La rete di protezione La rete di protezione

La rete di protezione

Letteratura italiana

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Vigàta è in subbuglio: si sta girando una fiction ambientata nel 1950. Per rendere lo scenario quanto più verosimile la produzione italo-svedese ha sollecitato gli abitanti a cercare vecchie foto e filmini. Scartabellando in soffitta l’ingegnere Ernesto Sabatello trova alcune pellicole, sono state girate dal padre anno dopo anno sempre nello stesso giorno, il 27 marzo, dal 1958 al 1963. In tutte si vede sempre e soltanto un muro, sembra l’esterno di una casa di campagna; per il resto niente persone, niente di niente. Perplesso l’ingegnere consegna il tutto a Montalbano che incuriosito comincia una indagine solo per il piacere di venire a capo di quella scena immobile e apparentemente priva di senso. Fra sopralluoghi e ricerche poco a poco in quel muro si apre una crepa: un fatto di sangue di tanti anni fa, una di quelle storie tenute nell’ombra.



Recensione della Redazione QLibri

 
La rete di protezione 2017-06-04 10:57:15 lapis
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lapis Opinione inserita da lapis    04 Giugno, 2017
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Cosa significa proteggere?

Ultimata la lettura dell’ultimo capitolo della fortunatissima serie letteraria di Andrea Camilleri, la sensazione che mi pervade è quella di una soffusa e delicata malinconia. Il commissario Montalbano si avvia inesorabilmente verso la terza età ed è ormai difficile ignorare quel mormorio che sussurra silenzioso tra le righe la parola fine. Eppure, è impossibile non innamorarsi una volta ancora di questo autore novantenne che, ormai impossibilitato a scrivere, ha ancora voglia di raccontarci il mondo. E di questo splendido personaggio che, nonostante gli acciacchi e la stanchezza, si appassiona sempre come un bambino a “quella matassa 'ntricata che è l'anima dell'omo in quanto omo”.

Sullo sfondo comico e coloratissimo di una Vigata diventata per l’occasione set di una fiction italo-svedese ambientata negli anni Cinquanta, prendono vita due vicende apparentemente indipendenti. Da un lato, una storia che fonda il proprio mistero nelle pieghe del passato. L’enigma è racchiuso in sei vecchi filmini superotto ritrovati per caso nella soffitta dall’ingegner Ernesto Sabatello. Un muro ripreso ogni 27 marzo dal 1958 al 1963 a partire dalle ore 10.25 del mattino per una manciata di minuti. Ma quale oscura ragione avrebbe spinto il padre dell’ingegnere a filmare un muro bianco per sei anni consecutivi?

Mentre Montalbano si lascia trasportare dalla curiosità di scoprire le passioni e le memorie celate dietro quel biancore, un’altra vicenda infiamma Vigata. La classe del figlio del vicecommissario Augello viene presa d’assalto da due uomini armati. Non ci sono vittime, solo minacce. Ma Mimì è nella classe, quel giorno, e per evitare il peggio, deve controllarsi, impedirsi di reagire alla violenza, proteggere. Anche a costo di sentirsi umiliato, di vedere gli occhi di suo figlio riempirsi di lacrime di vergogna. “Quanti modi di protezioni esistivano!”. Soprattutto al giorno d’oggi, in cui ci si sente minacciati da tutto, da ciò che si conosce e ancor di più da ciò che non si conosce, come le orde di persone che arrivano dal mare parlando un'altra lingua e pregando un altro Dio.

Per comprendere cosa è davvero accaduto in quella scuola, Montalbano dovrà addentrarsi nei cunicoli di un mondo per lui oscuro, quello dei giovani. Un mondo di “picciotti” che stanno insieme senza parlare, con le mani che si muovono freneticamente sui tasti di un cellulare e le pupille a punta di spillo, perse nel loro personale “globo isolanti”. Un mondo senza barriere, fatto di social network, amicizie virtuali e interconnessioni, che invece è terreno fertilissimo proprio per disagio e solitudine.

