Non si può morire la notte di Natale
Letteratura italiana
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Opinioni inserite: 5
Ma chi è il "cattivo"?
Un libro che parte come un classico giallo, col "quasi" morto ammazzato, ma che si rivela poi, pagina leggendo, un testo elegante e sottile con al centro della narrazione un problema comune e annoso: la crisi di coppia e parallelamente i difficili rapporti sociali e di relazione che vivono un po' tutti in questi ultimi anni.
L'autore accompagna il lettore in un excursus introspettivo e psicologico riguardante ognuno dei protagonisti della storia, si parte dalla descrizione del protagonista Giorgio, l'uomo che si risveglia in ospedale con la testa fasciata e trapassata da parte a parte , semi paralizzato e che inizia a cercar d capire chi possa essere stato a sparargli la Notte di Natale.
Si passa alle digressioni sulla ex moglie di Giorgio, Carola, sui figli, i genitori, i suoceri, gli amici di famiglia, tutti insomma vengono passati al setaccio con particolare dovizia e arguzia da parte del narratore.
Il protagonista cerca di scoprire chi sia l'attentatore, ma il 90% dei familiari e amici pensa che Giorgio invece abbia fatto tutto da solo, un suicidio fallito.Il romanzo parte dal giorno Natale fino ad arrivare al Natale dell'anno successivo per concludersi in una sorta di resa dei conti, soprattutto verbale, da parte di Giorgio nei confronti della parte avversa.
In questo ipotetico anno raccontato, lo scrittore è abile a incuriosire il lettore, arrivando a scoprire tutto quello che doveva sapere, ma...
allo stesso tempo , ed è questa la cosa che mi è piaciuta del testo, le sfumature tra il bene e il male, tra i canoni di comportamento giusti e sbagliati sono molto labili
e non è facile schierarsi.
Molto bravo Ruggeri in quest'esordio letterario
consigliato
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PREFERISCO IL CANTANTE ALLO SCRITTORE
Si legge velocemente. Dovessi dare un voto come a scuola, mi orienterei verso un sei meno, meno!
Giorgio Sala, attore di successo, sposato e separato con due giovani figli, viene ritrovato riverso sul tavolo con una pistola in mano ed un foro alla tempia… E’ la sua voce che dà corpo alla storia e da subito è chiaro che lui non è proprio il tipo che si suicida… Allora chi è stato? La sera di Natale a tavola c’era tutta la sua famiglia e una coppia di amici….
La cosa che mi è piaciuta è la descrizione del personaggio Giorgio Sala e le varie dinamiche familiari…
Ciò che proprio non ho gradito, riguarda l’inverosimilità della narrazione, e qui gioca un pochino anche la mia sfera professionale… Sarà mai possibile che un poveretto colpito alla tempia da distanza ravvicinata da un proiettile, in primis se la possa cavare, ma ammesso e non concesso questo, l’altro aspetto che mi lascia dubbi, verte sul fatto che, qualche mese dopo l’evento, il malcapitato, possa tornare tranquillamente a casa con tutte le funzioni cerebrali conservate ed una rapidità di recupero fisico inaudita, senza particolari terapie di supporto e rieducative? Bisognerebbe gridare al miracolo!
Comunque, avete ragione, chiudo occhi e orecchie e faccio finta di nulla riguardo all’aspetto prettamente sanitario, ma in un ambito familiare come quello descritto, nel quale tutti (o quasi), nutrono rancore verso Giorgio Sala, trovare la ex domestica, che ora ricopre il ruolo di perfetta “infermiera”, anche nelle vesti di furbissima e capace investigatrice, mi sembra davvero troppo!
E’ un romanzo o un libro di pura fantascienza?
