Morire è un attimo Morire è un attimo

Morire è un attimo

Letteratura italiana

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La presentazione e le recensioni di Morire è un attimo, romanzo di Giorgio Ballario. Eritrea, 1935. Mentre crescono le tensioni internazionali e l’Italia mussoliniana si prepara alla guerra con l’Abissinia, la città di Massaua -perla del Mar Rosso e fiore all’occhiello della prima Colonia italiana – è scossa da due misteriosi omicidi. Un noto imprenditore cittadino e un comune impiegato di banca vengono trovati decapitati. I sospetti si concentrano subito sugli agenti del Negus etiopico Hailé Selassié, coinvolti nelle settimane precedenti in sanguinosi scontri di frontiera con le truppe italiane. Ma il maggiore Aldo Morosini, ufficiale della compagnia dei reali carabinieri, non è per nulla convinto di questa versione di comodo. Stretto fra gli ordini del comando e la ricomparsa di un vecchio amore, che ridesta in lui una fiamma mai sopita, cerca con testardaggine altre piste investigative. E con l’aiuto del fedele sottufficiale Barbagallo e dello scium-basci indigeno Tesfaghì, segue le tracce di una vecchia scimitarra e di una foto ingiallita dal tempo. Indizi che faranno riemergere dal passato una torbida vicenda di interessi e tradimenti. E costringeranno Morosini a inseguire l’assassino nell’infernale deserto della Dancalia e sui rigogliosi altopiani di Cheren e Asmara.



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Morire è un attimo 2010-02-22 21:43:13 fab
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Opinione inserita da fab    22 Febbraio, 2010

Assolutamente da leggere

“Noi abbiamo l'orologio. Loro, gli africani, il tempo...”

“Morire È Un Attimo” è stata una delle più piacevoli sorprese librarie che mi sono gustato in questo periodo. Era da un po’ che colto da una crisi mistica verso ogni forma di lettura mi fermavo sempre a metà libro se non peggio alle note di copertina. Tra pile di libri mai letti siti sulla mia scrivania è uscito un giorno il romanzo di Giorgio Ballario ambientato nell’ Africa Orienta Italiana ovvero nel periodo coloniale.

Anche se non sono un appassionato del genere giallo questo libro mi ha fatto superare il periodo di crisi grazie a due fattori principali che considero tutt'ora come i suoi punti forti.

Il primo è l’ambientazione del romanzo. Non avrei mai più immaginato di leggere uno scritto ambientato durante il periodo coloniale. Di quel periodo fatto di avventure, di grandi e piccoli uomini, di eroi, mostri, mercanti e soldati non sono rimaste molto tracce se non le sterili critiche dei soliti fan del Politically Correct.
Immaginatevi quindi di trovarvi in una Eritrea raccontata in modo talmente approfondito che potete chiudere gli occhi e vedere gli ambienti o i personaggi descritti dall’autore. Immaginatevi un racconto dove i personaggi vivono di vita propria senza critiche o pregiudizi postumi. Ogni pagina dà vita a delle immagini in movimento che corrispondono ai vari capitoli del libro. Giorgio Ballario deve aver ricercato tantissimo materiale su quel periodo perché come già detto la quantità e qualità di dettagli è altissima però senza pesare, senza perdersi in troppi tecnicisimi.

Il secondo punto forte del libro è la descrizione dei personaggi. Leggendo le indagini del maggio Aldo Morosini sembra di sopportare con lui il torbido caldo, di impazzire dinnanzi ad un indagine dai risvolti imprevisti e fare il tifo per Aldo nei momenti in cui deve combattere donne, responsabili e un mondo fatto di esperienze diverse dal suo stile di vita.

In mezzo a tutto la conferma che il "mal d' Africa" esiste veramente.

Morire è un attimo è un romanzo che da spazio alla comicità, alle indagini, alla descrizione degli eventi socio-culturali del tempo e ad una guerra contro il negus che man mano si fa sempre più vicina.

Consiglio questo romanzo a tutti perché esperienze del genere non capitano tutti i giorni.

Nel frattempo io mi fiondo sul secondo libro dell’autore dal titolo “Una Donna Di Troppo”

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Morire è un attimo 2008-12-09 16:09:08 Mara
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Mara Opinione inserita da Mara    09 Dicembre, 2008
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Morire è un attimo

Il maggiore Aldo Morosini dei Carabinieri è in servizio a Massaua, città dove, alla vigilia della guerra con l'Abissinia, vengono commessi due efferati delitti. Un noto imprenditore e un impiegato di banca vengono, infatti, trovati decapitati.

