Muses
Letteratura italiana
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Opinioni inserite: 4
Non c'è male ;)
Prima di acquistare questo libro ho aspettato, ho temporeggiato, ho indugiato, esitato, perché non so... non mi convinceva. Bé, devo dire che non è poi così male come pensavo.
Innanzitutto, la copertina. Bella. I capelli neri di Alice che spiccano sul bianco accecante di tutto il resto, le delicatezza del vestito, il Big Ben che si intravede appena sullo sfondo, il violino, così importante per la protagonista.
Per quanto riguarda la storia, devo ammettere che leggendo i primi capitoli mi è venuta voglia di chiudere il libro, disgustata: amo leggere per sfuggire alla realtà, perciò una protagonista con una famiglia da schifo, con il padre violento e alcolizzato; che si droga, va dallo psicologo, viene chiusa in carcere e vende il proprio corpo come se nulla fosse... bé, non mi entusiasmava affatto. Per fortuna, col passare delle pagine le cose sono migliorate o davvero l'avrei scaraventato da giù. La prima parte della storia scorre lenta e prevedibile, quasi scontata. Alice scopre la sua verità su se stessa, comprende il motivo degli avvenimenti inspiegabili che costellano la sua vita, intraprende un viaggio e via dicendo. Ad ogni modo, il racconto non annoia mai grazie all'ironia e al sarcasmo (quasi sempre tagliente) della protagonista (ha un caratteraccio e, da come l'autore la descrive, non sembra neanche questa gran bellezza, anzi, perciò perché ogni personaggio di sesso maschile perde la testa per lei?Bah..). La seconda parte; invece, è assolutamente imprevedibile. La narrazione si velocizza, scorre rapida, ricca di colpi di scena, fino ad arrivare all'inaspettato finale. Un paio di volte capita anche che ci sia qualche non sense, ma nulla di grave. Il lessico non è quotidiano (eccezzion fatta per le numerose imprecazioni) ma nemmeno aulico.
Mi ha urtato parecchio; invece, il modo in cui sono scritte le battute dei dialoghi. Con alla fine solo il punto, senza trattino, virgoletta o qualsiasi altra cosa che facesse capire che il personaggio aveva finito di parlare. Per questo motivo non una volta sono stata costretta a rileggere i pensieri.
Complimenti a Falconi per aver creato una protagonista così particolare, profonda nei sentimenti per quanto riguarda paura, angoscia, speranza ecc. E' un enorme passo avanti rispetto a libri precedenti come Nemesis, tuttavia, mi ha infastidita un po' l'amore che nasce tra Alice e Ray dopo... non so... una trentina di battute? Ben caratterizzati anche la madre e il padre della protagonista, così come Lourdes e Patrcia (alla mosta di quest'ultima un quadro si intitola "Ellen e Kevin" come i protagonisti di Nemesis; l'autore non ha trovato altri nomi o volevano mandare un messaggio ben preciso?). Decisamente meno; invece, Ray e Ian, praticamente quasi interscambiabili (a proposito, per quanto possa amare gli occhi verdi e azzurri, Falconi non può disseminare personaggi con iridi di questi colori in ogni pagina!Diventa noioso e irreale.).
Ho molto apprezzato l'idea delle Muse come esseri soprannaturali del romanzo, tuttavia, nel sentir nominare muse come quella della Net.Art, non sono riuscita a soffocare una risata e un certo scetticismo. Sul serio?Net.Art?Ancora devo decidere se è stata una mossa geniale o assolutamente stupida.
Nel complesso, comunque, un buon libro, soprattutto per chi riesce a sopportare protagonisti sbandati meglio di me!
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La Musa senz'anima
Difficile per me terminare un libro quando la protagonista mi sta terribilmente antipatica. Ad ogni pagina, ad ogni frase, mi chiedo: "Perché continuo a frequentarti? Se tu fossi una persona in carne ed ossa ti avrei già salutata da un pezzo. Avremmo risparmiato entrambe tempo prezioso da dedicare ad altro".
Per tutto questo romanzo ho continuato a frequentare Alice. A fatica. Mi avesse telefonato, le avrei risposto velocemente e avrei chiuso la conversazione a tempo di record. Più velocemente che con chi mi telefona solo per lamentarsi della sua vita senza avere la voglia di capirsi.
Questo fa Alice quasi per tutto il libro.
Racconta e si lamenta, in fondo.
La sua Alice Diversa, quello che lei è, che era. Che continua ad essere quasi fino all''ultima pagina.
Le sue difficoltà personali, familiari, i suoi problemi adolescenziali e di giovane donna, i suoi poteri incontrollati e sconosciuti non me la hanno resa più interessante, e nemmeno più vicina; non mi hanno indirizzata verso di lei, non mi hanno fatto venire voglia di capirla meglio, di scrutarne l'animo. Avevo sempre la sensazione di stare in presenza di un animale rabbioso. E sottolineo animale.
