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Ci sono molti modi d’intendere il giallo, genere che ormai ha mille sfaccettature e sa accontentare anche i palati più raffinati. Per Gaia Conventi il giallo ha soprattutto una vena comica, perché di tutto si può ridere, persino in mezzo alla tormenta che costringe un oste, un carabiniere e un curiale a indagare sulla morte di una mummia estense. E non stupitevi di scovare mummie ad Arginario Po, ridente paesino a pochi chilometri da Ferrara, non stupitevi nemmeno di non trovare la località su Google Maps. In Quarti di vino e mezze verità l’autrice – ridendo – vi svelerà una strana e cupa storia estense. Arginario Po torna anche nella seconda novella, in La Locanda del Giallo il morto arriva quando serve e fa più comodo.



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Novelle con il morto 2015-01-15 05:05:33 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    15 Gennaio, 2015
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Commento interattivo con l'autrice

Quella che pubblico oggi è la terza puntata di un esperimento: il commento interattivo, ossia la recensione scritta con lo zampino dell’autore recensito, che viene chiamato in causa a più riprese… Le precedenti puntate le trovate in www.brunoelpis.it

____________________

Anche il secondo racconto delle “Novelle col morto” di Gaia Conventi è ambientato ad Arginario Po, ne “La locanda del Giallo”, ove alloggiano quattro scrittori che lì trascorrono la notte prima del decadente festival dedicato al giallo: la rappresentante del giallo classico che ormai vive di memorie, il piacione-farfallone sulla via del tramonto, la velina incarnazione vivente dell’erotic thriller, l’esordiente con il capolavoro ben annidato nella memoria del pc…
Fuori la verità, dietro a ciascuna tipologia di scrittore tu hai un nome e un cognome… oppure Iduccia, il bel Giuffré, la provocante Ludmilla e Mariolino Millusi sono per te quello che per Platone era “la cavallinità”, cioè soltanto un’idea astratta?
Gaia: “Ecco, dai, tiriamo dentro anche Platone! No, su, non facciamola così difficile: ci sono nomi e cognomi, ma sono mixati per bene. Nessun personaggio è mai una persona, una e una soltanto. Lì c'è il sunto di chi ho conosciuto nell'ambiente, di chi ho schivato, di chi ho voluto conoscere per cavarmi una sana risata e dirmi che l'acquario editoriale è un mondo di pazzi. E io coi pazzi mi diverto sempre, soprattutto quando pensano d'essere sani di mente.”

Ma è proprio vero che gli scrittori sono una “Strana razza”? E come strana razza, sono più narcisi (“Fingere falsa modestia rientra tra i compiti sociali di ogni romanziere”) o – per dirla con il locandiere – sono piuttosto persone dalle modeste capacità (“quattro cialtroni… sembravano soltanto quattro zucconi”)?
Gaia: “C'è scrittore e scrittore. Tra i tanti, qualcuno lo salvo. Qualcuno che fa lo scrittore e sa che è un mestiere, il più bello, ma per farlo bene devi rinunciare a molto altro. Io, tanto per dire, mi definisco sempre un blogger: così non mi nego niente. E poi sì, noi che imbrattiamo carta siamo tutti dei narcisi, non potrebbe essere altrimenti: mettiamo le nostre idee in piazza, vogliamo che la gente le conosca. Mi pare sia pretendere parecchio! Siamo strani, ma il più è saperlo. A ogni autore occorre fare la tara: tolta la tutina da super-scrittore resta l'essere umano. A volte vale la pena assistere allo spogliarello. Ma solo a volte.”

E tu, come scrittrice, in quale tipologia ti identifichi (vietato trincerarsi dietro allo slogan di “Giramenti”, il blog di Gaia Conventi, ossia “smetto quando voglio”)?
Gaia: “Però è così, giuro! Un giorno troverò un hobby più divertente di questo, magari mi metterò a fare presine con la rafia, chi può dirlo. Io scrivo quando ho qualcosa da dire, qualcosa che mi diverte comunicare e che penso possa far passare degnamente il tempo a chi mi legge. Se cala il divertimento – mio e altrui –, ciao a tutti e mi metto a impagliare sedie. Nessuno noterebbe la mia scomparsa, tranne il tale a cui avrò soffiato le sedie.”

Poi nella “Locanda del giallo”, la notte prima dell’evento letterario, ci scappa il morto… Intendevi dire che gli scrittori sono disposti a tutto pur di agguantare un attimo di celebrità (“Il festival stava andando a rotoli e quel delitto era una manna dal cielo”)?
Gaia: “Ah, ci puoi giurare! Ho visto cose che voi umani... ma se le racconto – senza la scusa dell'alcool – mi menano. Diciamo che l'attimo di celebrità piace a tutti, anche al vicino di casa che il tg intervista a salma ancora calda, ma agli scrittori piace un pochino di più. Non dico che la salma la procurerebbero appositamente, ma quasi.”

E adesso la rivelazione che ogni scrittore nega, quasi fosse un genitore al quale viene chiesto di riconoscere che tra i figli ha una preferenza. Tra le due “Novelle con il morto, Gaia Conventi ha un debole per…
Gaia: “La seconda, senza alcun dubbio. Spazio ai dialoghi e tutti cattivissimi. Insomma, il mio pane!”

Accidenti Gaia, mi ero dimenticato che qui, a qlibri.it, bisogna anche dare i voti all’opera commentata (dall’1 al 5, come nelle scuole di certi paesi esteri). E adesso come facciamo in una recensione interattiva? Va be’, per questa volta i voti li do io e chi ci leggerà comprenderà che li esprimo nell’assoluta convinzione di essermi divertito a tutto spiano, sia leggendoti, sia scrivendo con te…
Gaia: “Mi è andata bene! Temevo di dovermi dire brava da sola...”

Gaia Conventi e Bruno Elpis

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... il giallo di zucca!
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