La stazione La stazione

La stazione

Letteratura italiana

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Milano, aprile 2003. Riccardo Mezzanotte, un giovane ispettore dal passato burrascoso, ha appena preso servizio nella Sezione di Polizia ferroviaria della Stazione Centrale. Insofferente a gerarchie e regolamenti e con un’innata propensione a ficcarsi nei guai, comincia a indagare su un caso che non sembra interessare a nessun altro: qualcuno sta disseminando in giro per la stazione dei cadaveri di animali orrendamente mutilati. Intuisce ben presto che c’è sotto più di quanto appaia, ma individuare il responsabile si rivela un’impresa tutt’altro che facile. Laura Cordero ha vent’anni, è bella e ricca, e nasconde un segreto. In lei c’è qualcosa che la rende diversa dagli altri. È abituata a chiamarlo “il dono” ma lo considera piuttosto una maledizione, e sa da sempre di non poterne parlare con anima viva. Ha iniziato da poco a fare volontariato in un centro di assistenza per gli emarginati che frequentano la Centrale, e anche lei è in cerca di qualcuno: due bambini che ha visto più volte aggirarsi nei dintorni la sera, soli e abbandonati. Nel corso delle rispettive ricerche le loro strade si incrociano. Non sanno ancora che i due misteri con cui sono alle prese confluiscono in un mistero più grande, né possono immaginare quanto sia oscuro e pericoloso. Su tutto domina la mole immensa della stazione, possente come una fortezza, solenne come un mausoleo, enigmatica come una piramide egizia. Quanti segreti aleggiano nei suoi sfarzosi saloni, nelle pieghe dolorose della sua Storia, ma soprattutto nei suoi labirintici sotterranei, in gran parte dismessi, dove nemmeno la polizia di norma osa avventurarsi? Per svelarli, Mezzanotte dovrà calarsi nelle viscere buie e maleodoranti della Centrale, mettendo a rischio tutto ciò che ha faticosamente conquistato. Al suo ritorno in superficie, non gli sarà più possibile guardare il mondo con gli stessi occhi e capirà che il peggio deve ancora venire.



Recensione della Redazione QLibri

 
La stazione 2022-02-22 10:02:50 sonia fascendini
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    22 Febbraio, 2022
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Milano sotterranea

De Michelis col suo romanzo d'esordio immagina che al di sotto della stazione centrale di Milano ci siano delle comunità sconosciute agli abitanti di sopra. Queste civiltà a sé stanti sono più di una e formano una stratificazione sempre più sconosciuta e misteriosa man mano che ci si avvicina al centro della terra. Protagonisti principali del romanzo sono Cardo: un ispettore della Polfer finito nella più grande stazione di Milano, come punizione per avere denunciato alcuni colleghi corrotti. Tormentato per la retrocessione dalla squadra omicidi alla ferroviaria e per l'omicidio del padre avvenuto in circostanze poco chiare e dopo che avevano roto i rapporti, Cardo fatica ad adattarsi alle regole e tende a prendere iniziative anche contro l'espresso divieto dei suoi superiori. Sua compagna di avventure è Laura una giovane volontaria del centro di assistenza della stazione, dotata di uno strano dono che le consente di sentire come se fossero suoi i sentimenti e le emozioni di chi le sta vicino.
Tra i due: giovani e belli scatta l'inevitabile storia d'amore, che però non riesce a renderli del tutto sinceri l'uno con l'altro e a svelare tutti i loro segreti. Per proprio conto e seguendo piste diverse i due scoprono il mondo sotterraneo sotto la stazione e si mettono in guai più grossi di loro.
Questo romanzo mi è piaciuto molto all'inizio, quando sembrava si trattasse di un giallo. Una serie di animali trovati straziati in diversi punti della stazione, sembra infatti preludere alla presenza di un serial killer. Poi le cose si complicano, man mano che si scoprono nuovi livelli di vita nel sottosuolo e ci si mettono di mezzo dapprima la magia, con riti, santoni e quant'altro. Infine, tanto per non farsi mancare nulla, arriva anche in complotto di largo respiro che coinvolge anche i massimi vertici della polizia meneghina. Rapimenti, fughe rocambolesche, sparatorie, si mischiano a interventi per così dire divini.
Per il mio gusto l'autore ha messo troppo in questo libro. L'idea mi è piaciuta molto: mi ha intrigato immaginare che una stazione di cui la maggior parte conosce solo un livello, invece ne abbia molti altri, sia salendo verso l'alto che scendendo verso il basso, e ancora altri ne abbia a seconda se viene vissuta di giorno o di notte. Poi però ci si devono porre dei limiti e decidere in che direzione andare, per come è strutturato questo libro, nonostante sia scritto molto bene, in modo chiaro e lineare diventa faticoso stare dietro a tutto. Questo bel mattone da oltre ottocento pagine avrebbe potuto essere diviso in due volumi, e non lo dico perché manchi di logica o perché in fin dei conti la storia risulti slegata o le vicende buttate lì tanto per occupare spazio. Semplicemente trovo che a volte aggiungere non sia necessariamente la strada migliore.

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La stazione 2022-05-05 13:21:25 Luigi Brambilla
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Opinione inserita da Luigi Brambilla    05 Mag, 2022

Mah!

Come si fa a mettere insieme, nella stesso racconto, scontri padre-figlio, riti vudù a Milano (!), tratta della prostituzione, assassini seriali, camice nere di allora e di oggi, storie di corna tra colleghi, speleologia urbana, tesori nascosti, l'olocausto, animali fantastici, possessione, bambini fantasma, senzatetto, volontariato? Si scrive un tomo di 800 pagine e oltre come questo, La stazione.
Il romanzo parte bene, la parte giallo/thriller è anche intrigante, ma poi... Ma poi si perde. Per riempire il numero esagerato di pagine il tutto perde di credibilità. Tutte, ma proprio tutte le vicende narrate confluiscono in una trama unica che non so se definire più demenziale che improbabile. Il romanzo ha almeno quattrocento pagine di troppo, poteva restare un buon horror con le vicende del fantasma, oppure un giallo con la storia del presunto tesoro del gioielliere o anche della tratta della prostituzione e dei riti che legano povere donne agli sfruttatori, persino fare denuncia sociale con la storia dei dimenticati ed abbandonati, i senzatetto.
Invece no, diventa un fantasy, quasi alla Neil Gaiman (ha molti punti in comune con Nessun dove), solo che quello ha 300 pagine e nessuna velleità realistica, e lo dichiara.
Insomma, La stazione: tempo e soldi buttati.
Consigliato solo se non si ha sottomano nient'altro.

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