Nonostante la storia sia sempre condita dai divertenti siparietti cui Camilleri ci ha abituato e da tutti quei piccoli dettagli che ci fanno sentire sempre “a casa”, queste due delicate vicende investigative sono profuse di malinconia e introspezione. Non ci sono vittime o spargimenti di sangue. Non ci sono colpi di scena o invenzioni narrative. È un romanzo dal ritmo pacato, di riflessione. Su un mondo che negli ultimi decenni si è completamente trasformato. Sulle emozioni umane, che invece rimangono sempre le stesse. E sul significato più profondo della parola protezione. Ed è bello anche così.

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La rete di protezione 2017-07-31 15:11:58 cosimociraci
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    31 Luglio, 2017
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Anonymous

Il romanzo è il primo a non essere scritto, ma solo dettato da Camilleri. Questo ci propone due storie parallele, due rebus, ai quali Montalbano, non con poca fatica ed immaginazione, riesce a trovare una soluzione.

Da un lato troviamo delle vecchie pellicole che, anno dopo anno immortalano sempre lo stesso muro, lo stesso giorno e alla stessa ora. Dall'altro troviamo un incursione, con tanto di pistole e maschere di Anonymous, in una scuola media.

Montalbano dovrà confrontarsi, quindi, con dei ragazzi di circa tredici anni? Camilleri evidenzia il gap generazionale in termini di linguaggio, mentalità ed aggiornamento tecnologico. Montalbano riuscirà ad immergersi in questo mondo inedito, non senza difficoltà e commettendo errori grossolani che gli provocheranno notti insonni.

Così l'indagine prosegue tra il profumo salato del mare e dei purpiteddri, e quello acre della polvere da sparo. Due rebus con due finali amari, scritti per gli amanti del giallo deduttivo.

Camilleri mi piace, mi piace molto da leggere. Il modo in cui svela, pagina dopo pagina il mio amato Sud, "che 'ntender no la può chi no la prova", forse annebbiano la mia capacità di giudizio?

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La rete di protezione 2017-06-10 16:45:10 cesare giardini
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    10 Giugno, 2017
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Le sorprese di un'ambigua rete di protezione.

E’ il primo romanzo che Camilleri detta, ed è quasi commovente leggere il fluire lento dei suoi pensieri e delle sue argomentazioni. Libero dalla fatica di scrivere o di battere tasti al computer, l’Autore sembra prediligere un’indagine più marcata e introspettiva sul carattere dell’amato commissario Montalbano, analizzandone più dettagliatamente le riflessioni ed il modus operandi. Più spazio alla vita casalinga, alle soste dall’amico Enzo ed addirittura ai rapporti con l’eterna fidanzata Lidia, alla quale Montalbano fa visita a Boccadasse durante un breve periodo di ferie. Il commissario comincia a sentire il peso degli anni e di una lunga onorata carriera. Ciò non gli impedisce di attivarsi con passione per due eventi, che caratterizzano l’ossatura del romanzo: l’irruzione in una classe di scuola media di due individui mascherati, che leggono uno strano proclama e fuggono sparando, e l’enigma rappresentato da una serie singolare di vecchi dvd con filmati che riprendono il muro bianco di un vecchio magazzino abbandonato da anni, sempre lo stesso, muto testimone di un fatto delittuoso avvenuto in un lontano passato. In ambedue i casi, ecco che emerge la parola chiave del titolo : protezione. Nel primo caso la protezione viene cercata disperatamente in internet da un ragazzino timido ed introverso ma espertissimo navigatore virtuale, perseguitato a scuola da una banda di bulli, con conseguenze disastrose e un tentativo di suicidio impedito all’ultimo da uno straordinario gesto di Montalbano. Nel secondo caso, la protezione si sublima in un estremo gesto d’amore di un fratello nei confronti del gemello disabile. Sembra che Camilleri voglia metterci in guardia sull’ambiguo significato della parola “ protezione”: in mani inesperte o interpretata in modo distorto, può condurre a risultati opposti. Acute le osservazioni dell’Autore, uomo esperto di mezzi di comunicazione, sui pericoli della rete: amplia enormemente le nostre conoscenze, ma ne limita l’approfondimento. Azzeccato il paragone con il mare: il sub va a fondo e scandaglia gli abissi, il navigatore affronta il mare aperto, ma solca solo la superficie senza curarsi di quello che si nasconde sotto il pelo dell’acqua. “La rete di protezione” è un romanzo, come al solito, ben costruito, che affronta con competenza temi quanto mai attuali in un contesto sociale e politico condizionato da tensioni e allarmismi: per alleggerire l’incalzare degli eventi, Camilleri introduce nel romanzo una nota di colore, rappresentata da una troupe televisiva svedese che sceglie proprio Vigata come teatro di una fiction, con tanto di gemellaggio, festeggiamenti e incontri culinari… In una nota finale, Camilleri non dimentica di esternare la sua gratitudine a “Valentina”, per “quello che lei sa”.

