Le verità spezzate
Letteratura italiana
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Le luci e le ombre del tempoe
Dopo una decina di gialli con l'autore televisivo Carlo Monterossi e la sua variopinta compagnia e una quindicina di romanzi, Alessandro Robecchi ci propone questa nuova storia, un incontro tra un passato da dimenticare e un presente che pone non pochi interrogativi. Il protagonista è un anziano regista, Manlio Parrini, ormai settantenne, autore di un film celebratissimo e famoso, premiato più volte, "Le verità spezzate", tanto da garantirgli per anni e anni la fama di "Maestro" del cinema. Ora Parrini vive nella comoda e ben arredata dependance della villa di un vecchio amico, un ricco industriale che, prima di morire, gli aveva ceduto la proprietà dell'abitazione per una cifra esigua. Ha un sogno: tornare dietro la macchina da presa per un altro film, un film speciale su un personaggio degli anni '30, Augusto De Angelis, pioniere del giallo italiano con una serie dedicata al commissario De Vincenzi. De Angelis ha avuto vita difficile, in anni in cui il regime fascista esercitava la censura: meglio non scrivere di ebrei, il dialetto vietato, i suicidi ere meglio interpretarli come morti improvvise, niente americanate ... Ogni scritto era supervisionato, consigli e certi avvertimenti non mancavano, tutto era sotto rigidi controlli : anche la morte in ospedale del povero De Angelis, dopo un pestaggio subito sul lungolago di Bellagio, era un caso mai risolto, archiviato troppo in fretta.
Parrini si mette con rinnovato entusiasmo a preparare il suo nuovo film. Il fascismo è un brutto ricordo del passato, ora le cose sembrano cambiate, certe libertà sembrano ormai assicurate. Ma ecco che un altro giallo viene a irrompere nella sua vita: la vecchia vedova del padrone della villa viene trovata strangolata, evento che muove indagini minuziose e che portano alla luce attività immobiliari truffaldine della vittima, complice il nipote, noto rampollo di un potente politico. Le indagini andranno per le lunghe, altri personaggi sulla scena del delitto andranno di mezzo, la verità dovrà attendere per farsi strada.
Anche il film troverà difficoltà a trovare un produttore italiano serio e capace. Vorranno imporre a Parrini sceneggiature di comodo e attori non adatti al punto tale da costringere il nostro irriducibile regista, ben coadiuvato da una brava amica sceneggiatrice, a cercare aiuto in Francia, dove troverà produttori più capaci e preparati.
Parrini scoprirà anche le vere cause della morte di De Angelis, una vendetta politica, tenuta per anni nascosta. un delitto d'altri tempi, la cui matrice verrà finalmente alla luce nel nuovo film a produzione francese.
Un bel romanzo: Robecchi, come insegna il titolo, ci conferma che non esiste una verità assoluta. "Non è che le verità si spezzano" pensa Manlio Parrini " ma che le verità non ci sono, non esistono, semplicemente ... le verità che conosciamo sono quelle che ammettiamo come tali, che noi decidiamo siano verità". Tutti subiamo condizionamenti, ieri come oggi: li aveva subiti il giallista De Angelis, come continua a subirli oggi il regista Parrini, costretto ad espatriare per produrre il suo nuovo film Perchè, come insegna la Storia, è necessario cambiare tutto perchè tutto resti, più o meno come prima.
Lo stile del narratore è avvolgente, ad ampio respiro: Robecchi ama indugiare sui particolari, sugli stati d'animo, costruendo pagina dopo pagina una storia che ci parla di tempi bui e di rinascita, con luci ed ombre sapientemente dosate, e di un protagonista, il regista Manlio Parrini, che di luci ed ombre se ne intende parecchio, convinto più che mai che la "la verità", come scriveva Franklin D.Roosevelt nel '36. " si scopre solo quando gli uomini sono liberi di cercarla".
Indicazioni utili
Ma quante storie!
Alessandro Robecchi è autore per Sellerio dei romanzi che hanno come protagonista Monterossi.
La sua peculiarità, oltre al saper scrivere bene, è saper mettere il lettore su tante strade, o diversi punti di vista, che conducono e convergono in un solo punto , quello risolutivo della storia. Una trama sempre articolata, ma comunque lineare e precisa, dove non si perde un dettaglio e dove tutto torna.
In questo romanzo Robecchi si stacca dal suo, e nostro, amato Monterossi, e ci racconta una storia, anzi due, e forse tre.
Il famoso regista Manlio Parrini, dopo il suo ultimo film, che gli aveva dato la fama, abbandona improvvisamente il cinema, come se non avesse più niente da dire. Ma sull’orlo ormai dei settant’anni suonati gli viene l’idea di fare un film su uno scrittore di libri gialli, realmente esistito, al tempo del fascismo in Italia, Augusto De Angelis, la cui morte violenta è una sorta di cold case che sa di ingiustizia e censura di regime.
I suoi produttori sono ben felici di realizzare il film, ma mettono delle condizioni, vogliono scegliere il cast e rivedere la sceneggiatura e sottoposto a queste pressioni, Parrini perde la passione perchè non si sente libero di esprimersi come vorrebbe.
Questo è l’unico anello che unisce le due storie, quella del regista nel presente e quella di De Angelis nel passato, la libertà di espressione dell’artista, l’uno oppresso dal regime del ventennio l’altro dalle leggi del mercato moderno.
Come se non bastasse si aggiunge una terza storia che dovrebbe dare al libro la caratteristica del giallo: nella villa accanto accanto a quella di Parrini avviene uno strano omicidio, l’anziana vedova e proprietaria viene misteriosamente uccisa. Un delitto d’altri tempi che a Parrini ricorda proprio un romanzo di De Angelis.
E questo è lo spunto (un po' posticcio), che dovrebbe dare suspence e significato, ma che sorprendentemente (e ripeto non è da Robecchi), risulta solo del tutto scollegato dal resto.
In sostanza queste tre storie sono precariamente tenute insieme dall'unico messaggio del libro, ossia la censura dell'artista, un messaggio che oltretutto non è urlato e non arriva forte e chiaro, ma occorre leggerlo attentamente tra le righe.
Sono rimasta sinceramente delusa, Il tutto mi è sembrato un po’ pretestuoso, come a voler cavalcare l’onda, ma controcorrente, in modo da arrivare ad una certa élite culturale e fare un po’ di clamore.
Peccato, avevo altre aspettative.