Come avere sempre di fronte un essere tutto istinto e niente anima.
Lo stile narrativo era abbastanza scarno, con dialoghi quasi onnipresenti e pochissima introspezione dei personaggi, alcuni dei quali meglio riusciti, altri invece quasi caricaturali (ad esempio la Musa-Warhol).
Fortunatamente la trama ha retto e non era carente in fatti, eventi, colpi di scena, anche se alcune situazioni mi sono sembrate forzate ed ai limiti della plausibilità - e non sto parlando della parte fantasy bensì di quella dovuta al semplice vivere quotidiano ed al comune "caso".
Ho trovato l'idea delle muse moderne molto accattivante, ma abbandonata a se stessa: le muse c'erano, sì, si stavano cercando, avevano un obiettivo, ma… alla fine sono solo risultate persone "normali" con dei poteri speciali, e non delle persone speciali con dei poteri speciali.
Un vero peccato però: questa idea poteva essere davvero avvincente e magica.
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Eeeeeeehm...
Eeeehm è stata proprio la mia reazione quando ho finito di leggere. Ci sono alcune cose che mi sono veramente piaciute del libro, altre che invece mi hanno fatto rizzare i capelli.
L'autore secondo me è molto bravo, ha delle potenzialità. Ma a volte non le sfrutta al meglio, diciamo.
Per esempio, l'inizio del libro si presenta con frasi composte da una o al massimo due parole l'una. Forse la scelta è stata data dal fatto che la protagonista, che narra in prima persona, inizialmente appare molto taciturna, ma nei primi capitoli non trovo proposizioni, solo minuscole frasi di un paio di parole. Concise, vuote.
Andando avanti però le cose migliorano: descrizioni dettagliate ma non pesanti, sensazioni ed emozioni della protagonista espresse in maniera sublime, e ti sembra di riuscire quasi ad entrare dentro il personaggio di Alice.
Poi però arriva il dramma dell'"Alice diversa". Sì, "Alice diversa" sarà una cosa che la protagonista ripeterà per almeno 4973615964956 volte. Vuole essere un'"Alice diversa" e quindi iniziano tutti i drammi mentali che a mio avviso si protraggono un po' troppo. Insomma, lei che beve, si droga, fa tanto la trasgressiva... si pente... poi lo fa di nuovo. Bah.
A peggiorare ulteriormente la situazione ci si mette l'arrivo dell'elemento soprannaturale, che sembra annientare quel poco di profondità che ero riuscita a trovare tra le pagine.
Infatti, la sensibilità dell'Alice picchiata dal padre, torturata dalla voce dell'Angelo Oscuro nella sua testa che le ha fatto commettere un omicidio, il senso di colpa... viene tutto demolito dal fatto che lei scopre di essere una Musa, e la trama principale cambia: lei deve riuscire a riunire le muse, e del suo stato interiore (a parte la straziante "Alice diversa") non si parlerà quasi più.
Nemmeno l'elemento Romance (che fortunatamente l'autore non ha trattato in maniera eccessiva ma solo nei punti giusti) mi ha entusiasmato. Ma immagino che questo sia solo un fatto soggettivo poiché non sono rimasta colpita dal personaggio maschile.
Quanto al finale... è quello che è. Ormai c'è, e rimane quello. Non spoilero niente.
Comunque non è così brutto, si legge bene. E se il genere piace, allora è consigliato.
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Oh mia musa!
Muses è il nuovo romanzo autoconclusivo (ma in progetto un altro volume collegato) di Francesco Falconi.
Confesso che non avevo ancora letto qualcosa di quest'autore, ma da oggi non mi lascerò più sfuggire un'uscita.
Siamo davanti ad una storia che mescola sapientemente urban fantasy, mitologia (stavolta parliamo di Muse) e un pizzico di Romance (non poteva mancare il risvolto romantico ma non domina completamente la scena).
La protagonista è Alice (unico punto di vista e scritto in prima persona), una ragazza che all'apparenza sembra forte ma in realtà è insicura e fragile. Agli occhi degli altri appare come una persona acida, ribelle, impulsiva, testarda e imprevedibile. Non ha avuto un'infanzia felice ma se volete saperne di più non vi resta che leggere il libro. Una cosa è certa, la caratterizzazione è davvero ben fatta rendendolo così un personaggio credibile e "reale".
Stile scorrevole, trama assolutamente coinvolgente (impossibile trovare momenti "morti") e ricco di colpi di scena che vi terranno col fiato sospeso fino all'ultima pagina.
Originale anche la scelta di utilizzare le Muse ma cosa più singolare è che l'autore le ha rese più moderne. Ho apprezzato molto il modo in cui ha intrecciato il mito delle Muse con il mondo contemporaneo (conoscevo davvero poco queste antiche divinità). Un romanzo semplicemente unico. Allora cosa mi ha impedito di dare 5 stelle? Il finale (per ovvi motivi non dirò nulla in proposito).
Buona lettura!