Ripeto, non è un libro scritto male, alcuni passaggi riguardanti l’analisi psicologica dei personaggi non mi sono dispiaciuti, ma la storia in sé non ha ossatura; troppi particolari di pura fantasia, non sono frutto di ricerche o analisi da parte dell’autore, mi vengono in mente decine di scrittori che trasferiscono su carta innumerevoli vicende tutte rese credibili e godibili, mi rendo conto di aver pronunciato la parola magica: SCRITTORI! Ad ognuno il proprio mestiere quindi! Caro Ruggeri, come tu tieni a precisare nelle interviste, il tuo lavoro è la musica…..
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piacevole
l'ho preso in biblioteca per curiosità nei confronti dell'autore, che apprezzo molto come cantante, e del titolo particolare. Si è rivelato un libro scorrevole, piacevole e che tiene alto l'interesse a scoprire il famigerato assassino fino alla fine, con oltretutto un finale inaspettato quanto chiarificatore. Va secondo me letto con l'idea di avere di fronte un thriller leggero, semplice ma particolare. Mi è piaciuta l'analisi che il protagonista fa di se stesso e di ogni membro della famiglia, per capire le motivazioni che possano avere spinto ognuno di loro ad aver tentato di ucciderlo. Si scopre quindi al lettore e al protagonista, il ritratto di una persona egoista, egocentrica, che di certo non ha evitato di farsi malvolere da chi gli sta vicino.
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Critica.
La mia personale valutazione si fonda su criteri restrittivi, considerato l'editore (per usare una metafora scolastica, Baldini e Castoldi equivale a un phd). Lo stile è piuttosto piatto, privo di similitudini e altre figure retoriche in grado di dare "colore" alla narrazione. La storia, nel complesso, perde di consistenza in alcuni punti, trasformandosi in una sorta di autobiografia che fa perdere tenuta al tessuto narrativo. La caratterizzazione dei personaggi è sul filo della sufficienza. Consiglio comunque di leggerlo, ma anche un ulteriore esercizio: i primi due capitoli leggeteli in parallelo a un libro di Raul Montanari per cogliere la differenza tra uno scrittore vero e un principiante. In ogni caso, l'esordio è promettente, ma a Ruggeri manca il "mestiere", l'esperienza. Se l'avesse scritto un signor nessuno, Baldini e Castoldi non se lo sarebbe filato. L'editore credo abbia anche operato una sorta di spending review sulla revisione: con i gusti consigli, forse sarebbe stata già più che buona la prima.
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Non si può morire di Natale
NON SI PUÒ MORIRE LA NOTTE DI NATALE.
Un jeu de massacre. Un romanzo con le caratteristiche del dramma borghese in giallo. Un’indagine psicologica, a tratti psicanalitica, sui rapporti familiari. Un interno milanese torbido. Un tour de force emozionale sull’amore falsificato, sull’egoismo, sulla rimozione usata come balsamo cosmetico delle ferite dell’anima. Tutto questo e altro è il nuovo romanzo di Enrico Ruggeri. Un’opera letteraria lucida, senza indulgenze, a tratti torbida, a volte spietata. Un romanzo strutturato come un puzzle. L’autore, pagina dopo pagina, toglie e aggiunge tessere con la bravura di un consumato scrittore di genere, poi tradisce i canoni della scrittura in giallo e avvince il lettore con una profonda e toccante analisi dei sentimenti. Enrico Ruggeri fa letteralmente toccare con mano il dolore che scorre sotto la pelle e nel profondo dell’anima dei suoi personaggi. La vita precedente di Giorgio Sala, il protagonista, preme con forza tellurica sulle vicende raccontate, smuove strati profondi dell’inconscio e fa crollare gli edifici ipocriti dove viene messa in scena la vita quotidiana dei personaggi. Qualcuno, la notte di Natale, ha cercato di uccidere Giorgio Sala. Qualcuno che era stato a tavola con lui. Un colpo di pistola ha ridotto il protagonista in coma e, da quella condizione sospesa tra la vita e la morte, parte un’indagine che, prendendo per mano il lettore, lo conduce fino al colpo di scena finale. Non è un noir. Non è un giallo. È un romanzo avvincente di Enrico Ruggeri, uno scrittore vero.
Gino Saladini