Narrativa italiana Gialli, Thriller, Horror La verità dell'Alligatore
 

La verità dell'Alligatore La verità dell'Alligatore

La verità dell'Alligatore

Letteratura italiana

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L'Alligatore è un ex cantante di Blues. Ingiustamente condannato a sette anni di carcere, gli è rimasta addosso la fragilità degli ex dete­nuti e l’ossessione della giustizia. Ha messo a frutto le sue «compe­tenze» e le sue conoscenze nella malavita divenendo un investigato­re molto particolare: più a suo agio nel mondo marginale ed extra legale che tra poliziotti e magistrati, ricorre volentieri all’aiuto di strani «personaggi», primo fra tutti Beniamino Rossini, un malavitoso milanese con il quale ha stretto una bella amicizia malgrado le differenze culturali e di temperamento. I due intuiscono presto che gli omicidi di due donne, imputati a un povero tossico, sono in realtà maturati nei corrotti ambienti di una certa bor­ghesia di provincia...



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La verità dell'Alligatore 2021-05-22 22:56:56 cesare giardini
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    23 Mag, 2021
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Investigando il marcio viene a galla

E’ uno strano giallo che si legge piacevolmente, anche se richiede molta attenzione e buona memoria, data la complessità della vicenda. L’ambiente è quello della periferia di Padova, una periferia popolata da malavitosi, spacciatori, trafficanti di vario genere: tra questi, ecco l’io narrante, Marco Buratti, ex detenuto per colpe non sue, per tutti l’alligatore. Naviga abile e silenzioso, ascolta, memorizza, occupato a fornire notizie riservate a studi legali ed a svolgere per gli stessi indagini di ogni tipo. Tutto origina dalla scomparsa, in libertà vigilata, di un detenuto, Alberto Magagnin, accusato dell’ omicidio di una donna probabilmente non commesso. Il suo avvocato lo cerca, incaricando il Buratti di svolgere indagini per tentare di rintracciarlo. Ed ecco il fattaccio: una giudice dalla vita privata non irreprensibile, Piera Belli, viene assassinata durante un festino sadomaso , partecipanti proprio il Magagnin ed un tizio mascherato. Buratti si attiva, indaga con l’aiuto di un amico fidato, Beniamino Rossini, vecchia malavita milanese e rapinatore di professione, scoprendo pian piano sempre nuove relazioni e fatti che mettono addirittura in pericolo la sua vita. Il Magagnin muore per overdose, è considerato l’autore del delitto (che non ha commesso), la vicenda giudiziaria sembra conclusa ma i due soci non si arrendono, continuando le loro indagini private con l’intento di rendere giustizia al malcapitato accusato ingiustamente. Particolare macabro: i due, per non rendere pubblica la morte dello scomparso, ne congelano il cadavere in un frigo, riservandone il ritrovamento alla fine. Allora, chi ha fatto fuori la giudice sporcacciona e quell’altra donna per il cui assassinio era finito in galera Magagnin? Per la giustizia può essere solo il Magagnin, per i nostri due investigatori naturalmente no. Ed ecco che, indagando, emergono personaggi insospettabili: un medico legale famoso, un avvocato maneggione della Padova intrallazzona, ambedue soci dei Cavalieri dell’Ordine di Santa Costanza, un’associazione che raccoglie tutto il marcio di Padova, con affiliati nel mondo politico, finanziario, giudiziario e militare. Ma non basta: ci sono di mezzo anche i rampolli delle altolocate famiglie, emergono rivalità e vendette, confessioni estorte sotto minaccia e registrate. I veri colpevoli tentano di eliminare Buratti e socio, ma i camorristi incaricati della bisogna finiscono male, due metri sotto terra. Riappare, riesumato, il cadavere di Magagnin, con tanto di cassetta con registrazioni compromettenti in pugno. Per i delinquenti altolocati è finita, Magagnin è riabilitato, sia pure post mortem.
Che dire? Il romanzo non ha pause, ti prende comunque, anche se traspaiono qua e là incongruenze e situazioni apparentemente inverosimili. La tensione c’è, anche se allentata da troppo lunghe relazioni mediche e giudiziarie. Lo stile è stringato, essenziale. Il fatto poi che il libro non sia suddiviso in capitoli ma in pochi lunghi blocchi rende la lettura un po’ faticosa. Stona, nel contesto de romanzo e in contrasto con il comportamento dei due investigatori, l’uccisione a freddo dei malavitosi incaricati di farli fuori: il lettore non si aspetta di immaginarli in veste di assassini (forse giustizieri?).
Comunque, accanto alla comune malavita dei poveri cristi, costretti a sbarcare il lunario con traffici più o meno leciti, il giallo squaderna anche un’altra malavita, ben più potente, forse meno evidente ma più sicura della propria impunità, quella dei colletti bianchi, che infiltra i livelli più alti della cosiddetta società civile con un elevato potere corruttivo. E questo il libro di Carlotto lo dimostra benissimo.