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I romanzi di Andrea Camilleri.
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La rete di protezione 2017-06-01 17:39:33 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    01 Giugno, 2017
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Due canarini in gabbia

La rete di protezione è la nuova indagine del commissario Montalbano, scritta da Andrea Camilleri, nato a Porto Empedocle nel 1925.
Montalbano ancora con gli occhi chiusi, allungò una mano verso il comodino cercando la sveglia prima che si svegliasse Livia, urtando però un bicchiere. All'improvviso la sveglia suonò di nuovo, nella realtà, però, e così Montalbano capì di essersi sognato il dialogo mattutino sui sogni appena sognati o meno con Livia. Livia, infatti, non c'era, se ne stava a Boccadasse. Aveva sognato tutto, compreso il sogno di Livia. Comincia in questo modo la mattinata con i soliti riti quotidiani. Solo che Montalbano non aveva più tanta voglia di recarsi a Vigata, che da un po' di tempo aveva mutato fisionomia, tornando indietro nel tempo, agli anni '50 e '60 del XX Secolo. Infatti a Vigata si stava girando una "ficzion" e i paesani, attratti ed incuriositi dalla novità, con sempre maggiori pretesti, abbandonavano le solite attività per assistere alle riprese televisive. Addirittura era stato richiesto l'intervento della forza pubblica per sedare i curiosi. E la forza pubblica altri non era che Mimì Augello, "mittuto a capo dell'agenti che protiggivano la truppi, e in special modo le attrici."
Nel commissariato era rimasti in tre: Montalbano, Fazio e Catarella. Inoltre per rendere quanto più possibile verosimile le riprese la troupe aveva richiesto agli abitanti di cercare vecchie foto e filmini. L'ingegnere Ernesto Sabatello si era, così, ricordato che nella sua soffitta c'era una grossa cassa piena di vecchi filmini superotto tutti girati da suo padre. Dopo averli visionati si era accorto che ce n'erano sei del tutto anomali, perchè ritraevano la stessa scena. L'immagine era fissa, ripresa sempre dallo stesso punto di vista. I filmini erano girati nel corso di sei anni, dal '58 al '63, uno per anno, il 27 marzo alle 10 e 25. La scena rappresentava un pezzo di muro. Sempre lo stesso. Ovvio che questo aveva sollecitato la mente e la curiosità del commissario.
Vigata invasa dalla troupe della fiction, un fatto di sangue di tanti anni prima, l'irruzione di uomini armati all'interno di una scuola del paese, e la navigazione di Montalbano all'interno del mondo sconosciuto dei social network. Sono gli avvenimenti precipui raccontato in questo testo scritto da Camilleri nel 2015, il primo non scritto, ma dettato alla sua assistente Valentina Alferj. Immaginiamo così il maestro che incanta la sua prima lettrice, alla stregua di un cantastorie che incanta i suoi seguaci. Quanto mai simbolica la copertina che raffigura un dipinto di Antonio Donghi intitolato "Due canarini in gabbia". Per sapere il perchè e la motivazione dovete leggere il libro! Buona ed intensa lettura!

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Consigliato a chi ha letto tutti i precedenti libri di Andrea Camilleri con protagonista il commissario Salvo Montalbano.
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