Il maggiore comincia così la sua caccia all'uomo, tra false piste, una passione di gioventù, il caldo opprimente, le pressioni delle autorità e la corsa finale all'inseguimento dell'assassino.

Giorgio Ballario, sa come catturare l’attenzione del lettore con la sua prosa travolgente e asciutta: già dalle prime pagine si è immersi nella storia e non si può fare a meno di proseguire la lettura, trascinati dall’avventura, per scoprire il colpevole.

I personaggi sono ben caratterizzati e, per fortuna, non ci sono supereroi senza macchia e senza paura.

Un grande noir, dove si respira il fascino di un periodo storico dimenticato e poco conosciuto.

Buona lettura:)

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Morire è un attimo 2008-10-19 02:23:21 Luciana
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Luciana Opinione inserita da Luciana    19 Ottobre, 2008
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Morire è un attimo

L'ho letto tutto d'un fiato. E' il classico libro che, una volta iniziato, non lo molli più fino alla fine, fino a quando non ti accorgi di essere proprio come dice Seneca: "Come puoi ritenere che abbia molto navigato uno che una violenta tempesta... lo ha sbattuto di qua e di là...? Non ha navigato molto, ma è stato sballottato molto." E, infatti, l'indagine del maggiore Morosini porta il lettore di qua e di là, tra momenti drammatici, romantici e nostalgici. Leggendo c'è anche il gusto di riscoprire un'Italia antica, quell'italietta degli anni '30 che giocava a fare la grande in Europa, risultando solo verbosa e ridicola.

Ho avutro, però, l'impressione che questo libro non può essere frutto solo di ricerche storiche. Non potrebbe essere che tu abbia sentito per molti anni dei racconti sull'Eritrea italiana, e hai deciso di descriverli così bene nel libro? Chissà!

Splendida la copertina che mescola il colore al bianco e nero. L'unico appunto che faccio è sulla moglie del primo defunto che, secondo me, esce di scena troppo presto; forse era meglio dire al lettore che fine fa una volta scoperta la verità su di lei.

Comunque, è una lettura piacevole e appassionante.

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Morire è un attimo 2008-06-08 08:06:25 piera
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Opinione inserita da piera    08 Giugno, 2008

morire e' un attimo

Difficile ed arduo compito quello di riportare il

lettore cosi' indietro nel tempo. Lo scrittore riesce bene nel suo intento. Il suo personaggio Aldo Morosini, maggiore dei Carabinieri, diventa il nostro compagno di viaggio e ci porta per mano in una piacevole lettura fatta di descrizioni attente, quasi maniacali, dei luoghi che fanno ben cogliere il profumo esotico dell'Eritrea.

Il racconto delle vicissitudini del maggiore Morosini scorre chiaro e piacevole fino all'ultima pagina.

Un "noir" che ti mette decisamente sul gusto di poter sapere qualcosa di più di questo nuovo personaggio, di poterlo conoscere più a fondo magari, come ben spero, nella sua prossima avventura!

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Vasquez Montalban,Markaris,Mankell
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Morire è un attimo 2008-05-31 03:43:49 Ferdinando
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Opinione inserita da Ferdinando    31 Mag, 2008

Morire è un attimo

Ottimo noir di ambientazione coloniale. Forse parte un po' lento, ma acquista ritmo dopo i primi capitoli. Buono l'intreccio giallo e ottima la descrizione storica del periodo e della società delle colonie africane d'Italia. Il romanzo conferma che anche guardando alla nostra storia nazionale si possono trovare eccellenti spunti narrativi.

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L'ottava vibrazione di Lucarelli; Vazquez Montalban; Tempo di uccidere di Flaiano; Petros Markaris
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Morire è un attimo 2008-05-26 22:00:24 carol
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Opinione inserita da carol    27 Mag, 2008

Morire è un attimo

Si legge d'un fiato. Bello! Reale, oltre che avvincente. Uno scorcio degli anni trenta, nell'Africa italiana, in un periodo generalmente ignorato. Vale la pena leggerlo!

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Morire è un attimo 2008-05-26 07:17:44 carla casabassa
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Opinione inserita da carla casabassa    26 Mag, 2008

Morire è un attimo

Ho letto il libro in una sola sera. Trovo molto nuovi il tempo e soprattutto il luogo dove si svolge l'azione. Il giallo è ben congeniato, e in particolare è molto ben resa l'atmosfera di provvisorietà e di noia in cui, presumibilmente, vivevano i militari in colonia. Il carattere del personaggio principale è a tutto tondo, e spero di ritrovarlo in un sequel

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