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La verità dell'Alligatore 2013-10-02 08:58:05 marlon
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marlon Opinione inserita da marlon    02 Ottobre, 2013
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Quis custodiet ipsos custodes ?

Padova, anni ’90 . ITALIA NERA …..
Marco Buratti, conosciuto in città come l’Alligatore, è un ex cantante blues reinventatosi detective. Dopo aver scontato ingiustamente 7 anni di carcere, Marco ormai conosce ogni personaggio della mala locale e non. 7 lunghi anni passati a far da tramite tra delinquenti, mafiosi, apparati dello stato ecc. Una sorta di mediatore grazie alla sua estraneità e neutralità nei confronti del mondo carcerario. Una volta libero l’Alligatore viene interpellato o ingaggiato per i casi più disparati. Grazie alle sue conoscenze i clienti si assicurano delle indagini accurate nel fitto sottobosco urbano …
Beniamino Rossini ,amico fidato dell’Alligatore, è un criminale vecchio stampo di un’ Italia che non c’e’ più. Milanese, di mezz’età, con metodi alquanto sbrigativi, accompagnerà il protagonista nella ricerca di un disperato. Ricerca che porterà i due ad imbattersi in un omicidio ed un cold case, tra bottiglie di calvados vuote, portaceneri pieni e bar malfamati …
Sarà un viaggio fantastico nel nero mondo della borghesia marcia, degli apparati dello stato corrotti, della criminalità al soldo dei potenti, della perversione umana e della vendetta. Le colpe dei padri ricadono sui figli ? Beh, a volte i figli si arrabbiano ….
Quis custodiet ipsos custodes ? Purtroppo la legge degli umani ci insegna che la malagiustizia potrebbe accompagnarci ancora per molto,molto tempo. Ce lo fa capire l’autore in queste 200 pagine scorrevolissime ed interessanti, dove i delinquenti impallidiscono di fronte alla corruzione ed alla perversione di chi dovrebbe ritenersi fortunato ad avere una vita agiata o una posizione privilegiata. Non ci sono alibi , non ci sono scusanti. Da leggere …
p.s.
Curiosa l’incursione finale del movimento Luther Blissett ……!!!

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La verità dell'Alligatore 2013-08-31 08:21:36 Ginseng666
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Ginseng666 Opinione inserita da Ginseng666    31 Agosto, 2013
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La macchia sul cuore...

Questo è un libro della mia biblioteca e ricordo di averlo visionato un po' di tempo fa.
E' la storia di un ex cantante di blues, condannato ingiustamente e che si è fatto 7 anni di carcere senza aver compiuto alcun reato.
Questa dolorosa vicenda incide profondamente nel suo animo rendendolo diffidente nei confronti delle forze dell'ordine, ossessionato dalle problematiche della giustizia, come da una peste bubbonica da evitare ad ogni costo.
Si porta nel cuore...la macchia dell'ingiustizia subita.
Diventa un investigatore, denominato "L'alligatore".
Non trovandosi a suo agio con poliziotti e magistrati preferisce la collaborazioni di personaggi della malavita...timoroso di rimanere ancora impigliato nelle maglie inflessibili della giustizia..
L'alligatore si occuperà dell'omicidio di due donne, giungendo faticosamente alla soluzione del caso con l'aiuto di un personaggio torbido, della malavita.
Gli intrighi del caso lo porteranno alla convinzione che la spiegazione non è semplicistica, ma in realtà agganciata alla borghesia, insosteppetabile all'apparenza, ma in realtà capace di ogni turpitudine illegale.
La figura di questo investigatore, anomalo nel comportamento e nei tratti caratteriali,
riveste un'innovazione strutturale nella storia della letteratura gialla.
Nell'umanità disarmata dell'alligatore possiamo scorgere con disappunto tutte le carenze di una giustizia che a volte si accontenta di visionare le apparenze...
Di quella giustizia che arresta un uomo per il furto di una mela e lascia i delinquenti più feroci in giro solo perchè hanno buoni avvocati...e si potrebbe continuare ancora nella polemica..
Mio limito ad affermare che la giustizia è non è uguale per tutti, ma rimane a voklte misteriosa nelle sue complicate valutazioni...
Consigliato.
Saluti.
Ginseng666

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Il Commissario Montalbano..
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