Mentre la mia bella dorme
Letteratura italiana
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Rabbia e risentimento
In copertina c’è lo splendido disegno stilizzato di una donna incinta, la protagonista, che si impara a conoscere dalle prime pagine come donna arrabbiata. Non c’è niente in lei di dolce, di femminile, di delicato, anche se aspetta una bambina. Nel romanzo decide di far luce, da sola, su un suicidio che per lei non è tale e si muove in mezzo a personaggi obliqui, arrivando a scoprire la verità. E’ una protagonista arrabbiata col mondo, è un personaggio sgangherato, la cui bussola è l’intuizione. Lo stile scelto dall’autrice è giovane, fresco, a scatti, forse fin troppo volgare; non è uno stile che apprezzo, ma con questo modo di scrivere ha tratteggiato bene il carattere che voleva imprimere alla protagonista, eccessiva, inopportuna, che solo nelle ultime pagine offre un’ombra di sensibilità nel sentirsi parte del mondo, nel vivere la pioggia e nel percepire le sfumature del blu notte.
Indicazioni utili
Rossana, andiamo a berci un caffè?
Rossana Campo è una delle mie scrittrici preferite. L’ho scoperta per caso, un giorno in cui non mi girava molto bene ed entrando in libreria mi è caduto l’occhio tra le pagine sconnesse che raccontavano di una tipa incavolata con mezzo mondo. Così, ogni volta che pure io prendo a disconoscermi nel tran tran quotidiano, o inizio ad avvertire quel sinistro senso di solitudine della gente in mezzo a tanta gente, o ancora mi pare di provare quell’insofferenza di barcamenarmi nell’entusiasmante e bello ma pur sempre difficile ambito delle relazioni umani, mi scelgo una Rossana Campo a caso e me no sto lì con lei il tempo utile a rinsavire.
Il punto è che Rossana o la odi o la ami. E per due motivi essenziali:
- Il primo, è lo stile: assolutamente progressista, con una punteggiatura ricca nei periodi ma quasi inesistente nei dialoghi, che richiama senza mezzi termini il linguaggio parlato e che rispetta pressappoco i neo-standard della lingua italiana ma stabilendo proprie regole. Tutte robe che hanno a volte portato la critica ad urlare che la Campo e gli altri scrittori come lei (definiti “Cannibali”) non sanno affatto scrivere.
- Il secondo, sono le sue protagoniste: sempre donne; adolescenti, croniste, scrittrici, squinternate che si spostano da un paese all’altro per ritrovare la loro identità, tradite, abbandonate, magari portate all’autodistruzione, a volte anche sboccate, ma sempre vere! Sempre dotate di quel senso di cruda autoironia che le induce a tirarsi fuori dalle situazioni negative e a vederci chiaro negli altri ed in questa vita che comunque vale sempre la pena di essere vissuta.
Ed anche in “Mentre la mia bella dorme”, si viene catapultati a tu per tu con questa giornalista di cronaca nera che si ritrova ad indagare sull’apparente suicidio di una ragazza conosciuta nel suo palazzo. Non ha nome la protagonista, come quasi tutte le protagoniste dei romanzi della Campo, ma ci si entra in confidenza fin dalle prime righe. Perché è lei a raccontarci l’intera vicenda, lei che è incinta di un tipo dileguatosi davanti alle sue responsabilità e a cui vorrebbe spaccare la faccia, ma che non si arrende nonostante le sue ricerche la conducano nelle esistenze di soggetti instabili e a loro volta sfiancati da grovigliosi segreti.
Forse per chi ha ambizioni di scoprirci un vero e proprio thriller o addirittura un giallo secondo i canoni, questo libro potrà risultare deludente. Ma per chi come me gradisce una forma di scrittura alternativa e soprattutto non disdegna una letteratura leggera ma a suo modo profondamente riflessiva dell’indole più noir dell’animo umano e del mondo che ci circonda, senza troppi fronzoli né attese di lezioni etiche, allora mi sento vivamente di consigliare il titolo in questione e tutti gli altri romanzi di questa autrice non propriamente ai vertici delle classifiche.
Per quanto mi riguarda, uno dei miei sogni è che la Campo un giorno legga questa recensione e accetti il mio invito ad andare a berci un caffè insieme in un bar piccolo e affollato di gente, proprio come succede nei suoi libri. Così, per parlare del più e del meno e per poterla finalmente conoscere. Non sarà da premio Nobel ma per me Rossana rimane un mito!