Narrativa italiana Gialli, Thriller, Horror La stagione della caccia
 

La stagione della caccia La stagione della caccia

La stagione della caccia

Letteratura italiana

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La vicenda, lontanamente ispirata a un caso di cronaca dell'epoca, gravita intorno ad una serie di morti che, negli anni ottanta dell'Ottocento, vanno in breve tempo a decimare una decaduta famiglia dell'aristocrazia vigatese: dapprima il nonno novantenne muore suicida, quindi è la volta del nipote ventenne e un po' svanito che finisce avvelenato dai funghi, poi è la madre di quest'ultimo che impazzisce e si lascia morire di fame... Tutte morti che, se non proprio naturali, appaiono comunque agevolmente spiegabili: soltanto ad anni di distanza si verrà a sapere chi, come e perché aveva "aiutato" la natura e gli eventi a seguire il loro corso.



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La stagione della caccia 2015-07-12 21:32:47 GPC36
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GPC36 Opinione inserita da GPC36    12 Luglio, 2015
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Tragedia al circolo dei nobili di Vigata

A Vigata si verifica una anomala sequenza di decessi, seguita da una strage con quattro morti in un colpo: una nuova sfida per Montalbano? No, perché il commissario non era ancora nato né come personaggio, visto che questo romanzo di Camilleri è stato scritto nel 1992, quindi antecedente a “La forma dell’acqua”, il primo libro in cui compare la figura del commissario; né soprattutto per l’anagrafe, poiché “La stagione della caccia” si svolge nella Vigata del 1880.
Avendo un ricordo molto positivo della prima lettura l’ho ripescato dalla zona della libreria dedicata a Camilleri, dove giaceva da almeno due decenni, alla ricerca di un libro piacevole per le letture o riletture estive.
La scelta ha confermato il divertimento del primo incontro con uno dei migliori libri dello scrittore siciliano, anche se mi è mancato, ovviamente, il colpo di scena finale che, alla precedente lettura, avevo trovato all'altezza dei migliori gialli. Se il contesto geografico è quello di Vigata, il racconto ci porta nella realtà sociale ed urbana del periodo storico immediatamente successivo all'unificazione italiana. Dopo una serie di morti "naturali"che colpiscono la famiglia di un marchese locale, la vicenda vira repentinamente in un giallo-nero, che sconvolge la monotona quotidianità del "Circolo dei nobili" di Vigata. La concatenazione degli eventi luttuosi sarà svelata, come da regola dei libri gialli, nelle pagine finali, ma non grazie alle indagini di qualche soggetto preposto a tale compito.
Entra in scena, per uscirne in sequenza, una serie di personaggi, descritti con graffiante ironia, divertenti figurine che fanno da contorno alla storia di una caparbia infatuazione. Il racconto, in cui abbondano episodi boccacceschi, è narrato con lo stile che é proprio di Camilleri: in questo libro nel siculo- italiano, che è una sua esclusiva, la componente siciliana è più marcata rispetto a romanzi successivi, tanto che nella citazione di piante o di animali si vorrebbe disporre di un glossario.
Dopo la lettura si veda la nota finale in cui Camilleri racconta quale episodio storico gli ha fornito lo spunto per il romanzo: a dimostrazione che alla creatività basta uno stimolo da poco per elaborare una bella trama.

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I romanzi di Camilleri dedicati alla Vigata pre- Montalbano
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La stagione della caccia 2014-06-04 16:40:58 Sydbar
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Sydbar Opinione inserita da Sydbar    04 Giugno, 2014
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La stagione della caccia

La stagione della caccia è un romanzo pubblicato nel 1992 e seppur non rientrante nel filone che ha per protagonista Montalbano dovrebbe, a parere dello scrivente, essere collocato tra le vette letterarie di Andrea Camilleri.
Un'opera sopraffina che affascina fino all'ultima pagina e che trae ispirazione a detta dello stesso autore da: l'Inchiesta sulle condizioni sociali ed economiche della Sicilia (1875-1876).
La trama narra di strane morti che colpiscono i componenti di un'altolocata famiglia di Vigata, località di fantasia in cui sono ambientati tantissimi romanzi di Camilleri, per la causa delle cui morti nessuno si fa nascere alcun sospetto...
Una storia dalla trama semplice eppur geniale, mi ha rimandato il pensiero allo stile di una Agatha Christie in salsa trinacriana, ambientato in una Sicilia del XIX° secolo appena dopo l'unità d'Italia, una lettura piacevolissima che mi ha fatto sentire a mio agio nel leggere.
La stagione della caccia è divertente, ammaliante, sottile, acuto nell'ingegnosità, di facile comprensione, ironico e avvilente nel drammatico finale, un finale in cui non c'è pentimento, non c'è perdono, ma per cosa poi? Vi invito a leggerlo e fare le vostre considerazioni.
Mentre mi addentravo nella lettura di questo libro mi sono posto il dubbio se Camilleri abbia ideato una nuova lingua letteraria, il Camillerese come dice una mia cara amica, un dialetto siculo ma riadattato e personalizzato. Potrebbe essere Camilleri il nuovo Dante della Sicilia? Ai posteri l'ardua sentenza diceva il Manzoni.
Buona lettura a tutti.
Syd

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Tutto il repertorio Camilleri e tutti quanti hanno voglia di leggere qualcosa di veramente piacevole
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